Hyrule Warriors: L'era della calamità, la nostra prova cento anni prima di Breath of the Wild | Anteprima

Abbiamo messo le mani su Hyrule Warriors: L'era della calamità, musou in uscita il prossimo 20 novembre di cui vi parliamo in anteprima

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Dopo l’arrivo della demo sullo scaffale digitale del Nintendo eShop, abbiamo avuto l’occasione di provare la versione definitiva di Hyrule Warriors: L’era della calamità, e in attesa della recensione completa - che potrete leggere su queste pagine nelle prossime settimane - ci ritagliamo un po’ di spazio per raccontarvi in anteprima le nostre impressioni sulle prime ore di gioco.

Questo nuovo Hyrule Warriors è presentato a tutti gli effetti un prequel degli eventi raccontati in The Legend of Zelda: Breath of the Wild, capolavoro indiscusso del 2017 di cui è già stato annunciato un secondo capitolo. Nella realtà dei fatti, però, non ne siamo così sicuri, visto che potrebbe essere ambientato in una linea temporale differente rispetto al gioco base. La trama, infatti, comincia con un piccolo guardiano bianco che, dall’epoca di Breath of the Wild, viene risucchiato in un portale e spedito nel passato. Senza addentrarci troppo in loop e paradossi che potrebbero alterare la linea temporale in questione, il resto della vicenda vede Link, Zelda e una giovane Impa intenti nella ricerca dei quattro Campioni di Hyrule e della Spada Suprema che dovrebbe aiutarli a sconfiggere l'imminente Calamità Ganon

Le prime missioni del gioco, a questo proposito, si focalizzano sul reclutare i Campioni nei quattro angoli della mappa, esattamente nelle zone in cui li abbiamo conosciuti in Breath of the Wild, scoprendo qualcosa in più sul loro passato e sulla loro personalità. Ovviamente, come probabilmente già saprete, tutti e quattro i Campioni - Mipha, Revali, Daruk e Urbosa - possono essere controllati dal giocatore nelle missioni, e insieme a Link, Zelda e Impa formano un manipolo di guerrieri estremamente eterogeneo da imparare a padroneggiare. 

Tutti gli eroi utilizzabili hanno a disposizione attacchi leggeri e pesanti con cui farsi strada tra le infinite orde di nemici del musou, nonché la possibilità di utilizzare oggetti raccolti da boss o miniboss, come le bacchette congelanti/elettriche/fiammeggianti degli Sciamanix, e la Tavoletta Sheikah, i cui quattro poteri che ben conosciamo - Stasys, Magnesis, Glacyor e la Bomba - mutano e si adattano a ogni eroe differente. Non mancano nemmeno le abilità caratteristiche di ciascun personaggio, come l’arco di Link o le capacità rigenerative di Mipha, e le mosse finali con cui radere al suolo un impressionante numero di avversari. La possibilità di passare istantaneamente da un personaggio all’altro, infine, dona alla progressione nelle mappe un alone strategico, permettendo di decidere con quale eroe affrontare un determinato nemico.

Ognuno dei sette guerrieri che abbiamo potuto provare è decisamente differente dall’altro: c’è chi, come Link, predilige l’attacco fisico e le combo basate su spada e scudo (e paravela) e chi, come Zelda, ricorre all’utilizzo della Tavoletta Sheikah per bloccare i nemici sul campo e farli esplodere a suon di radiobombe. Ammettiamo senza paura che, al momento, il nostro personaggio preferito è sicuramente Impa, agile e divertentissima da utilizzare, coi i suoi cloni e i simboli da assorbire. Inoltre, tra le sequenze di gameplay più riuscite, ci sono quelle in sella ai Colossi Sacri, una follia tanto devastante quanto divertente in cui potrete controllare le quattro bestie di pietra per farvi strada tra le orde. 

La progressione di Hyrule Warriors è suddivisa in missioni, da raggiungere e attivare attraverso una mappa di gioco che riproduce fedelmente quella di Breath of the Wild. Anche gli scenari, c’è da dire, ripropongono con una certa cura gli ambienti evocativi del 2017, concedendo una certa nota nostalgica alla produzione. Ogni missione ha degli obiettivi ben precisi, sempre consultabili dalla minimappa posta nel lato inferiore dello schermo, mentre prima di calarsi in battaglia è possibile consumare dei pasti in grado di potenziare le statistiche degli eroi o fondere le armi per crearne di più potenti. 

Sul lato tecnico e visivo, oltre a rimarcare il curatissimo art design capace di riproporre la magia immortale di Breath of the Wild, ci tocca segnalare dei cali di framerate nei momenti più concitati e movimentati, quelli con più avversari ed effetti a schermo, nulla - però - che possa minare la vostra esperienza in una Hyrule addolcita da un cel shading strepitoso e da animazioni variegate e magnifiche.

Una nota a margine vogliamo dedicarla al genere di apparenza di Hyrule Warriors, quel musou così spesso bistrattato che, questa volta, potrebbe riuscire invece ad accontentare un po’ tutti i giocatori, sia quelli non abituati agli assembramenti su schermo, sia chi invece li apprezza, con una proposta ludica che si farà chiaramente amare da chiunque abbia mai preso parte all’avventura di Link in The Legend of Zelda: Breath of the Wild, ma anche da chi dovesse esserne incuriosito per la prima volta. 

C’è davvero molto altro da dire su Hyrule Warriors: L’era della calamità, ma per il momento ci fermiamo qui, in attesa della recensione completa e di poter portare a termine un’avventura che, per il momento, ci ha convinti senza riserve. 

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