Harry Potter: come vorremmo che fossero i nuovi Harry, Ron ed Hermione nella serie

La ricerca dei prossimi Harry, Ron ed Hermione è ufficialmente iniziata: ecco cosa ci aspettiamo dal nuovo casting della serie HBO

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La ricerca del nuovo trio è ufficialmente iniziata: con un annuncio a sorpresa la Warner Bros. ha lanciato un casting aperto per trovare i volti dei prossimi Harry Potter, Ron Weasley ed Hermione Granger. Ecco cosa ne pensiamo.

Era il lontano 21 agosto 2000 quando con una conferenza stampa la Warner Bros. presentava al mondo gli allora poco più che undicenni Daniel Radcliffe, Rupert Grint ed Emma Watson, i giovani attori che di lì a poco sarebbero diventati tre dei volti più iconici della storia del cinema.

Ventiquattro anni dopo la storia sta per ripetersi: il 9 settembre 2024 è infatti ufficialmente partita la ricerca del nuovo “Golden Trio” che diventerà protagonista della nuova serie tv targata HBO, remake della famosissima saga cinematografica nata dai romanzi di J.K. Rowling.

Nel cuore di molti Harry, Ron ed Hermione avranno sempre il volto di Daniel, Rupert ed Emma, ma questo nuovo adattamento in formato seriale è un'occasione imperdibile per la Warner Bros. di tornare non solo ad incantare il pubblico con una storia amatissima, ma di provare a ripetere quell'esperienza unica che tanto ha caratterizzato il franchise originale: la possibilità per il pubblico più giovane di crescere insieme agli attori protagonisti. Ma cosa ci aspettiamo da questo casting? Quanto conta essere fedeli ai libri? In cosa i nuovi Harry, Ron ed Hermione dovranno somigliare al passato e in cosa invece dovranno differenziarsi? Scopriamolo in questo

Un nuovo Bambino Che È Sopravvissuto

«Forse per il fatto che viveva in un ripostiglio buio, Harry era sempre stato piccolo e mingherlino per la sua età. […] Harry aveva un viso sottile, ginocchia nodose, capelli neri e occhi verde chiaro. Portava un paio di occhiali rotondi, tenuti insieme con un sacco di nastro adesivo per tutte le volte che Dudley lo aveva preso a pugni sul naso. L’unica cosa che a Harry piaceva del proprio aspetto era una cicatrice molto sottile sulla fronte, che aveva la forma di una saetta. Per quanto ne sapeva, l’aveva da sempre, e la prima domanda che ricordava di aver mai rivolto a zia Petunia era stata come se la fosse fatta.»

(Harry Potter e la Pietra Filosofale, cap. 2 , p. 24)

Per quanto la fedeltà estrema alle descrizioni fisiche cartacee per un adattamento non sia mai un requisito fondamentale (ma anzi piuttosto ridicolo), il dettaglio degli occhi verdi di Harry è sempre stato un pomo della discordia per i fan della saga. Daniel Radcliffe ha infatti dei bellissimi occhi azzurri, che nel corso del primo film si scelse di mantenere a causa di un'aspettata allergia dell'attore alle lenti a contatto. Occhi a parte, sono però altre le caratteristiche che il nuovo interprete di Harry Potter dovrà incarnare. Il personaggio protagonista nato dalla penna di J.K. Rowling è il prototipo dell'eroe riluttante, colui che quasi per caso si ritrova a compiere gesta incredibili, con una grande forza di carattere, coraggioso, leale, determinato e sempre pronto a lottare per ciò che è giusto. La più grande risorsa di Harry è senza dubbio il suo altruismo, la sua capacità di provare amore ed empatia verso il prossimo, tutte caratteristiche che gli adattamenti cinematografici hanno ampiamente mostrato.

Ciò che forse in passato non abbiamo visto è il lato meno ammirevole di Harry: nei libri il ragazzo non manca infatti di essere irascibile ed impulsivo, a volte vendicativo e in alcune occasioni, come durante gli eventi de L'Ordine della Fenice, piuttosto insopportabile. Non è insomma l'eroe perfetto e senza difetti, ma al contrario è molto spesso un ragazzino dagli atteggiamenti piuttosto normali, che poi per caso si ritrova a combattere contro serpenti giganti e maghi oscuri. Ciò che però contraddistingue più di tutto Harry Potter è la sua capacità di rialzarsi nonostante l'enorme sofferenza che sperimenta nel corso della sua vita: Harry infatti possiede una sorta di forza d'animo ancestrale, una luce di speranza che lo anima e che riesce a trasmettere a chiunque gli stia vicino. Parlando del casting di Daniel Radcliffe, l'allora produttore David Heyman usò un'espressione molto particolare per descriverlo: “Daniel era un'anima antica in un corpo di bambino”. Forse ciò che più di tutto dovrà caratterizzare il nuovo giovane attore che verrà scelto per interpretare Il Bambino Che È Sopravvissuto sarà una certa profondità nello sguardo, una nobiltà d'animo e una capacità innata di trasmettere sia perdita che curiosità, sia sofferenza che voglia di vivere.

