It's Not HBO - Showtime e il complesso dell'eterno secondo
Questo curioso slogan, datato 1987, riassume al meglio l’identità di Showtime e il complesso dell’eterno secondo da cui è afflitta...
Questo curioso slogan, datato 1987, riassume al meglio l’identità di Showtime e il complesso dell’eterno secondo da cui è afflitta. Perché quando l’obiettivo della vita è “avere quello che alla HBO manca” non è che poi si arrivi chissà quanto lontano.
Il primo show a essere trasmesso è uno special musicale con Rod Stewart, Pink Floyd e ABBA dal titolo Celebration. La programmazione iniziale include film (tra cui molti rivolti a un pubblico adulto), sport (pugilato e arti marziali) e documentari. Insomma, la stessa offerta HBO, diversificata quanto basta per non creare confusione a chi fa zapping.
La prima serie a trovare posto nel palinsesto è il drama Paper Chase nel 1983, che racconta le vicende di un gruppo di studenti di legge alla Harvard Law School. In realtà non è un prodotto originale Showtime: cancellato dopo una stagione dalla sorella maggiore CBS, viene resuscitato dopo un secondo passaggio sul network pubblico PBS. Paper Chase viene affiancato dai primi prodotti originali del canale, ovvero sit-com abbastanza tradizionali se non per la tematica affrontata, come Brothers, una delle prime comedy ad avere un protagonista dichiaratamente gay. Chiusa questa parentesi, bisogna aspettare dieci anni prima che l’emittente faccia di nuovo capolino nel mondo della serialità. Nel frattempo tenta la strada dei lungometraggi e altro materiale originale.
All'inizio degli anni '90 sul canale compaiono le prime serie erotiche softcore, tra cui la più famosa è Red Shoe Diaries. Nel 1995, ricalcando ancora una volta l’esempio HBO, Showtime prova a bissare il successo del rivale Tales of the Crypt proponendo la propria serie antologica, stavolta di fantascienza: The Outer Limits, ideale continuazione dell’omonima serie anni ’60, è una sorta di The Twilight Zone esclusivamente fantascientifico (quando invece la creatura di Rod Serling spesso deviava anche sul fantasy). Ne verranno realizzati 154 episodi. Il canale decide così di abbracciare il genere sci-fi e propone Stargate SG-1, Dead’s Man Gun, Lexx, Poltergeist: The Legacy.
Alla fine degli anni ’90 la HBO sforna opere di richiamo quali Oz, The Sopranos e Sex & The City. Per l’ennesima volta Showtime prova a stare al passo con Queer as Folk, remake della serie inglese su un gruppo di amici gay, e Resurrection Blvd., su una famiglia di latino-americani legata alla box.
La grande svolta arriva solo nel 2005, quando Showtime propone la prima stagione di Weeds. La comedy con Mary-Louise Parker che spaccia marijuana è il primo vero successo di pubblico E critica. La consacrazione definitiva arriva l’anno successivo con Dexter: il drama con protagonista il serial killer di serial killer raccoglie milioni (al plurale) di spettatori. Ed è subito cult.
È fatta. Showtime lancia a ruota The Tudors, Nurse Jackie, United States of Tara, The L World, Masters of Horror, fino ad arrivare oggi all’osannato e pluripremiato Homeland, poi Californication, Shameless, The Big C e Masters of Sex.
Purtroppo, nonostante i numerosi tentativi, il canale non sembra riuscire a replicare la formula HBO, prima di tutto perché incapace di sorreggere creativamente quei prodotti di qualità che spesso, dopo un inizio folgorante, mostrano presto il fiato corto.
Showtime non ha ancora risolto il suo complesso dell’eterno secondo, ed è una cosa che fa sorridere considerato il panorama seriale ormai sempre più affollato. Magari prima o poi riuscirà ad aprire gli occhi e a capire che invece di correre dietro alla competizione bisogna correre e basta.
Cult di sempre: Dexter, Weeds, Queer as Folk, Dead Like Me, The Tudors, The Big C, The L World, United States of Tara, Stargate SG-1, Masters of Horror, Red Shoe Diaries
In onda da tenere d’occhio: Shameless, Homeland, Masters of Sex