I film che andiamo a vedere al Festival di Venezia, tra soliti noti e gemme nascoste

I film maggiori del Festival di Venezia che aspettiamo di vedere e quelli più piccoli da cui ci aspettiamo qualcosa di importante

Critico e giornalista cinematografico


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In un anno in cui Cannes si è fatto superare (per qualità dei film) da Locarno, il Festival di Venezia ha la strada spianata, nonché un programma di film impressionante per quantità e qualità (sulla carta). Per chi ai festival ci va da spettatore come sempre l’impresa nei festival è farsi strada nella selva dei film di Venezia78. Cerchiamo qui di fare un riassunto dei film che appaiono come i più interessanti e promettenti, sia tra i più scontati e attesi, che tra i meno raccontati. Quello che fin da ora sappiamo per certo che andremo a vedere a Venezia. Tutto il resto lo scopriremo lì.

Madres Parallelas di Pedro Almodovar

Dolor Y Gloria di colpo l’ha rimesso al centro della mappa mondiale della cinefilia, dopo diversi film non alla sua altezza. Ora torna ad un suo classico per dimostrare di essere sempre il re dei melodrammi moderni.

Scenes From a Marriage di Hagai Levi

Tra i film di Venezia78 c'è una serie. Hagai Levi è uno dei più grandi creatori di serie. Ha scelto di prendere di petto Bergman e di farlo con due attori potentissimi. È l’all stars game della serialità vista su grande schermo. Binge watching in tv is for boys, binge watching in sala is for men.

America Latina di Fabio e Damiano D’Innocenzo

Raramente si ricorda un’ascesa così rapida come quella dei fratelli D’Innocenzo, al terzo film in concorso a Venezia già come cineasti affermati a livello internazionale. Già con tanto da dimostrare. È complicatissimo reggere questa pressione e questo film dopo il gangster d’autore con cui hanno iniziato e il dramma infantile con cui hanno proseguito aiuterà a capire cosa gli preme raccontare.

[caption id="attachment_497502" align="aligncenter" width="1400"]Competencia Oficial Competencia Oficial[/caption]

Competencia Oficial di Mariano Cohn e Gaston Duprat

Loro sono gli autori di commedia più sottovalutati tra i grandi del nostro tempo, finalmente dopo anni sono arrivati ad un budget grande e un film con delle star (Penelope Cruz e Antonio Banderas), addirittura in concorso. È il loro momento per brillare.

Django & Django di Luca Rea

Luca Rea è stato uno degli storici autori di Stracult e un grande studioso e speleologo del materiale sul cinema anni italiano di genere. Qui ricostruisce la storia del Django di Corbucci e di tutta un’epoca insieme a Quentin Tarantino, autore dell’altro Django.

Il buco di Michelangelo Frammartino

Le quattro volte è stata una rivelazione. Presentano alla Quinzaine di Cannes e stravenduto in tutti i paesi del mondo. Sono passati 10 anni in cui di Frammartino si è saputo poco e niente. Aspettando invano un nuovo film. Ora finalmente è arrivato.

Rhino di Oleg Sentsov

Storia di un soldato nell’Ucraina degli anni ‘90 che scala le gerarchie criminali realizzata senza cercare l’azione ma andando a guardare altro.

[caption id="attachment_497504" align="aligncenter" width="1024"]Mondocane Mondocane[/caption]

Spencer di Pablo Larrain

Abbiamo visto tante Lady Diana diverse negli ultimi anni. Ora Larrain deve muoversi in un territorio abusato. Le scelte che farà, come creerà di nuovo un film unico e suo è tutto da vedere.

Mondocane di Alessandro Celli

Un film italiano postapocalittico serio poteva produrlo solo Groenlandia. A Taranto gran parte delle terre sono contaminate ma è nata anche una città di benessere e ricchezza. Una banda di ragazzini capitanata dal terribile Alessandro Borghi flirta con la malavita e cerca un profitto.

È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino

Paolo Sorrentino per Netflix. Paolo Sorrentino che parla della sua vita. Paolo Sorrentino con un film intimo e personale. Paolo Sorrentino su Napoli.

On the Job: The Missing 8 di Erik Matti

Chiunque abbia visto il primo On The Job sa che bisogna andarlo a vedere.

[caption id="attachment_497501" align="aligncenter" width="1280"]on the job missing 8 On The Job: The Missing 8[/caption]

Freaks Out di Gabriele Mainetti

Perché è solo dal 2016 che aspettiamo di sapere se Lo chiamavano Jeeg Robot è stato un caso o siamo di fronte ad un vero rivoluzionario del cinema italiano con un’ambizione sfrenata e la testa per raggiungere i suoi obiettivi. Per noi il film di Venezia78 più atteso.

The Card Counter di Paul Schrader

Non è solo il nuovo film di Paul Schrader ma c’è anche Scorsese alla produzione esecutiva per raccontare il gioco d’azzardo come forma di purificazione personale.

El Otro Tom di Rodrigo Plà

Lui è il regista di La zona, questa una storia torbida, la sezione è Orizzonti. Tutto perfetto.

Last Night in Soho di Edgar Wright

Nessuno aveva mai osato mettere Edgar Wright in un grande festival. Lui del resto non aveva mai fatto un film su una donna.

[caption id="attachment_497503" align="aligncenter" width="1200"]Inu-Oh Inu-Oh di Yuasa Masaaki[/caption]

Dune di Denis Villeneuve

Se non bastasse il mito degli adattamenti falliti di Dune, il cast immenso, le possibilità di franchise e le ambizioni di Villeneuve, ci sarebbe anche solo la possibilità di vedere una grande epica di fantascienza seria (serissima!) su schermo immenso.

Inu-Oh di Yuasa Masaaki

In fatto di anime Venezia non è proprio brillantissima, che un lavoro di Yuasa Masaaki non solo sia stato selezionato ma sia anche stato messo in Orizzonti fa pensare benissimo.

The Last Duel di Ridley Scott

Recentemente non c’è sempre da entusiasmarsi per i film di Ridley Scott, ma questo titolo fa vibrare più di una corda.

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