Harry, ti presento Sally... è miracoloso

Harry, ti presento Sally è un’opera perfetta che riesce nell’impresa di essere contemporaneamente nostalgica, senza tempo e pure moderna

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Harry, ti presento Sally… è su Amazon Prime Video

Ci sono film che sono inestricabilmente legati al loro tempo al punto da diventarne una rappresentazione da tramandare ai posteri. Ci sono invece film che trascendono il loro tempo e diventano racconto universale, incapace di invecchiare e valido sempre e per sempre. Ci sono infine film che il loro tempo riescono ad anticiparlo, a prevederlo e quindi in qualche modo a plasmarlo. E poi ci sono film come Harry, ti presento Sally… che riescono a fare tutte e tre le cose contemporaneamente, e per questo sono ricordati non solo come capolavori, ma proprio come modelli ideali, archetipi da seguire e dai quali partire per raccontare una storia.

Harry, ti presento Sally… come film nostalgico…

È forse il modo più facile per guardare al film di Rob Reiner, uscito nel 1989, esattamente a cavallo tra il decennio degli eccessi e dell’ottimismo spesso immotivato e alimentato in gran parte da Reagan e dal suo impatto culturale sugli Stati Uniti, e quello successivo, quello della morte delle illusioni e della poesia, della globalizzazione e (proprio sul finire) del terrorismo altrettanto globale, dell’eroina e della depressione. Harry, ti presento Sally… sta perfettamente a cavallo tra questi due modi di guardare al mondo: sprizza ancora ottimismo e voglia di vivere ma non per forza gioia di vivere, anzi è una di quelle commedie romantiche che comincia a raccogliere l’eredità di Woody Allen trasformando i suoi protagonisti in esseri umani tormentati ed estremamente introspettivi.

E quindi fallibili e di conseguenza più avvicinabili: il segreto di una buona commedia romantica è l’empatia, e Billy Crystal e Meg Ryan riescono – anche ma non solo grazie ai dialoghi a orologeria di Nora Ephron, perché una buona battuta rischia comunque di fallire se pronunciata male – a farci fare il tifo per due personaggi che hanno quasi più difetti che pregi, e che nello scoprirsi innamorati capiscono anche parecchie cose su di loro e le loro variegate disfunzionalità. Harry e Sally sono prodotti inconfondibili del loro tempo, e non a caso diventeranno il modello di riferimento di due o tre generazioni di protagonisti di rom-com, arrivando a percolare anche in TV (l’intero cast di Friends è composto da sei variazioni sul tema di Harry e/o Sally).

… e come film senza tempo

D’altra parte, però, Harry, ti presento Sally… ha l’ambizione di voler essere un film universale, che risponde a una domanda che l’umanità si porta indietro da secoli se non millenni: è possibile un’amicizia disinteressata e non intrecciata con l’attrazione fisica tra un uomo e una donna? In un certo senso, il fatto che sia questa la questione intorno a cui ruota tutto (tanto che viene esplicitata nel giro di pochi minuti) rende quello di Reiner di nuovo un film nostalgico: oggi dovremmo aver risolto l’annosa questione accordandoci per il “sì”, tanto è vero che le migliori commedie romantiche moderne non sfiorano più la questione ma preferiscono concentrarsi su altri temi più urgenti – che sia la sessofobia diffusa tra gli adolescenti (e non solo) come in Fidanzata in affitto o uno sguardo non maschile ai lati più luridi e poco dignitosi dell’esplosione ormonale adolescenziale come nel magnifico Bottoms.

Ma al di là delle nostre nuove consapevolezze, Harry, ti presento Sally… è prima di tutto un film che pone quella domanda, più che provare a rispondere (come dimostra il fatto che nel finale originale i due non finissero insieme). E che quindi ci mette di fronte a una serie di questioni, quelle sì senza tempo, che ci si ritrova ad affrontare nella pratica quando si fanno incrociare amicizia e attrazione fisica; questioni che erano valide nel 1989, quando La regola dell’amico era ancora in pieno vigore, quanto lo sono nel 2024, quando ormai abbiamo imparato che è possibile scindere i due piani senza causare un cataclisma. Perché si può avere una salda comprensione della teoria, ma non è detto che questa si traduca 1:1 nella pratica; e in certe situazioni il dubbio del “cosa abbiamo appena fatto?” rimane anche se si crede fortemente nella possibilità di un’amicizia non romantica tra uomo e donna.

Harry, ti presento Sally… è un film profetico?

L’ultimo elemento della sacra triade iniziale è il film che prevede il futuro; in questo senso, quello di Reiner è più che altro un film che ha contribuito a plasmarlo. La sceneggiatura di Nora Ephron è diventata il canovaccio su cui sono state costruite il 90% delle commedie romantiche successive, la regia di Rob Reiner ha fatto scuola tanto quanto la fotografia di Barry Sonnenfeld, che ha influenzato l'immagine cinematografica della New York del cinema almeno quanto avevano fatto i film di Woody Allen vent’anni prima.

In un certo senso, Harry, ti presento Sally… è come L’esorcista. D’accordo, a differenza del film di Friedkin non è stato il primo rappresentante del suo genere, ma è stato comunque un punto di svolta, un momento decisivo che da solo definisce un prima e un dopo; un modello le cui tracce si ritrovano ovunque, non tanto perché nel 1989 facesse qualcosa per la prima volta, ma perché nessuno l’aveva ancora fatto così bene, e in maniera così chiara e facilmente riproducibile cambiando pochi dettagli. Un film che ha fatto esclamare a intere generazioni di registi e sceneggiatori: “I’ll have what she’s having”.

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