House of Cards, arriva la quarta stagione: ecco dove eravamo rimasti

House of Cards ritorna, in Italia su Sky Atlantic, con la quarta stagione. Ripassiamo gli eventi dello scorso anno

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Le mura della Casa Bianca iniziano a tremare: House of Cards sta per tornare con la sua quarta stagione. La serie di Beau Willimon sbarcherà con i suoi consueti 13 episodi in contemporanea sul servizio di streaming Netflix il prossimo 4 marzo. Per quanto riguarda la trasmissione italiana, i primi due episodi della stagione saranno trasmessi in lingua originale su Sky Atlantic lo stesso giorno. La versione doppiata partirà invece dal 9 marzo. In attesa di conoscere le sorti di Frank Underwood, che avevamo lasciato in un momento molto difficile del suo mandato e della sua vita personale (la recensione della terza stagione), ripassiamo gli eventi fondamentali raccontati dalla serie lo scorso anno.

America Works

La seconda stagione di House of Cards si era conclusa con l'inquietante knock knock battuto da Francis sulla scrivania della Sala Ovale dopo essere diventato presidente degli Stati Uniti. Lo ritroviamo sei mesi dopo e scopriamo che le cose per lui si sono fatte difficili. Forse Francis non è quel grande presidente che credeva di poter essere, e anche solo una riconferma da parte del partito del 2016 è difficile da ottenere. Tutto dovrebbe cambiare con l'entrata in vigore di una legge chiamata America Works, che in poche parole dovrebbe rilanciare l'occupazione nel Paese tramite una serie di finanziamenti a discapito del welfare. Intanto i due pilastri fondamentali di Francis, Doug e Claire, iniziano a dare dei problemi, il primo mai completamente ripresosi dal fallimento nella cattura di Rachel, la seconda che scalpita per avere un posto da ambasciatrice all'ONU.

Frank annuncia all'elettorato di non voler concorrere nel 2016 per potersi concentrare sull'America Works. Sta di fatto che, per far passare al Congresso la legge, Francis deve addirittura minacciare di sottrarre miliardi all'agenzia per la gestione delle emergenze. Con pessimo tempismo di lì a poche settimane arriva la notizia di un uragano che potrebbe abbattersi sulla costa est. Nel dover scegliere tra i fondi per America Works e quelli per la gestione delle emergenze, Francis opta per quest'ultima anche se, con una beffa finale, l'uragano non si abbatterà sulla costa. A questo punto però Francis ha una scusa per ritirare la rinuncia alla candidatura e contrattaccare al Congresso, puntando sul fatto che il piano di legge, anche se in forma limitata, aveva già dato i suoi frutti a Washington.

Politica estera

Durante tutti questi avvenimenti anche la politica estera si mette in mezzo per complicare le cose, ed è qui che il ruolo di Claire, e il suo rapporto con Frank, iniziano ad incrinarsi. Tornando alla nomina ad ambasciatrice, alla fine Frank scavalca il Congresso e nomina la moglie all'importante carica. Siamo alle soglie di una decisione sulla creazione di un sistema di difesa nella Valle del Giordano, contro il quale si oppone il Presidente russo Petrov. Mentre Claire e il segretario di Stato Catherine Durant faticano a ottenere una risoluzione alle Nazioni Unite che permetterebbe di aggirare il veto russo, Frank e Petrov, nel corso di una visita a Mosca, trovano l'accordo tanto desiderato. Purtroppo tutto salta a causa di Claire, che durante una conferenza stampa attacca pesantemente il presidente Russo in seguito al suicidio di carcere di un attivista per i diritti degli omosessuali, Michael Corrigan. Il gesto è dettato anche dal senso di colpa di Claire, che con l'uomo aveva trascorso molto tempo nel tentativo di convincerlo a scusarsi pubblicamente per il proprio comportamento antigovernativo.

Nonostante tutto i dissidi tra i due coniugi sembrano rientrare quando rinnovano i voti del loro matrimonio. La risoluzione alle Nazioni Unite passa, ma nel frattempo scoppia una crisi nel Giordano. Alcuni soldati russi muoiono in un'esplosione, e Petrov ordina il blocco della zona. Segue un'escalation in cui, nel tentativo di forzare il blocco, anche gli Stati Uniti riportano delle vittime. Israele occupa il territorio e istituisce una nofly-zone. A questo punto Frank decide di intervenire personalmente e si incontra con Petrov in una base. L'accordo già stabilito in precedenza tra i due leader viene ripreso e sancito, ma la condizione è diversa: Petrov, ancora furente per l'umiliazione passata, vuole che Claire si dimetta da ambasciatrice, cosa che in effetti poi avverrà.

Il gran finale

Tra le vicende che si svolgono parallelamente a tutti questi avvenimenti ci sono quelle dello scrittore Thomas Yates, ingaggiato da Frank per scrivere un libro su America Works. Il progetto poi cambia strada, e lo scrittore inizia una relazione con la giornalista Kate Baldwin: quella che doveva diventare la biografia di Frank infine naufraga per i toni "troppo sinceri" con i quali Thomas descrive il matrimonio per opportunismo degli Underwood. Altra storyline, quella di Doug, che grazie all'hacker Gavin Orsay rintraccia Rachel, ultimo legame con Peter Russo, e la uccide.

Inizia la campagna elettorale, con i tre candidati democratici Frank Underwood, Heather Dunbar e Jackie Sharp a sfidarsi. Frank avrebbe già un accordo con Jackie per il dopoelezioni, ma il suo atteggiamento spingono la donna a cambiare alleato e a sostenere Heather in Iowa, Stato fondamentale per la corsa alla candidatura. In conclusione Heather ricatta Frank con la notizia dell'aborto di Claire contenuta in un diario in possesso di Doug. Lo stesso Doug, tenuto in disparte da Frank per tutto questo tempo a causa dei suoi fallimenti con Rachel, rientra nelle sue grazie dopo aver rifiutato l'offerta di Heather. Frank in conclusione riesce a vincere in Iowa, ma la corsa verso la candidatura è ancora lunga, e stavolta non ci sarà sua moglie a sostenerlo. Claire, stanca di sacrificarsi all'ombra di Frank, decide di abbandonarlo.

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