I 5 film e serie + 1 che hanno influenzato di più Thom Yorke | Roma 15

Da poco compositore di colonne sonore Thom Yorke ha raccontato non solo le musiche da film più influenti ma anche gli effetti sonori

Critico e giornalista cinematografico


Condividi

Thom Yorke, cantante e compositore dei Radiohead, nonchè autore della colonna sonora di Suspiria di Luca Guadagnino, è stato ospite della Festa del cinema per uno degli incontri, in cui ha presentato e parlato di alcuni dei film che, in rapporto al sonoro, più lo hanno influenzato.

E sono state scelte davvero non tutte scontate.

Incontri ravvicinati del terzo tipo

THOM YORKE: "Credo che quello che mi colpisce molto sia probabilmente tono degli strumenti, quando ero bambino pensavo fosse sintetizzatore invece è una tuba e un sintetizzatore insieme che fanno le due melodie, non so perché quei due suoni particolari sono rimasti con me da bambino. Sono semplici ma la tuba è uno strumento solo e lo fanno suonare così immenso... Ma poi la maniera in cui John Williams ha composto questo score è super moderna melodicamente, io non so come arrivò a questa soluzione ma l'idea di un pattern che si ripete e poi viene cambiato e ripetuto di nuovo e poi cambiato ancora, è una cosa che adesso si fa molto in musica. Non avevo mai realizzato fino ad ora che ho rivisto questa scena che quando la donna si emoziona e tutto sale di un tono, il brano suona come un pezzo di musica molto contemporaneo".

THOM YORKE: "La spia che mi amava fu il primo film che vidi e questo il secondo. Mi ha fatto scoppiare la testa, a tanti livelli diversi. Gli alieni diventarono un’ossessione per me, li disegnavo e lo faccio ancora adesso e ho anche comprato il libraccio che veniva con il film, una specie di riscrittura dello script in storia, con una sequenza in più in cui prendono in prestito il sintetizzatore di Stevie Wonder per comunicare con gli alieni. Per me era tipo "WOW!", avere un sintetizzatore particolare per comunicare con gli alieni!!"

THOM YORKE: "Ammetto che non sono un grandissimo fan di John Williams se non per questo pezzo, ma è la mia ignoranza eh, non è che ne sappia tanto. Alle volte chi fa colonne sonore di grande successo viene copiato così tanto che quando poi vai a vedere il lavoro originale non lo apprezzi come dovresti e Hollywood lo copia tantissimo. Quando hanno scene d’azione che non funzionano ci mettono una colonna sonora dinamica in stile Williams per farla funzionare, quindi lui è vittima del suo stesso successo.
Ma sia chiaro che ammiro questa musica e mi colpisce tantissimo, è così originale e non è apprezzata come dovrebbe, la dai per scontata perché guardi l’azione ma se l’ascoltassi senza l’azione è pazzesca".

Sai che questo è l'unico pezzo che Williams ha composto prima di vedere il film, solo sulla sceneggiatura? È qualcosa che Morricone faceva sempre per Sergio Leone, il quale addirittura faceva sentire la colonna sonora sul set agli attori mentre recitavano...

THOM YORKE: ""Nooooo davvero??? [in italiano ndr] GENIO!
Oddio ha davvero senso, adesso mi torna tutto...."

Oltre il giardino

THOM YORKE: "C’è qualcosa di quella musica che è incredibilmente sfrontato, sexy e un po’ inaudito, una versione jazz funk di quel brano lì e come lo suona! Non gliene frega proprio niente con quella batteria sfacciatamente disco. Scegliere questo brano con questa sequenza è completamente folle ma funziona perché (ed è una cosa con cui sono ossessionato ora) tu stai piazzando la musica, non la stai componendo ma la stai piazzando. Ed è capitato anche alla nostra musica".

