Hook - Capitan Uncino: 25 anni, una lacrima e un pensiero felice

A 25 anni dall’uscita nelle sale riscopriamo insieme Hook - Capitan Uncino, l’avventura che ha ipotizzato l’impossibile: la crescita di Peter Pan

Redattore su BadTaste.it e BadTv.it.


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“Ragazzo, perché piangi?”

“Non lo so, una lacrima per ogni pensiero felice”.

Quest'anno Hook - Capitan Uncino di Steven Spielberg compirà un quarto di secolo. A poca distanza, purtroppo, dai due anni esatti dalla scomparsa di Robin Williams. Venticinque anni dopo la sua uscita, il film è ancora amatissimo dal pubblico, che lo ha sempre apprezzato più di quanto non lo abbia amato lo stesso Spielberg. “Ci sono parti di Hook che mi piacciono, come la sequenza in cui Peter finisce sull’Isola Che Non C’è avvolto nel paracadute” ha dichiarato il regista nel 2011 a Entertainment Weekly, “Amo meno le sequenze sull’isola perché le trovo stilizzate, anche se allora non avevo la tecnologia che ho oggi e per dare sfogo alla mia immaginazione non potevo fare altro che far costruire enormi set e far dipingere gli alberi di blu e di rosso”. Spielberg, che non ha mai fatto mistero della sua paura di volare, poco dopo la fine delle riprese aveva svelato: “Peter Pan è stato il primo film in cui ho visto qualcuno volare. Prima di vedere Superman e prima di ogni supereroe, il mio primo ricordo di qualcuno che vola è il ricordo di Peter Pan”. A oggi, il suo film conserva il primo pregio del cinema spielberghiano: quello di non invecchiare. Eppure non fu un progetto inseguito e meditato dal regista: se si escludono i suoi primi lavori alla Universal, Hook - Capitan Uncino fu il primo titolo nella sua filmografia nel quale non venne coinvolto fin dall’inizio. Il film doveva essere diretto da Nick Castle, che tuttavia abbandonò il progetto a copione ultimato e casting concluso. A 25 anni dalla sua uscita nelle sale, proviamo a ripercorrere l'avventura che ha ipotizzato l’impossibile: la crescita di Peter Pan.

I grandi sono tutti pirati

Peter Pan è cresciuto come Peter Banning, ha sposato Moira, la nipote di Wendy, ha avuto due figli, Jack e Maggie, e ha dimenticato di essere stato, un tempo, il ragazzo che aveva giurato di non crescere mai. Ora è un avvocato di successo: look executive, agenda piena e poco tempo per la famiglia. “Peter, tu sei diventato un pirata” sentenzia l’anziana Wendy. È l’unica conclusione possibile per chi, in gioventù, ha vissuto le proprie avventure sull’Isola Che Non C’è: “I grandi sono tutti pirati” svela Rufio, reggente dei bimbi sperduti dopo la scomparsa del mefitico volante Pan. “Cos’è questo? L’asilo nido del Signore delle Mosche?” si chiede Banning, ignaro di trovarsi tra coloro che, molti anni prima, lo avevano idolatrato come una divinità. Ma non tutto è perduto: l’incanto dell’infanzia e l’odore dell’avventura sono continuamente rievocati grazie a piccoli e potenti richiami al mito: “Tutti i pensieri felici, sperduti… sperduti” sospira da Londra il vecchio Tootles, che è proprio un ex bimbo sperduto adottato da Wendy. Nascosto sotto gli affari dell’avvocato Banning c’è infatti un diluvio di ricordi assopiti ai quali lo script di Hook, prima di far decollare l’avventura, ammicca continuamente. Quando Moira ricorda a Wendy “Te l’avevo detto nonna che te l’avrei riportato, volente o nolente” in originale usa la locuzione “By hook or by crook” (letteralmente “Con le buone o con le cattive”), richiamando sottilmente il perfido filibustiere dell’Isola Che Non C’è. E proprio la finestra dalla quale i giovani Peter e Wendy “spegnevano le stelle con un soffio” presenta una singolare chiusura a uncino. Peter la richiude dopo un brivido nel rivedere un affresco sulla parete, che mostra una scorribanda del suo vecchio avversario dimenticato.

