Hideo Kojima è di nuovo al lavoro: cinque giochi che vorremmo sviluppasse | Speciale

Il papà di Metal Gear, Hideo Kojima, è al lavoro su qualcosa di nuovo e noi fantastichiamo su quale sarà il suo prossimo capolavoro

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Dopo aver insegnato a milioni di videogiocatori di tutto il mondo cosa sia il postmodernismo, grazie alla saga di Metal Gear Solid; dopo aver anticipato di qualche mese l’immediato futuro che avremmo vissuto in prima persona, con quel Death Stranding che tra lockdown e la febbrile attesa per un pacco da Amazon è diventato tremendamente realistico; Hideo Kojima è ufficialmente di nuovo a lavoro, alle prese con un progetto di cui, naturalmente, ancora non si sa assolutamente nulla.

Se sembra ormai chiaro che di P.T. non ne sentiremo mai più parlare, nemmeno in un progetto completamente slegato dalla saga di Silent Hill, come ovvio che fosse, che pur ne riprendesse lo splendido concept e l’affascinante setting, nulla ci vieta di immaginare, lavorando di fantasia, quale potrà mai essere questo misterioso gioco, su cui speriamo di mettere le mani prima di quanto possiamo mai sperare.

Ecco dunque, cinque titoli, tra il serio ed il faceto, che vorremo che Hideo Kojima sviluppi quanto prima.

Death Stranding 2

Il coraggioso, sperimentale, visionario gioco pubblicato meno di un anno fa ha tutto il potenziale per concederci un seguito. Sebbene l’idea di un titolo one shot sia di per sé affascinante, il brand di Death Stranding avrebbe ancora moltissimo da dire e dare, non fosse che la lore, l’ambientazione ed in generale l’universo immaginifico creato può essere esplorato in lungo ed in largo, magari con personaggi e situazioni completamente nuove che, chissà, possano in qualche modo far evolvere ulteriormente il gameplay di quella che diventerebbe a tutti gli effetti una saga.

Boktai: The Sun Is in Your Hand 2

Sebbene, a dire la verità, il particolarissimo Boktai: The Sun Is in Your Hand, abbia già avuto dei sequel, addirittura tre se si considera anche Lunar Knights per Nintendo DS, varrebbe la pena riprendere e riproporre il concept originario della saga. Il capostipite, pubblicato su Game Boy Advance nel 2003, era venduto in bundle con un sensore che catturava la luce solare per ricaricare la pistola di cui era dotato il protagonista, espediente ludico stuzzicante, che di fatto costringeva, o quanto meno consigliava, agli utenti di giocare all’aria aperta. In un contesto come il nostro, tra COVID e minacce di lockdown non è certo il clima ideale per un sequel di questo genere, ma romanticamente sarebbe il titolo più indicato di tutti per riscoprire, la prossima primavera, magari armati di Nintendo Switch, la gioia di uscire di casa senza più alcun timore o ansia.

Visual novel

Senza preoccuparsi troppo del gameplay, con una visual novel forse Hideo Kojima potrebbe dare libero sfogo alle sue doti di narratore, creando un mondo coerente, amalgamando una trama intrigante e affascinante al punto giusto. Inoltre, siamo sicuri che non perderebbe l’occasione per infarcire l’avventura di rimandi metareferenziali, che sfonderebbero continuamente la quarta parete.

Rhythm game

Non sappiamo come, del resto non siamo game designer, ma il genio di Hideo Kojima riuscirebbe sicuramente ad infarcire un rhythm game di enigmi, trovate geniali e, ovviamente, cut-scene. Qualcosa alla Elite Beat Agents, che si scontra con Electroplankton e Donkey Kong Jungle Beat. Il tutto ovviamente accordato da una colonna sonora composta da artisti fino a poco prima sconosciuti, che entrerebbero di prepotenza nelle playlist di Spotify di qualsiasi videogiocatore che si rispetti.

FIFA 22

Pensateci bene e lasciate perdere il brand di riferimento, perché potrebbe essere una saga tutta nuova, creata per l’occasione. Ma quanto sarebbe bello un titolo sportivo, magari simulativo, ma fino ad un certo punto, creato da Hideo Kojima? Di sicuro si assisterebbe a una modalità carriera degna di questo nome, con uno script ricco di colpi di scena e di lunghe cut-scene. Inoltre non mancherebbero tante piccole follie di gameplay che imprimerebbero un’evoluzione, riuscita o meno questo è incerto, al genere.

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