I 10 peggiori effetti speciali nei film ad alto budget
10 esempi. di quello che non dovrebbe essere la computer grafica applicata agli effetti speciali. Dieci orrori cinematografici assoluti
Ecco quindi la prima premessa: c’è una grande differenza tra una brutta computer grafica e una computer grafica antica. Un esempio: il cavaliere di vetro di Piramide di paura se valutato con gli standard odierni appare risibile e finto. Se si considera invece che, nel 1985 (l’anno in cui uscì il film) il cavaliere era uno dei primi personaggi realizzati completamente in CGI, si può ben capire quanto sia in realtà una pietra miliare, anni luce avanti, perfettamente integrata con il suo tempo e con il film.
La terza premessa è che abbiamo volutamente lasciato fuori un paio di titoli meritevoli. Quali saranno? Scriveteceli nei commenti!
Black Panther
Forse il punto più basso della Marvel dal punto di vista degli effetti speciali. La lotta finale del terzo atto è spazialmente confusa. La battaglia si svolge in una lunga distesa senza ostacoli visivi. Non si capisce quindi come i rinoceronti possano colpire senza essere visti, semplicemente entrando nell’inquadratura. Ma non è tutto: Killmonger e Black Panther cadono nelle miniere di vibranio, ma le più elementari leggi fisiche sembrano scomparire. I due fluttuano nell’aria per lunghi e imbarazzanti secondi. Armature scure, in un luogo buio, dove colori si fondono in un fastidioso effetto gommapiuma che fa uscire lo spettatore a calci dall’immersione nel climax del film.
Green Lantern
Sempre a proposito di costumi finti: se al giorno d’oggi le divise dei supereroi possono essere migliorate o addirittura create a computer (come accade con il più recente Spider-Man), nel 2011 la tecnologia era ancora acerba. Quindi Martin Campbell ha deciso di usarla per tutto. In Green Lantern i poteri di Hal Jordan sembrano una versione 2.0 di Flubber. Lo showdown finale è uno sfogo di computer grafica senza freno che urta gli occhi. Il resto del film urta l'umore.
Air Force One
Chi non ama lanciare i sassi piatti nel lago e farli saltare a pelo d’acqua?
Avete mai provato a farlo con un aereo? No? Male, perché - a quanto pare - con la giusta velocità e inclinazione il veivolo può letteralmente rimbalzare per molti metri. La scena dello schianto in acqua di Air Force One è dal 1997 un esempio di abuso di effettistica, di eccessiva confidenza nella tecnologia (o di scene consegnate troppo presto) che si tramuta in un disastro visivo inaccettabile anche all’epoca.
https://www.youtube.com/watch?v=o4i8UYUpAKQ
La morte può attendere
L’ultimo 007 con Pierce Brosnan contiene schiaffi visivi difficilmente dimenticabili. È un esempio sommo di kitsch ad alto budget, assimilabile all’estetica dei peggiori filmati natalizi dove un’app mischia le facce dei vostri vecchi zii sul corpo degli elfi di Babbo Natale che ballano a Honolulu. James Bond che fa surf con un pezzo di metallo sul ghiaccio sciolto da un raggio sparato da un satellite nello spazio è pura creatività fuori da ogni controllo. Sublime momento di orrore cinematografico. Per stomaci forti.
Lo Hobbit: Smaug ricoperto di oro
Fa moralmente male inserire Lo Hobbit in questa classifica. Eppure va messo perché ha colpito due volte: una agli occhi, una al cuore. Peter Jackson con il Signore degli Anelli aveva completamente rivoluzionato l’uso della computer grafica e del motion capture al cinema. C'era grande attesa per quella che sarebbe dovuta essere una nuova era. Gli effetti visivi de Lo Hobbit hanno il grande paradosso di essere stati confezionati in fretta e furia da veri e propri maghi di quest’arte. Di avere grandissime ambizioni, mai realizzate appieno (si veda l'HFR). L’esito è stata una trilogia discontinua, con momenti visivamente altissimi e momenti bassissimi. La doccia d’oro di Smaug è una scena che avrebbe richiesto altri mesi di perfezionamento. Tutto sembra finto. Non c’è carne, solo poligoni. Più lo si guarda più ci si rende conto di quanto sia fastidioso, finto, inconsistente in momento così significativo e importante. Una scena non finita, in mezzo a una pellicola che prometteva l'eccellenza. Non è orribile come gli esempi sopra citati, ma è una CGI che distrae, che si fa notare con un triste effetto videogame. Tendenza che non fece altro che peggiorare con il terzo capitolo.
Twilight
In foto: più o meno la faccia dello spettatore dopo avere visto questo amatoriale ammasso di texture. L’interazione con l’ambiente reale delle creature è a dir poco imbarazzante: sagome dal contorno così definito che sembrano ritagliate a forbice. Colori sbagliati e motion blur applicato ovunque con violenza. La fisica degli oggetti sta da un’altra parte. Volano, rotolano, si schiantano, sembrano l’aereo di Air Force One. Bel crossover.
I Baffi di Superman - Justice League
Tanto è stato detto. Tanto ci sarà ancora da dire sui baffi di Superman. Nemmeno Mel Brooks riusciva a far ridere la sala sin dalla prima inquadratura.
Catwoman e gli effetti speciali ben poco speciali
Uno dei film più brutti mai prodotti per molte ragioni. Gli effetti visivi sono coerenti con stile, regia e trama. E sono ovunque. Per citare i Gem Boy: (Catwoman) "Corre, salta, vola e mai una storta", e senza che alcuna mossa sia minimamente plausibile. Negli stunt, manca poco che si vedano i cavi. Il resto: movimenti in cgi senza alcun senso. L’animazione delle acrobazie è quanto di più vicino a un (brutto) videogioco. A dir poco respingente.
In video: una scena minimamente guardabile.
https://www.youtube.com/watch?v=0iXUHiHipTw
Il Re Scorpione La mummia - Il ritorno
Esempio sommo di tutto quello che non deve essere la computer grafica. Il Re Scorpione non è solo finto, è brutto, distorto, ridicolo. Una caricatura in 3D che non può avere la scusa del tempo. Era orribile nel 2001, oggi è (s)cult. Ah, lui dovrebbe essere The Rock.
Cats
Non è solamente l’effetto cringe degli effetti visivi di Cats a stupire. È la convinzione con cui sono integrati nella storia, la sicurezza di raggiungere uno step importante nella fusione tra ambiente digitale e attori. E invece nulla funziona. Non è un problema di qualità delle texture, ma di idea. Non è un problema di luci, colori, ombre, rotoscopio, scarpe che appaiono e scompaiono, mani umane tra il pelo … ma di buon gusto. Aggiungiamo un pensiero affettuoso ai poveri lavoratori che hanno dovuto restare davanti a queste immagini 90 ore a settimana per cancellare il “didietro” dei gatti. Per scongiurare un butthole cut che, in tutta sincerità, un po’ siamo curiosi di vedere.