Ron, un amico leale

«Lascialo respirare Hermione – disse Ron con un gran sorriso, chiudendo la porta dietro Harry. Sembrava cresciuto di parecchi centimetri durante il mese di separazione, ed era più alto e dinoccolato che mai, anche se il naso lungo, i capelli di un rosso acceso e le lentiggini erano gli stessi.»

(Harry Potter e l'Ordine della Fenice, cap. 4, p. 69)

L'essere un pel di carota è senza dubbio una particolarità fisica fondamentale di Ron, un dettaglio a cui nessun fan della serie sarà mai disposto a rinunciare. Ma Ronald Bilius Weasley è molto di più che le sue lentiggini e i suoi capelli rossi. È lo stereotipo del migliore amico, simpatico, leale, pronto a tutto per difendere i propri amici e la propria famiglia, coraggioso, premuroso e gentile, sebbene molto spesso sia descritto come imbranato ed insensibile ma più per distrazione che per cattiveria. Amato tantissimo dai lettori della saga è forse però il personaggio che meno di tutti è riuscito a fare breccia nel cuore dei non lettori, nonostante la perfetta interpretazione di Rupert Grint, che è riuscito a sfruttare al meglio ciò che la sceneggiatura gli consegnava regalando sempre interpretazioni emozionanti, accattivanti e soprattutto memorabili.

Per quanto anche nei libri Ron attraversi dei momenti di gelosia occasionale verso Harry, questa insicurezza deriva dal sentirsi costantemente messo in ombra dai suoi cinque fratelli maggiori e dal dover in un certo modo competere con il proprio migliore amico famoso, un aspetto caratteriale che nella saga cinematografica è stato quasi del tutto omesso. Dettaglio questo che lo rende forse il più umano tra i personaggi della saga, colui che come molti di noi sperimenta gelosie e invidie per poi rendersi conto dei propri errori. Nei film però il suo ruolo è ridotto molto spesso a quello di comic relief della situazione, ritratto come il più codardo e come colui che meno di tutti contribuisce alla storia (pensate addirittura che molte sue battute sono state letteralmente rubate ed attribuite ad Hermione). Sebbene sia comprensibile che gli autori dei film avessero la necessità di inserire la commedia in una storia molto spesso drammatica e che inoltre volessero sfruttare al massimo il tempismo comico di Grint, ciò non doveva essere fatto a discapito della crescita e della personalità del personaggio, che purtroppo è tra tutti quello più sacrificato. Per il prossimo Ronald ci aspettiamo che venga restituita più tridimensionalità e che l'attore che lo interpreterà abbia la capacità di essere divertente ma allo stesso tempo di trasmettere una grande profondità d'animo.

Hermione, un'insopportabile “so-tutto-io”

«Il ragazzo che aveva perso il rospo era tornato, ma questa volta con lui c'era una ragazzina che indossava la sua uniforme di Hogwarts nuova fiammante. – Qualcuno ha visto un rospo? Neville ha perso il suo – disse. Aveva un tono autoritario, folti capelli bruni e i denti davanti piuttosto grandi.»

(Harry Potter e la Pietra Filosofale, cap. 6 , p. 103)

Come nel caso di Daniel Radcliffe a cui vennero provate delle lenti a contatto verdi, anche nel caso di Emma Watson si provò ad aggiungerle delle protesi dentarie per rendere i suoi denti davanti più sporgenti. Se infatti si guarda l'ultima scena de La Pietra Filosofale, la prima ad essere girata, si può notare che la ragazzina ha i denti anteriori più grandi rispetto al resto del film. Le protesi in seguito vennero abbandonate perchè inficiavano la recitazione della Watson e non furono mai più riprese, nonostante nei libri siano spesso al centro di numerose scene di bullismo nei confronti della ragazza. Hermione nei libri è infatti ritenuta bruttina dai suoi compagni, o per lo meno non canonicamente bella come invece è il caso della Watson: ma nella Hollywood degli anni 2000 non si era certo coraggiosi in fatto di scelte di casting femminili, e ad esclusione del primo film, tutti gli sforzi furono adoperati per rendere Hermione più bella possibile, dettaglio che di fatto depotenziò il suo cambiamento nel quarto film, che nel libro è invece molto più radicale.

