Horizon Forbidden West: nessuna rivoluzione in vista (e va bene così) | Speciale

Analizziamo quanto emerso allo State of Play dedicato a Horizon Forbidden West, l'ultimo titolo di Guerrilla Games in esclusiva PS5 e PS4

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A un anno dall’annuncio, Horizon Forbidden West ritorna sugli schermi durante l’ultimo State of Play. Ben 19 minuti di evento in streaming che permettono di avere maggiori informazioni sul gameplay, più qualche nozione sul nuovo setting: San Francisco. Il sequel di Horizon Zero Dawn è ambientato nell’estremo ovest degli Stati Uniti, simbolo della decadenza della civiltà. Del resto, nel mondo futuristico creato da Guerrilla Games, l’umanità è regredita a causa di un cataclisma naturale, dominata dalla vegetazione, dalla fauna e soprattutto dalle Macchine, creature meccanizzate ispirate ai dinosauri.

Il video dello State of Play si apre con Aloy che corre in soccorso di alcuni membri della tribù degli Oseram, feriti da un attacco a sorpresa dei misteriosi Predoni. Questi ultimi sono dei ribelli dei Tenakth. Durante l’ultimo assalto, hanno catturato Erend - nome noto a chi ha giocato Horizon Zero Dawn - e hanno dimostrato di saper controllare i temibili Clawstriders. Ma Aloy non può permettere di lasciarsi prendere dai timori. Soccorso l’amico Oseram, la protagonista si addentra nella vegetazione fino a raggiungere delle splendenti rovine sulla spiaggia. La breve sequenza permette di avere una panoramica sulla vegetazione incredibilmente rigogliosa e lucente che caratterizza l’Ovest selvaggio di Forbidden West.

Tuttavia, con le prosecuzione del video, la meraviglia per la bellezza della natura lascia spazio alla tensione di trovarsi di fronte i temuti Clawstriders, macchine-bestie che sembrano essere ispirate al Deinonychus Antirrhopus. Chi è appassionata/o di paleontologia noterà con piacere l’enorme cura dei dettagli, già presente in Horizon Zero Dawn, ma che in Horizon Forbidden West viene esaltata dalle capacità tecniche di PlayStation 5. Nel caso dei Clawstriders, i diversi elementi estetici sembrano riprodurre il piumaggio caratteristico dei dinosauri, il quale difficilmente riesce a trovare spazio nelle rappresentazioni mediali dopo l’impatto incredibile di Jurassic Park sull’immaginario collettivo.

State of Play Horizon Forbidden West

Tornando al video dello State of Play, la scena successiva all’incontro con i nuovi nemici è molto concitata, perché vede Aloy circondata. Per questo è costretta a trovare una via di fuga, dapprima attraverso una bomba fumogena, poi sfruttando il Focus per individuare degli appigli su delle vecchie colonne. È interessante notare come il branco di nemici segua la protagonista anche durante l’arrampicata, donando particolare verticalità alla scena. In tal senso giocano un ruolo importante la corda e l’alascudo, due nuove funzionalità utili per fuggire da situazioni di pericolo. L’inseguimento si conclude con Aloy tuffatasi in mare. La scena permette di godere di un nuovo scorcio naturale: anche sott’acqua la flora e la fauna marina sono meravigliosamente floride, quasi ignare della presenza dell’umana.

"Dopo un’apparente calma dettata dal paesaggio languido, sopraggiunge una sequenza di tensione"Ancora una volta, dopo un’apparente calma dettata dal paesaggio languido, sopraggiunge una sequenza di tensione: Aloy ha individuato Erend e deve far fuori alcuni Predoni che sorvegliano il percorso. Si avvia dunque un sequenza in chiaro stile Assassin’s Creed, seppur la fase stealth sia di brevissima durata. Questo perché lo scopo della scena è dare un assaggio del combattimento in mischia attraverso la lancia. Quest’ultima adesso può sfruttare un potere maggiore, perché grazie agli Impeti Valorosi si possono sbloccare diverse abilità per compiere attacchi speciali. Visivamente l’effetto è davvero travolgente. Al di là di questa novità, fulcro del combat system resta l’alternanza tra arco, lancia ed esplosivi, per potere sfruttare le differenti debolezze degli avversari. Ciò è chiaro al termine del video, in cui Aloy è costretta a combattere contro un Mammut controllato dai Predoni.

Nei cinque minuti conclusivi dello State of Play, intervengono Mathijs De Jonge e Ben McCaw, rispettivamente game director e narrative director di Horizon Forbidden West. I loro interventi permettono di avere qualche informazione aggiuntiva rispetto a quanto visto in video, come la possibilità di utilizzare le armi cadute dai nemici e la maggiore varietà di approcci e di equipaggiamenti. McCaw in particolare delinea meglio il concept del sequel di Zero Dawn, che vede l’Ovest degli Stati Uniti - simboleggiato dal Goden Gate Bridge in rovina - colpito da una piaga rossa che sta portando alla morte tutti gli esseri viventi della Terra. Arriva quindi la conclusione dell’evento, senza alcuna informazione sulla data d’uscita, ancora puntata a un indefinito 2021.

Facile dunque aspettarsi degli slittamenti, ma data la situazione attuale derivata dalla pandemia è comprensibile. Certo, è più probabile che il rischio sia legato alla mancanza di scorte di PlayStation 5, che caratterizza la console next-gen di Sony dal lancio. Vero è che Horizon Forbidden West sarà disponibile in esclusiva anche su PlayStation 4, ma quanto visto allo State of Play è difficile da immaginare effettivamente sulla versione standard della console. Il team di sviluppo olandese ha comunque fatto sapere tramite tweet che presto verranno rilasciate nuove informazioni a riguardo e che lo sviluppo sta proseguendo secondo i piani.

Intanto, quello a cui abbiamo assistito può essere inteso come un bello spettacolo da vedere. Di Horizon Forbidden West colpisce immediatamente il mondo di gioco desolato ma incredibilmente vivido, grazie a una natura rigogliosa e soverchiante. Anche gli effetti di luce, gli attenti particolari di personaggi, Macchine, fauna e flora stuzzicano piacevolmente la vista. Tuttavia a voler andare più affondo, nonostante le diverse novità che ampliano gli approcci del variegato combat system ed arricchiscono la componente esplorativa, è difficile farsi cogliere dall’entusiasmo sfrenato. E va bene così.

Dal sequel di Horizon Zero Dawn, che è da ricordare come un’importante prima esperienza per Guerrilla Games come team di sviluppo, non bisogna aspettarsi chissà quale rivoluzione, ma il perfezionamento degli aspetti vincenti e lo smussamento di quelli invece ritenuti critici. Al momento, quindi, i maggiori dubbi restano sono sulla componente narrativa, nella speranza che la frammentarietà e la passività che hanno caratterizzato quella del primo capitolo venga in qualche modo attenuata. Le numerose cutscene presenti nel video dello State of Play, lasciano ipotizzare una loro maggiore presenza in Horizon Forbidden West, il ché renderebbe la storia forse più lineare, ma più facile da assorbire per farsi travolgere appieno. E con un mondo di gioco così bello da vedere, cresce la voglia di poterlo vivere appieno. Per questo l’augurio principale è che accanto a un già apprezzato combat system ci sia più attenzione verso tutto il contesto, soprattutto narrativo ed esplorativo, per un’immersione davvero completa. Altrimenti, a che servono gli open world?

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