Che fine ha fatto il ragazzo che non voleva crescere? Il suo ricordo di essere stato “The Pan” è rimasto sepolto sotto una montagna di pratiche legali: “Tutti questi anni lo hanno avvocatizzato nella mente! Si è dimenticato tutto!” protesterà Spugna. E la crescita non ha risparmiato a Banning una buona dose di crudele ironia: per la legge del contrappasso, l’adulto Peter ha paura di volare e soffre tremendamente di vertigini. Non è un caso che, sul volo di linea della Pan Am verso Londra, la voce del Comandante che annuncia una turbolenza sia proprio quella di Capitan Uncino. E una volta sull’Isola, la prima sfida di Banning è proprio quella di spiccare il volo verso i suoi figli, prigionieri e appesi a una rete, con la promessa di riaverli indietro se riuscirà a sfiorarne le mani. “Toccale Peter! E sarà stato solo un brutto sogno!” lo incalza Uncino. Anche perché il ragazzo cresciuto vive un’epopea che, come gli ricorda Campanellino, è opportunamente sospesa in un luogo “tra il sonno e la veglia”: un posto dove la fatina, eternamente innamorata, potrà amarlo per sempre senza averlo mai. Il gioco tra sogno e realtà è molto sottile: dopo il rapimento dei suoi figli Banning si ubriaca per poi risvegliarsi, dopo le sue avventure, sotto la statua di Peter Pan nei Kensington Gardens. “Lo sai che tu non sei veramente Peter Pan, vero? Questo è soltanto un sogno, quando ti sveglierai sarai solo Peter Banning, un uomo insensibile ed egoista che beve troppo, ossessionato dal successo e che non ha mai tempo per la moglie e i figli!” gli ricorda Uncino durante un ultimo grande duello. Eppure, è tutto anche magicamente vero: dopo la scomparsa di Jack e Maggie, l’anziana Wendy racconta a Banning del proprio matrimonio, confidandogli come quel giorno avrebbe voluto che Peter venisse a salvarla. “Ma tu non arrivasti”.


L’architrave narrativo di Hook è l’importanza dei ricordi, sbiaditi da una quotidianità che, a volte, ci restituisce la memoria in un solo colpo lasciandoci spiazzati: un conto è ricordare di essere stati bambini, ben altro paio di maniche è ricordare come è stato esserlo. “E’ questa casa che mi prende, Peter siamo stati bambini qui dentro!” esclama Moira tra le mura in cui ha trascorso la sua infanzia. Ma Peter non ricorda che proprio in quella casa, vedendo dormire la nipote di Wendy, se ne innamorò e decise di non tornare più sull'Isola Che Non C'è. La memoria, ancora una volta, è la chiave di una vita di avventure. Prova ne è che sull’Isola tanto i bimbi sperduti quanto i pirati restano allibiti e confusi di fronte all’amnesia di un uomo che dovrebbe essere una leggenda vivente: “Sei proprio tu? Il mio vecchio e valoroso avversario?” si chiede incredulo Uncino, scettico davanti a un uomo che ha dimenticato come si vola, “Tu non sei neanche l’ombra di Peter Pan”. Banning ha infranto la prima regola, non crescere mai, e il vecchio pirata non ci sta: giocare è cosa seria, e occorre sapere fin da subito quale sia la posta in gioco. “Io voglio i miei figli! Per me la posta non può essere più alta” afferma Banning, “E per me non potrebbe essere caduta più in basso, io voglio la mia guerra!” replica furioso Uncino. Anche perché il Capitano, senza la sua storica nemesi da combattere, cade continuamente in uno stato depressivo che lo getta sull’orlo del baratro.