Ma bellezza e frivolezze a parte, l'Hermione dei film è forse tra i tre quella che maggiormente ha subito delle smussature rispetto alla sua controparte letteraria. Estremamente intelligente e brillante, pragmatica, piena di risorse, tenace ma anche sensibile e compassionevole, Hermione è di fatto la mente del trio, colei senza la quale probabilmente Harry non avrebbe potuto portare a termine nemmeno la metà delle sue gesta. Essere intelligenti però non vuol dire essere perfetti, e sotto questo aspetto l'Hermione dei film può essere descritta come l'emblema della “Mary Sue”: si tratta di un termine adoperato per descrivere un personaggio femminile caratterizzato da un'idealizzazione eccessiva, privo di difetti considerevoli, le cui capacità ed abilità tendono ad essere esagerate, talmente perfetto da essere quasi una parodia di se stesso. L'Hermione dei libri è invece decisamente meno tuttofare e più spigolosa, sicuramente non brava in tutto, a tratti prepotente, spesso paternalista ed a volte ottusa ed arrogante nelle sue convinzioni. Questo trattamento diciamo speciale può essere spiegato con il fatto che all'epoca del primo adattamento Hermione fosse il personaggio preferito dello sceneggiatore Steve Kloves, che di fatto riversò in lei molte qualità di altri personaggi, ad esempio di Ron.

Questo non vuol dire che Hermione non sia un personaggio bellissimo, tutt'altro: parliamo di un'eroina che per anni ha rappresentato un modello per molte ragazzine cresciute con la saga e non solo per il suo essere la secchiona del gruppo: Hermione è infatti affascinante per la sua sfaccettata e spesso contraddittoria personalità, per essere una ragazza di aspetto “comune”, dal carattere spesso insopportabile e saccente, ma dotata di un'intelligenza e di una bontà d'animo che la rendono straordinaria. L'auspicio è che la nuova serie scelga una giovane interprete in grado di rappresentare al meglio non un'eroina bella e perfetta che susciti l'interesse del pubblico, ma piuttosto una ragazza che al contrario non abbia paura di risultare antipatica pur di essere se stessa.

Un nuovo Golden Trio

Gli attori bambini sono una gemma rara da scovare e forse proprio per mantenere l'autenticità dei personaggi cartacei, come in passato anche stavolta la Warner Bros. ha optato per un casting aperto,indirizzato a bambini di età compresa tra i nove e gli undici anni residenti nel Regno Unito e in Irlanda, i quali dovranno dare prova di essere all'altezza degli attori che li hanno preceduti. Per chi non lo sapesse infatti molti dei giovani interpreti della saga furono selezionati tramite provini itineranti nelle scuole inglesi o grazie alla visione di particolarissimi self tape : è il caso rispettivamente di Emma Watson e Rupert Grint, che furono scelti la prima grazie al suggerimento di un insegnante, che vide nella giovane ragazzina una Hermione perfetta, mentre il secondo per merito di un originalissimo video in cui lo stesso Rupert esprimeva rappando la sua voglia di essere Ronald Weasley. Diversamente andò invece per Daniel Radcliffe, un già all'epoca talentuoso attore bambino, che fu letteralmente puntato e persuaso ad accettare il ruolo (non senza difficoltà) dal produttore David Heyman e dal regista Chris Columbus.

Per la serie HBO ai candidati viene chiesto di presentare due video, della durata massima complessiva di un minuto e mezzo, in cui nel primo dovranno recitare nel proprio accento un breve racconto o una poesia (nulla tratto da Harry Potter), mentre nel secondo sono invitati a descrivere qualcosa della propria vita. A colpire dell'annuncio è il dettaglio sull'attenzione a “garantire un casting inclusivo e diversificato”, invitando i candidati a proporsi senza considerare etnia, sesso, disabilità, razza, orientamento sessuale o identità di genere. È chiara l'intenzione di distanziarsi da qualsiasi critica mossa posteriormente ai film, che comprendevano un cast quasi esclusivamente di attori bianchi, così come ad ovviare le possibili obiezioni relative alle posizioni etiche ormai note dell'autrice J.K. Rowling. Si tratta di una mossa prevedibile ma non per questo banale o non auspicabile, dal momento che parliamo di un nuovo adattamento che deve necessariamente riflettere e rappresentare il nuovo pubblico a cui si rivolge.

Con questo nuovo cast la Warner Bros. ha finalmente l'occasione, anche grazie al supporto dei libri, di mostrare qualcosa di inedito e di raccontare in profondità una storia che per molti versi non è stata ancora raccontata. Questo però non esclude la possibilità di andare anche oltre la base letteraria di partenza e di confezionare un vero e proprio remake, un nuovo adattamento che in passato, causa scelte autoriali o più specificatamente dettate dai tempi, non è stato possibile realizzare.

Con una prima stagione di debutto prevista per il 2026, la nuova serie ambientata nel Wizarding Worldconta di produrre complessivamente sette stagioni, una per ciascuno dei libri della saga di Harry Potter. A gestire la stesura delle sceneggiature in veste di showrunner ci sarà Francesca Gardiner mentre come regista e produttore esecutivo è stato scelto Mark Mylod. Anche J.K. Rowling comparirà in veste di produttrice esecutiva, mentre la produzione sarà affidata alla Warner Bros. Television, alla Brontë Film di Rowling, oltre che alla Heyday Films di David Heyman, che ha curato in passato la produzione degli otto film.

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