Harry, ti presento Sally compie 25 anni

25 anni dall'uscita americana della commedia che ha definito un'epoca e cambiato per sempre la guerra dei sessi su grande schermo

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C'è la commedia romantica prima di Harry ti presento Sally e la commedia romantica dopo Harry ti presento Sally.

La produzione era partita con l'ambizione minima di trovare delle location a New York non ancora sfruttate da Woody Allen. Ironico.

Alla fine Rob Reiner (regista), Andrew Scheinman (produttore) e Nora Ephron (sceneggiatrice) avrebbero realizzato una delle rom com più belle della Storia del Cinema. Un film perfetto, come l'avrebbe definito François Truffaut. Un'opera che avrebbe fortemente influenzato nella sua commerciabile sofisticatezza altri due pezzi da novanta dei futuri '90 come Quattro matrimoni e un funerale (1994) e Il matrimonio del mio migliore amico (1997).
Come spesso capita con il cinema, il segreto del successo di questa adorabile storia d'amore nasce da un rapporto che travalicò il senso di collaborazione artistica.
Nasce da un'amicizia uomo-donna. Parliamo dell'incontro tra Rob Reiner e Nora Ephron.

Non solo regista veterano di Hollywood reduce all'epoca già da buoni successi come This is Spinal Tap (1984), Stand By Me (1986), La storia fantastica (1987) ma soprattutto popolarissimo fin da ragazzino presso le case degli americani per via del suo ruolo nella popolare serie tv Arcibaldo (1971).
Ma Reiner, se vuole affrontare Woody Allen sul campo della commedia romantica sofisticata senza uscirne con le ossa rotte, non ha bisogno solo di un buon produttore esecutivo che gli trovi un marciapiede ancora non utilizzato dal regista di Io & Annie (1977) e Manhattan (1979). Ha bisogno di una voce femminile. E' lì che può fregare Allen. Gli serve un contraltare alla sua tecnica da consumato comedian figlio d'arte (papà Carl ha lanciato al cinema Steve Martin e mamma Estelle pronuncerà una battuta in riposta a un certo orgasmo simulato che entrerà nella Storia).

Reiner ha bisogno di una sceneggiatrice.

La troverà in Nora Ephron, ex giornalista, già scrittrice e donna di frequentazioni e matrimoni tempestosi (il secondo fu con Carl Bernstein, uno dei due mitici giornalisti che svelarono lo scandalo Watergate). Harry, ti presento Sally sostanzialmente nasce da lunghe telefonate. Le stesse che si scambieranno nel film proprio il consulente politico Harry interpretato da Billy Crystal e la giornalista con la faccia di una giovane Meg Ryan. Ore e ore e ore di chiacchiere tra un uomo e una donna rispettivamente di 42 e 48 anni. Lui (Reiner) vagamente depresso e in cerca di recuperare da un divorzio ancora non metabolizzato. Lei (Ephron) appena reduce, addirittura, dal terzo matrimonio.

Il potere della donna.

meg ryan harry ti presento sally

Non è un dettaglio da poco. I personaggi vengono fuori dalle loro ore al telefono senza alcuna implicazione sentimentale (a differenza del film). Reiner confessa alla Ephron di crogiolarsi in uno spleen da single malinconico che ricorda non poco quello del protagonista Theodore in Lei di Spike Jonze.

Il personaggio di Billy Crystal, che a un certo punto della pellicola sfoggerà una barba molto “reineriana”, ha un miglior amico che è uno dei migliori amici di Reiner stesso ovvero quel Bruno Kirby con cui parla di affari di cuore durante le partite di football americano (scena copiata nel delizioso Santa Maradona di Marco Ponti con il calcio a sostituire yard e palle ovali).

Sally non è Nora Ephron. E' più giovane (31 rispetto ai 48 della sceneggiatrice) e leggermente più insicura. Ma in lei ci sono i connotati tipici di questa donna forte, dalla lingua lunga, sessualmente disinibita, abbastanza esperta di uomini, perfettamente in grado di simulare un orgasmo per convincere l'amico maschio che sì... le donne possono farlo e chissà quante volte l'hanno fatto a lui. Scena epocale emblema del women power raggiunto dalle signore dopo le rivoluzioni femministe anni '60 che già tanto avevano interessato e affascinato Woody Allen. Gli anni '80 segnano e insegnano che la donna può fare carriera (Un donna in carriera di Nichols del 1988).

La fine degli anni '80 è l'aggressività rosa. L'orgasmo è mio e me lo simulo io.

Sally, inoltre, è molto più alta di Harry. Questo film conserva dentro di sé un altro interessante germe di futuro racconto rosa pronto a diventare celeberrimo.
Dentro Harry, ti presento Sally c'è Sex and the City, la popolare serie tv nata nel 1998.

Fate caso alla scena in cui Sally chiacchiera in un bar sul laghetto di Central Park con l'amica disinibita come lei Marie e la single disperata Alice. Guardate come sono ben vestite, osservate i bicchieri colmi di vino e sentite la sicura libertà con cui affrontano e discutono l'universo maschile e le loro situazioni sentimentali. Si parla di uomini sposati che non possono garantire niente di più oltre il ruolo di amanti, orologio biologico, introvabili single minimamente decenti a New York, occasioni perse e la minaccia di una vita in cui: “L'uomo giusto per te forse è lì che ti aspetta: e se non lo acchiappi tu lo farà qualcun'altra, e passerai il resto della tua vita sapendo che un'altra donna ha sposato tuo marito”.

Marie tirerà addirittura fuori dalla borsa uno schedario degli scapoli minimamente appetibili rimasti in città che ricorda non poco gli esilaranti dossier sugli amici meticolosamente conservati nel suo appartamento dal single pazzo e assassino Michele Apicella in Bianca (1984) di Nanni Moretti.

Conclusione: tre donne di fascia sociale medio alta e gli uomini. Sex and the City nasce qui. Al minuto 23.

E vogliamo parlare di quanto questo film abbia influenzato il panorama delle sitcom dei '90 da Friends (1994) a Will & Grace (1998)?

Mai prima di Harry, ti presento Sally la guerra dei sessi era stata affrontata con tale pacifica chiarezza. Dall'orgasmo simulato che sciocca Harry alla teoria delle donne ad alto mantenimento/basso mantenimento che incupisce Sally perché lei, per Harry, appartiene alla prima categoria anche se è convinta di far parte della seconda.

Sono passati 25 anni dalla distribuzione cinematografica statunitense di questa gemma. Dopo il grande successo del film Billy Crystal avrebbe condotto per nove edizioni la Notte degli Oscar. E Meg Ryan sarebbe diventata la fidanzatina d'America. Né Rob Reiner né Nora Ephron avrebbero più raggiunto quei livelli di perfezione nel campo della commedia sentimentale. Ma va bene così, ragazzi. Va benissimo.

Vogliamo fantasticare sul fatto che un giorno, magari a un party di metà '80 dove erano presenti entrambi, qualcuno li abbia fatti incontrare dicendo:
“Rob, ti presento Norah...”.

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