THOM YORKE: "Questo è il film che preferisco di Peter Sellers assieme a Hollywood Party, questo personaggio in particolare porta qualcosa con sé di geniale. Ha un modo di stare lì nella situazione senza capire il mondo intorno a sé fantastico, perché è al tempo stesso perso eppure dà l’idea di capire tutto. In questa sequenza c’è un uomo che non è terrificato perché non sa che ha bisogno di essere terrificato. Un personaggio che non ha mai girato per la città sta camminando nel pericolo con questa musica così piena di sé, e solo Sellers poteva farlo perché aveva quella faccia".

Taxi Driver

THOM YORKE: "Questo film non lo vidi all’epoca, l’ho scelto perché con mia figlia di 16 anni cercavamo qualcosa da guardare e lei mi disse di voler vedere questo. Forse gli avrei dovuto dire di no, ma quando è arrivata questa sequenza ho realizzato che erano anni che non lo rivedevo e mi ha scioccato, sono rimasto sconcertato per diverse ragioni, primo perché era qualcosa che stavo cercando di fare.
La musica che Bernard Hermann fa in questa sequenza è assurda, non riesco a credere che lui l'ha fatta negli anni '70 quando io non riesco a farla adesso! Ed era folle che non mi fossi reso conto che stava lì, ho dovuto chiamare subito Johnny Greenwood e dirglielo. Ma poi è incredibile l’influenza di Charles Mingus nella tonalità, il jazz di quel periodo e mi impressiona che Hermann sentisse Mingus!
E poi mi colpisce un’altra cosa, che mi ossessiona, come la musica cambi quello che voglio fare con la musica quando la vedo nei film. Specie l’idea di usare il parlato. L’idea dello storyteller nella musica è qualcosa che nell’hip hop non è un problema, perché nessuno ha problemi a parlare su un disco in quel genere. Ma alle volte io non voglio rappare e nemmeno cantare, vorrei raccontare una storia semplice come fa Scorsese con quest'uomo su questi accordi semplici e stupendi. Mi dà delle emozioni profonde, un’area della musica che andrebbe esplorata adesso. Alla fine non so cosa significhi per me ma so che ha acceso ogni interruttore nella mia testa quando l’ho visto".

"Quando ho lavorato con Luca Guadagnino ero nervosissimo e ho chiesto dei consigli a Johnny Greenwood [altro membro dei Radiohead con una maggiore esperienza di colonne sonore che ha lavorato anche per Paul Thomas Anderson ndr]. Mi ha detto di leggere la sceneggiatura e buttare già tutte le idee prima di vedere il film perché poi quando lo vedi ti blocchi e pensi che qualsiasi idea non funzionerà mai. Aveva ragione al 100%, se non avessi passato alcuni mesi vivendo con lo script e i personaggi, parlando con Luca delle sue idee dietro al film, che cambiavano mentre andava avanti, se non avessi avuto quel tempo per prepararmi non l’avrei mai potuto fare. Quando poi lo vedi può iniziare a provare a sovrapporre quel che hai fatto alle scene, giusto per capire se stavo nell’area giusta ed era stupefacente come funzionasse tutto facilmente, anche qualcosa di semplice. Se invece avessi lavorato solo sul film finito sarei stato portato naturalmente a rispondere ai movimenti o a quello che accade, sarei stato portato a seguire i personaggi ma è sbagliato, non ha senso. [qui diventa ironico ndr] E fidatevi di me che sono un esperto avendo ho scritto una sola soundtrack nella mia vita, che poi è il motivo per cui sono qui no?"

