House of the Dragon 2: abbiamo visto i primi quattro episodi, ecco cosa aspettarsi dalla seconda stagione! 

Abbiamo visto in anteprima i primi episodi di House of the Dragon 2: ecco la nostra opinione, senza spoiler, su cosa aspettarsi!

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Abbiamo visto in anteprima i primi quattro episodi della seconda stagione di House of the Dragon: ecco cosa ne pensiamo, ovviamente senza spoiler. 

I draghi stanno tornando. Dopo lo scioccante finale della prima, House of the Dragon è pronta a tornare con una seconda stagione che promette ancora più fuoco e ancora più sangue. Nessuno se l’aspettava, ma la serie tv creata da Ryan J. Condal e George R.R. Martin e dedicata ad una parte della storia dei Targaryen è riuscita nell’impresa di elevarsi dall’essere una semplice serie spin-off, riuscendo anzi ad attirare un pubblico enorme, generare una costante discussione tra gli spettatori e ribadire la popolarità e l’importanza culturale della saga di Game of Thrones

Ora, dopo due anni di attesa, è arrivato finalmente il momento di tornare dalla famiglia più disfunzionale che Westeros abbia mai conosciuto. Abbiamo visto in anteprima i primi quattro episodi della seconda stagione e in questo speciale vi proponiamo alcune anticipazioni su ciò che abbiamo visto e su cosa aspettarsi, il tutto ovviamente SENZA spoiler. Vi ricordiamo che la premiere di House of the Dragon sarà disponibile dal 17 Giugno in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, in contemporanea assoluta con gli Stati Uniti. Noi ci saremo con le nostre recensioni e i nostri speciali, quindi restate aggiornati su ogni news relativa alla serie visitando la nostra scheda

House of the Dragon: Dove eravamo rimasti?

La prima stagione di House of the Dragon si era conclusa con Rhaenyra che veniva a conoscenza della morte del padre re Viserys I Targaryen, e dell’incoronazione del fratellastro Aegon, figlio di Alicent Hightower, che tradisce la vecchia amica credendo di adempiere alle ultime volontà del marito. Dopo il tradimento di Alicent e del suo Concilio Verde, la Regina Rhaenyra e il suo Concilio Nero iniziano a valutare le strategie di guerra e le nuove possibili alleanze: non volendo seguire gli istinti di vendetta dello zio e marito Daemon, Rhaenyra affida al giovane figlio Lucerys il compito di visitare il Lord di Casa Baratheon per chiederne il sostegno. Lì incontrerà purtroppo lo zio Aemond Targaryen: i due iniziano un pericoloso inseguimento con i loro draghi, che si conclude con l’uccisione da parte dell’enorme drago Vaghar di Lucerys e del suo drago Arrax. «A quel punto si scatenò la tempesta, e i draghi danzarono» per citare le esatte parole con cui George R.R. Martin descrive in Fuoco e Sangue l’inizio della cosiddetta Danza dei Draghi, uno dei conflitti più sanguinosi nella storia dei Sette Regni.

La Danza dei Draghi

«La Danza dei Draghi è la storia della lotta tra Rhaenyra Targaryen e il fratello Aegon. Volevano entrambi il Trono di Spade. Quando la gente iniziò a schierarsi con l’una o l’altro, questo spezzò i Regni in due. Fratelli contro fratelli, draghi contro draghi. Quando tutto finì, i morti erano migliaia e per i Targaryen fu l’inizio della fine»: è con queste parole che Shereen Baratheon descrive il conflitto al padre Stannis poco prima di venire arsa viva. Nella lunga storia dei Sette Regni infatti, la Danza dei Draghi fu una guerra diversa da qualsiasi altra. Combattuta con battaglie feroci di terra, acqua e cielo, fu però soprattutto una guerra segnata da intrighi, assassinii e tradimenti, decisa fra le ombre, in sale di concilio e in cortili di castelli, con pugnali, menzogne e veleni.

La morte di Lucerys per mano dello zio Aemond è il primo passo di questo conflitto, il primo vero e proprio passo di danza se vogliamo. Se nella prima stagione abbiamo assistito alla messa in campo dei giocatori e alla formazione delle due fazioni principali, i Neri e i Verdi, e delle loro differenze, in questi primi episodi la cosa fondamentale non è il conflitto tra loro, ma quello interno ad ogni fazione. Entrambi i gruppi hanno lo stesso obbiettivo, ma i membri non sono tutti d’accordo su come raggiungerlo. Questo è ciò che a livello drammatico rende questa seconda stagione interessante e stimolante. 

Fazioni spaccate 

Come in un dramma shakespeariano non solo assistiamo ad una guerra civile, ma ad una guerra tra consanguinei di una dinastia che combatte sé stessa dall’interno. Scegliere una fazione può essere automatico, ma la verità è che non esistono solo il colore Nero ed il colore Verde, ma anche le sfumature: questa seconda stagione chiede questo allo spettatore, lo sfida costantemente a mettere in discussione la propria fedeltà e a vedere il bene e il male in ogni lato. 

