Hilda - stagione 1: la recensione della serie animata
La nostra recensione della serie Netflix tratta da Hilda, il fumetto creato da Luke Pearson
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Mai come nel 2018 Netflix si è impegnata nella produzione di serie animate destinate agli spettatori più giovani: tra i titoli più popolari, il reboot di She-Ra e adattamenti per il piccolo schermo di successi cinematografici come Trolls, Baby Boss e Capitan Mutanda. Tra questo proliferare di animazione di qualità c'è anche un personaggio noto agli amanti del Fumetto: Hilda, creata da Luke Pearson, la cui serie è edita in Italia da BAO Publishing.
La protagonista è un'amante della natura e deve accettare a malincuore la volontà della madre, trasferendosi a vivere in città, dove farà amicizia con Frida e David. I due compagni di scuola sono stati creati per la versione animata, permettendo agli autori di costruire episodi più elaborati e con un maggior numero di dialoghi rispetto alle avventure in solitaria dei fumetti, spesso ricche di silenzi che difficilmente sarebbero stati altrettanto efficaci in questo adattamento.
Non mancano i buoni sentimenti e le morali, ma il tutto è messo in scena in modo da non risultare retorico, così da strappare un sorriso anche agli spettatori più adulti. Non c'è la comicità a cui ci hanno abituato i prodotti statunitensi di questo tipo; troviamo invece un ritmo più rarefatto e una costante sensazione di incanto e mistero. Hilda, inoltre, non propone una continuity orizzontale vera e propria, ma negli ultimi episodi vengono ripescati molti elementi e personaggi visti nelle puntate precedenti.
Tra troll, giganti, minuscole creature, fantasmi, streghe e animali bizzarri, Hilda riesce rapidamente a conquistare i giovani amanti dei territori selvaggi, in attesa della seconda stagione che ci auguriamo sappia arricchire ulteriormente il suo universo.