2001: ODISSEA NELLO SPAZIO

THOM YORKE: "Questo se non sbaglio è Ligeti e se lo ascolti da solo non è facile, Johnny ha provato a farmelo sentire anni e io mi rompevo ma quando lo accoppi con questo profondo dipinto per me non c’è forma d’arte maggiore di questa sequenza. L’ho visto per la prima volta a 14 anni a casa dei miei nonni a Natale, su un televisore minuscolo in bianco e nero e anche in bianco e nero questa sequenza per me fu come vedere Dio. Ci sono stati momenti nella mia vita in cui mi sono seduto a guardare questo film e mi ha ricordato così tante cose. Se qualcuno mi chiedesse che ragione c'è di unire musica e video io gli direi quello, quello è il punto di tutto per me.
Ho studiato arte al college e non è stato semplice, non mi sentivo in grado, soprattutto mi sentivo bloccato con due cervelli: uno molto visivo e uno musicale, non sapendo come mettere le cose insieme quando ho visto questo film e quando ci sono tornato, ho avuto la sensazione che gli esseri umani possono fare questa cosa di realmente profondo. Ma poi se lo analizzi è anche molto semplice, forme naturali e meno naturali, movimenti, colori e un suono particolare ma a me dà l’impressione che siamo capaci di muoverci al di là di tutto.
So che le mie scelte non sono da cinefilo e un po' prevedibili ma questo ce lo dovevo mettere perché ha un grande effetto su di me ogni volta che lo vedo".

THX 1138

Lo sai che questo film in italiano ha il titolo "L'uomo che fuggì dal futuro"?

THOM YORKE: "Ma è terribile. Chi li fa questi titoli? Cosa fanno? Prendono il primo che passa per strada e gli chiedono che titolo vogliono dargli?

Pensi che le grande colonne sonore abbiano un valore in sé a prescindere dalle immagini? Sono a livello di musica di Stravinsky o Wagner?

THOM YORKE: "Si certo, di sicuro. Almeno alcune volte. Altre volte sono un po’ meccaniche ma in generale il compositore dovrebbe avere il rispetto degli altri per il duro lavoro che fa. Ma non c'è il compositore della colonna sonora, la ragione per la quale ho scelto questa clip sono gli effetti sonori e questi sono i miei preferiti di sempre, specie il lavoro sulla voce. Pensa che dopo tanti anni di ricerca ho trovato un oggetto che fa la stessa cosa con la voce, cioè che la ripete e viene interrotta da un’altra voce e alla fine non suona più umana, solo sbagliata.
È montato così bene e si accoppia così bene, come usano i monitor o i primi piani, ogni azione umana sembra aver attraversato 10 degenerazioni prima di essere stata processata di nuovo. E poi alla fine vedi una persona vera che cammina e ti pare non esistere più, che per me è stupefacente e non so perché.
Quando lavoravo alla colonna sonora di Suspiria mi sono appassionato segretamente a voler fare anche gli effetti sonori e Luca come prima cosa mi chiese di lavorare sul respiro, ci lavorato due settimane ed è stato molto divertente".

TWIN PEAKS 3

THOM YORKE: "Mi pare che in Italia ci sia una vera ossessione per David Lynch giusto? Che posso dire? Non so da dove cominciare, è così avanti rispetto a quel che accade adesso. In mezzo a Twin Peaks arriva questo. Non credo esista nessun altro con la libertà di fare cose come queste e sentirsi rispondere: "Si certo daccene di più". Ve lo immaginate con qualcun altro? E lui lo sa. E fa queste cose, mette un pezzo di audio sconnesso, è insano. Un balletto con il montaggio e questi effetti sonori, l'audio statico e l'esplosione di suono, è qualcosa che è così avanti! Non so da dove cominciare, ogni cosa che dico suona così superficiale che è meglio che mi stia zitto".

Avete lavorato con Paul Thomas Anderson ad Anima e ho l’impressione che tu sia sempre più interessato ad associare alla musica delle immagini o un racconto videoartistico. Hai per caso avuto anche una curiosità o esigenza di fare un film da regista?

THOM YORKE: "AHHAAHHAHAHAHA la verità è che se avessi un’altra vita parallela a questa sicuramente lo farei. Ma sono così ossessionato con quel che voglio fare adesso musicalmente che non credo di potermi fermare e diventare un’altra persona. Poi è bello stare in studio con i tuoi amici e lavorare ma fare quel che fa Paul Thomas Anderson, capace di rimanere calmo mentre improvvisa decisioni in mezzo ad una crew e lo stesso raggiungere risultati tipo Anima, non potrei mai non ho quella fiducia in me. Quindi no".

Continua a leggere su BadTaste