Rispetto ai libri la serie tv ha reso ad esempio molto più complessa e sfaccettata la rivalità tra Alicent e Rhaenyra e questa tendenza continua anche nei primi episodi di stagione, dove le due proveranno, a differenza degli uomini che le circondano, ad evitare una guerra terribile che potrebbe portare ad una completa distruzione. Guardando i primi quattro episodi si delinea una stagione intensa, con un equilibrio abbastanza bilanciato tra violenza, introspezione, azione ed emozioni, sia belle ma soprattutto brutte come d’altronde la saga di George R.R. Martin ci ha abituato. Basta citare Ramsey Bolton: «se pensi che possa esserci un lieto fine, non hai prestato abbastanza attenzione».

Ritorno ai Sette Regni 

Per assistere alla disgregazione e alla decadenza di questa famiglia bisognava non perderli mai di vista, stargli sempre addosso e muoversi con loro sempre negli stessi luoghi. Nonostante le numerose scene dei draghi in volo, la prima stagione di House of the Dragon aveva infatti restituito come un senso di claustrofobia ed immobilità, proprio come il regno di Viserys. Invece fin dalle prime scene della première di questa seconda stagione si nota fin da subito un cambio di rotta deciso: usciremo dai palazzi e torneremo finalmente nelle strade dei Sette Regni. Ci muoveremo infatti non solo da Approdo del Re a Roccia del Drago, ma anche da Harrenhal alle Terre dei Fiumi, passando per Grande Inverno e la Barriera e altri luoghi familiari ai fan di Westeros. 

Stagione più piccola 

La seconda stagione di House of the Dragon comincia dieci giorni dopo gli eventi del finale della prima stagione, delinenando fin da subito una struttura temporale ed un ritmo narrativo molto più lineare e tradizionale rispetto al passato. Una delle maggiori critiche mosse alla prima stagione aveva infatti riguardato i continui salti temporali, che avevano reso difficile il coinvolgimento emotivo verso alcune storyline e alcuni personaggi: si rischiava infatti un appiattimento dell’aspetto emozionale, soprattutto quando legato a personaggi minori che invece diventano centrali in questo inizio di stagione. Aemond, Aegon, Helaena e Jacaerys sono protagonisti dei primi episodi e purtroppo l’impatto delle loro scene risente ancora delle conseguenze legate alle scelte di storytelling del passato. 

I primi due episodi soprattutto sono densissimi di avvenimenti, leggermente affrettati nella messa in scena e dal ritmo piuttosto serrato, come se ci fosse una smania di far iniziare il conflitto il prima possibile. Il terzo e quarto episodio invece hanno un ritmo molto più classico, con maggiore drammatizzazione e approfondimento dei personaggi. Viene da chiedersi se non sia una scelta narrativa precisa oppure la conseguenza della decisione di accorciare la stagione, che da dieci episodi passa ad otto. Di sicuro viene meno l’elemento della frammentarietà cronologica, rendendo la prima una sorta di stagione 0, dove bisognava preparare la scacchiera e i giocatori prima di iniziare davvero a giocare. 

Cast più grande

Niente più versioni giovani o anziane degli stessi personaggi quindi, la seconda stagione di House of the Dragon si sviluppa in tempo reale, senza salti temporali e cambi di casting. Tornano quindi Olivia Cooke ed Emma D’Arcy rispettivamente nei ruoli di Alicent Hightower e Rhaenyra Targaryen, insieme a Matt Smith nei panni di Daemon Targaryen, Steve Toussanit in quelli di Corlys Velaryon ed Eve Best in quelli di Rhaenys Targaryen. Tornano anche i giovani Harry Collett nei panni del principe Jacaerys Velaryon, Bethany Antoniain quelli di Baela Targaryen, Tom Glynn-Carney e Ewan Mitchell rispettivamente in quelli di Aegon II e Aemond Targaryen, mentre Phia Saban è la loro sorella Helaena. Conferma anche per Rhys Ifans nel ruolo di Otto Hightower, Matthew Needham nel ruolo di Larys Strong e Fabien Frankel in quello di Ser Criston Cole. 

Ma il mondo raccontato in Fuoco e Sangue è vasto, i personaggi sono tanti, con nomi spesso molto simili tra loro, soprattutto se si tratta di membri della Casa Targaryen. Ma in questa seconda stagione tante anche le new entry al di fuori della stirpe del Drago: Clinton Liberty e Abubakar Salim sono Addam e Alyn di Hull, mentre attesissimo l’arrivo di Lord Cregan Stark e Ser Gwayne Hightower, interpretati rispettivamente da Tom Taylor e Freddie Fox. Molta della storia di questa seconda stagione, soprattutto quella relativa a Daemon, sarà ambientata nella fortezza spettrale di Harrenhal, governata da Ser Simon Strong, col volto di Simon Russell Beale e dalla strega Alys Rivers, interpretata da Gayle Rankin. Un cast che si espande, proprio come la guerra che sta per distruggere non solo una stirpe, ma un intero reame. 

Vi ricordiamo che House of the Dragon sarà distribuita settimanalmente a partire dal 17 Giugno su Sky e in streaming solo su NOW. E voi state aspettando con trepidazione la seconda stagione di House of the Dragon? Commentate se avete un abbonamento a BadTaste+!  

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