Un Campanellino nella mente

Il Peter Pan di Robin Williams ha ricordato a tutti che nei gangli di una testa affollata da faccende e responsabilità si annida una leggerezza che ci rende, sempre e comunque, dei bimbi sperduti in un mare di sovrastruttura. Anche il suo Alan Parrish, 26 anni dopo essere stato risucchiato dal Jumanji, faceva ritorno come un ragazzo nel corpo di un adulto. E la stessa l’Isola Che Non C’è di Hook - Capitan Uncino, in qualche modo, è un ambiente totalizzante pronto a sotterrare anche i ricordi più recenti. Se nel nostro mondo Peter Banning è vittima di una “avvocatizzazione”, sull’Isola anche il piccolo Jack rischia una “piratizzazione” pronta a gettarlo nella totale amnesia: “L’Isola Che Non C’è fa dimenticare! Non dimenticare MAI mamma e papà! Trova un modo per tornare a casa!” gli grida la piccola Maggie. “Jack, tu sei a casa” sentenzia Uncino, tentando di convincere il primogenito di Peter che non ha alcun bisogno di essere salvato. Ma quel campanellino nella mente è in agguato: sull’isola, durante una partita di Baseball, per un errore nelle coreografie sugli spalti i pirati ricordano involontariamente a Jack che ha una casa a cui fare ritorno. “Hanno messo le lettere al contrario!” urla infuriato Uncino, facendo immediatamente rimediare alla gaffe. Curioso che, di recente, lo stesso Spielberg abbia ricordato a tutti di dare sempre retta a quelle “voci che sussurrano nella nostra testa” per capire veramente chi siamo. Proprio Hook è pieno di situazioni di empatia nelle quali i personaggi “sentono” che qualcosa sta accadendo: poco prima del rapimento di Jack e Maggie, Tootles "sente" che Uncino è in agguato mentre Wendy, durante la serata di gala in suo onore, “sente” che qualcosa sta accadendo ai bambini. Durante il rapimento dei figli di Peter, non appena la finestra della stanza dei ragazzi si apre, anche la finestra dietro l’anziana Wendy si spalanca: esiste un filo conduttore che, fin da subito, lega tutti coloro che sono disposti a credere nelle fate.

Hook rapimento

E in vista del nuovo duello, Campanellino sta a Peter come Spugna a Uncino: entrambi gli alleati sono la memoria storica dei tempi che furono, e non fanno che ricordare ai loro leader che c’è ancora bisogno di loro. “Ah sei proprio tu, ma sì, grande e grosso! Forse non è male che tu sia cresciuto, sei sempre stato più grosso di me, ma ora forse ci divertiremo il doppio!” esclama la fatina, che non ha mai dubitato della vera identità di Banning: Peter sarà anche diventato grande, ma ha ancora l’odore di chi ha cavalcato sulle ali del vento, di cento estati passate a dormire sugli alberi e delle avventure con indiani e pirati. Spugna, dal canto suo, ha il delicatissimo compito di tenere in piedi non solo l’umore del Capitano, ma anche l’immagine dello spietato filibustiere agli occhi della ciurma: l’equipaggio non può e non deve sapere che il suo idolo medita continuamente il suicidio. “Cosa sarebbe il mondo senza Capitan Uncino?” chiede retoricamente Spugna al vecchio pirata: “Ben detto molto arguto. Cosa sarebbe il mondo senza Capitan Uncino? Credo che berrò un altro goccetto”. Di fatto, è grazie alla capacità istrionica e alla parlantina di Spugna che la reputazione del più spietato dei pirati tiene ancora: “Sta per arrivare il re dei pesci grossi! Un can di pescecane! Un uomo così profondo che è quasi inaffondabile! Così furbo che piglia pesci anche quando dorme!”. Eppure Uncino, dopo aver impagliato il coccodrillo e averne fatto “una pendola silenziosa”, senza il suo storico avversario è divenuto una sorta di Ispettore Zenigata dopo l'arresto di Lupin: come può esservi avventura senza il brivido della caccia? Quando esclama ripetutamente “Io odio Peter Pan!” il Capitano esprime un doppio livello di frustrazione: oltre all’odio intrinseco per il suo avversario, non gli perdona di essere svanito nel nulla, lasciandolo per tanti anni solo e senza scopo. Ed è Spugna, stavolta, ad avere un campanellino nella mente: “Un fulmine mi ha attraversato il cervello” esclama, “Potreste farvi amare dai mocciosi”. Se Peter è davvero cresciuto, la sfida suprema è quella di portargli via ciò che ha di più caro: “Immaginate la facciaccia di Peter quando vi affronta e i suoi figli stanno lì al vostro fianco, pronti a battersi per il peggior corsaro tra i corsari dei sette mari, capitano Giacomo Uncino! Ah, non è una malvagità?”.

