Hugh Jackman... presenta gli Oscar 2011?
Lo scrive Repubblica, evidentemente confondendo il lavoro di introdurre un premio con quello che faranno James Franco e Anne Hathaway. E ritorna la maledizione degli Oscar, mentre sulla Stampa si scambia un film per un altro...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
Il fenomeno è noto, ma ora uno studio condotto da ricercatori della Rotman School of Management dell'Università di Toronto e della Carnegie Mellon University conferma la teoria secondo cui aggiudicarsi l'agognata statuetta come miglior attrice aumenta, per una diva del cinema, la possibilità di divorzio o separazione. La prima a rischio è Annette Bening, candidata quest'anno agli Academy per la sua interpretazione in "I ragazzi stanno bene" e legata da vent'anni a Warren Beatty (che nella sua carriera ha collezionato due Oscar)
La maledizione di Lady Oscar ha origini nel passato: da Joan Crawford e Bette Davis, una lunga fila di vincitrici ha visto naufragare il matrimonio non molto tempo dopo aver portato a casa il premio. Lo studio dell'università canadese conclude che vincere l'Oscar come miglior attrice aumenti nettamente il rischio di divorzio rispetto alle candidate che tornano a casa a mani vuote. Cosa che non accade invece ai colleghi maschi.
Che dire? Mi sembrava una vaccata un anno fa e nel frattempo non ho cambiato idea. Evidentemente, chi scrive queste cose non ha molte nozioni di statistica e pensa che tutti i dati debbano seguire la media, altrimenti c'è qualcosa di incredibile. A questo punto, perché non far scrivere i pezzi al mago Otelma, che almeno è uno specialista del settore?
E sempre a proposito di Oscar, Repubblica, questa volta nell'edizione cartacea, parla di Hugh Jackman come presentatore della cerimonia. Visto che la spiegazione al casino l'ha già data Mauro Donzelli sul suo blog, inutile ripetere e complimenti a lui per la ricerca.
***Fulvia Caprara intervista Stefano Accorsi e scrive:
A marzo dovrebbe uscire la vita facile di Lucio Pellegrini, storia di due fratelli italiani, io e Neri Marcoré, che vivono a Strasburgo. E' una commedia romantica con una carica emotiva molto forte, interpreto il ruolo di un vedovo, mia moglie è morta lasciando una figlia piccola, quando arriva l’età dell’adolescenza scoppia la crisi, i rapporti si sballano e io, che sono il padre, me la vedo davvero brutta".
Peccato che la vita facile veda nel cast Pierfrancesco Favino e sia ambientato in Africa (cosa che si intuisce anche dalla foto a corredo dell'articolo), con una storia molto diversa da quella narrata, che invece si riferiva a un altro film che Accorsi ha girato in Francia ultimamente.
***Ecco invece qualche perletta non recentissima e che mi ero lasciato da parte:
Tutti i giornali hanno parlato del successo di Zalone, come vi avevamo detto, anche se fa piacere notare come Stampa, Repubblica e Avvenire citino il nostro pezzo e qualche dubbio se lo pongano. Anche tutti i telegiornali (nazionali e satellitari/digitali), da quello che abbiamo letto in vari commenti, hanno fatto lo stesso errore. Interessante che, qualche giorno dopo, tanti giornali hanno riportato le parole di Benigni sul record di Zalone. Il comico toscano sostiene che in precedenza lui aveva superato film come Ultimo tango a Parigi, quando in realtà per numero di biglietti non è così (e per incassi, ovviamente, troppo facile, dopo più di 20 anni e un'inflazione galoppante).
Deve esserci un problema col telegrafo, perché anche sul Corriere (il 5 gennaio), dopo articoli simili già usciti, parlano del primo weekend da 1,4 milioni di dollari di Black Swan, uscito un mese prima e fa e arrivato in quel momento alla soglia dei 50 milioni totali. Altro pezzo tirato fuori dalla cantina dopo una lunga stagionatura? Forse lo stesso problema potrebbe averlo avuto l'intervista di Silvia Bizio a Paul Giamatti su Repubblica, in cui si dice "esce venerdì sugli schermi italiani sull'onda di una possibile candidatura di Giamatti all'Oscar e ai Golden Globe". 'Possibile' la candidatura ai Golden Globe? Ma se si sapeva da un mese? D'altronde, se non lo sa la Bizio chi è candidato ai Golden Globes...
Dina D'Isa sul tempo parla di Hereafter, "la storia che sta appassionando gli Usa". Peccato che il film sia andato maluccio in patria. A proposito di questo titolo, molti hanno parlato di quello che avviene a un personaggio dopo 20 minuti. Ok, è all'inizio, ma visto che è uno shock, non si potrebbe lasciare allo spettatore? C'è poi chi, come Nicola Tiepolo su Libero, non fa sconti e praticamente ci rivela tutta la trama. D'accordo che in parte è prevedibile, però... Anche meglio Giorgio Carbone, sempre su Libero (due articoli in due giorni su Eastwood, that's amore!) che ci dice proprio tutto, ma con qualche errorino (e senza mettere il classico titolo 'trama', che avverte dei soliti spoileroni)...
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