Bangherang

Tutti, nel film di Spielberg, si adoperano per riprendere un grande gioco delle parti interrotto molti anni prima. E tutti, nel tornare a giocare come un tempo, conservano un velo di malinconia. Il Capitan Uncino di Dustin Hoffman è un uomo solo che cerca il brivido della guerra che fu, la Wendy di Maggie Smith è una donna coraggiosa e nostalgica degli anni passati. Julia Roberts dà inoltre a Campanellino una vena di sottile inquietudine, nascosta sotto una patina di apparente entusiasmo: allegra ed energica, dentro di sé la fatina soffre per il proprio amore impossibile. L’unico personaggio che si permette il lusso di essere sempre se stesso è lo Spugna di Bob Hoskins: nel marasma generale, ne approfitterà per sgraffignare quanti più gioielli possibile: “È giunta l’ora di spugnare!”. E Peter? È un cinico e smemorato colletto bianco che deve recuperare il proprio fanciullo interiore: per tornare “bangherang” come il grido di battaglia dei suoi vecchi amici, gli occorre uno scossone pronto a ricordargli di essere stato, tempo addietro, il leggendario Pan. A tavola, dopo aver duellato con Rufio a colpi di retorica, Banning finge di prendere una cucchiaiata di cibo per scagliarla contro l’arrogante capobanda dei bimbi sperduti. E, con suo grande stupore, funziona. “Ci stai riuscendo” gli fanno notare, “A fare cosa?” chiede incredulo Banning, “A servirti della tua immaginazione”. E come ai vecchi tempi, la tavola è nuovamente imbandita di ogni genere di leccornia. Per il freddo avvocato è un primo passo dal Banning verso il Pan, prima che riaffiorino un mare di ricordi nascosti: sua madre, il giorno in cui decise di fuggire, l’arrivo sull’Isola, la piccola Wendy e la sera in cui, volando accanto alla vecchia finestra dei suoi genitori, scoprì che la sua famiglia lo aveva dimenticato. Un po’ come il giovane Frank Abagnale Jr. di Prova a Prendermi che, molti anni dopo e dietro un’altra finestra, scopre che la vita è andata avanti senza di lui.

Hook Prova a Prendermi

A oggi, Hook - Capitan Uncino è soprattutto la grande prova di un cast corale: Robin Williams, Dustin Hoffman, Bob Hoskins, Maggie Smith e Julia Roberts sono i tasselli di un puzzle che buca lo schermo e che suona come un’unica grande canzone sull’importanza di non perdere mai di vista il ragazzo che è in noi. Non a caso, la colonna sonora di John Williams è frutto di un articolato lavoro durante il quale venne accarezzata l’idea, poi accantonata, di dare vita a un film musicale. Williams scrisse otto canzoni, due delle quali sono state parzialmente incluse nel film: il motivetto “We Don’t Wanna Grow Up” cantato dai piccoli attori durante la recita scolastica iniziale, e When You’re Alone”, che si sente una notte nell’aria provocando grande malinconia nei pirati. Nel film appaiono vari cammei: Glenn Close è il pirata condannato alla bubboniera; Phil Collins è l’ispettore di polizia; la piccola Wendy, nei ricordi di Peter, è una giovane Gwyneth Paltrow; i due innamorati accanto al Big Ben, che iniziano a fluttuare sotto la polvere di fata di Campanellino, sono George Lucas e Carrie Fisher.  I grandi assenti ai festeggiamenti per i 25 anni del film saranno Robin Williams e Bob Hoskins, entrambi scomparsi nel 2014, e Arthur Malet, scomparso nel 2013, interprete di Tootles e noto per il ruolo del figlio del signor Dawes in Mary Poppins.

“È stato un gran bel gioco” esclamavano i bimbi sperduti ringraziando il loro idolo per il dono di un'altra avventura, “Grazie per aver creduto” replicava Peter volando via.

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