Harry Potter: la classifica dei villain della saga

Grandi eroi hanno bisogno di grandi nemici, e Harry Potter non fa eccezione: qual è il vostro villain preferito? La nostra classifica

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Benvenuti a Serpeverde! Se il cappello parlante vi ha indirizzati da queste parti, vuol dire che siete affascinati dal ‘lato oscuro’ della magia. E non potremmo darvi torto. Come accade per tutte le migliori saghe letterarie e cinematografiche, grandi eroi hanno bisogno di grandi nemici, e il mondo magico di Harry Potter non fa eccezione: dagli arroganti maghi purosangue di casa Malfoy ai viscidi traditori come Peter Minus fino ad arrivare all’Oscuro Signore in persona, la saga può vantare una galleria invidiabile di malvagi e antagonisti di ogni genere. Qual è il vostro preferito? Proviamo, poste le consuete clausole di arbitrarietà e gusti personali tutt’altro che definitivi, a stilare una classifica dei villain del mondo magico di Hogwarts e dintorni.

Vernon, Petunia e Dudley Dursley

Il posto più basso della classifica non poteva che spettare alla famiglia babbana per eccellenza di Privet Drive. Se nei primi capitoli della saga la famiglia Dursley svetta per odiosità con le sue angherie, le sue preferenze e la sua ostilità nei confronti di Harry, andando a guadagnarsi un posto nel pantheon di tutte le matrigne, i patrigni e i “genitori” alternativi fallaci di tutte le favole, man mano che gli anni si susseguono, la posta in gioco si alza e il mondo magico si amplia, i Dursley perdono di mordente e da cattivi diventano più patetici, figure meschine sballottate in un mondo e in una vicenda infinitamente più grande di loro. La meschinità non scusa la cattiveria, tuttavia, e ai Dursely resta molto da farsi perdonare. Graditi i barlumi di umanità mostrati in fascia ‘crepuscolare’ da Petunia e Dudley, ma è poca cosa per dei personaggi che finiscono per essere ricordati più come un fastidio che altro.

Rita Skeeter

La spregiudicata e inarrestabile giornalista d’assalto della Gazzetta del Profeta rientra in quella categoria di figure che non possono essere considerate dei nemici mortali veri e propri, ma che nondimeno riesce a guastare la vita a Harry e compagni notevolmente. Alla pari di Gilderoy Allock, non manca di suscitare una certa simpatia cialtronesca nella sua spregiudicatezza, complice anche l’interpretazione ruspante di Miranda Richardson, ma ogni barlume di sorriso che potrebbe suscitare la persona viene spazzato via dai suoi articoli, che tra travisamenti, mezze verità, bugie plateali e interpretazioni tendenziose rende benissimo l’idea di come il ‘linciaggio mediatico’ e l’asservimento della stampa al potere siano una cruda realtà anche nel mondo della magia.

Gilderoy Allock

Qui i pareri sono divisivi. Perché da un lato è facile ridere del vanesio Allock, delle sue smargiassate, e della “fuffa” con cui maschera la sua completa incapacità e perché ancora una volta l’attore che lo interpreta, Kenneth Branagh, si diverte e diverte nel fornire un’interpretazione sopra le righe del sedicente professore di difesa contro le arti oscure e fondatore del Club dei Duellanti. Ma al di là degli incantesimi fallaci, della vigliaccheria mascherata da coraggio e delle scuse campate in aria, quando la verità su Allock viene a galla, scopriamo che per costruirsi la sua reputazione, il truffatore per eccellenza non ha esitato a togliere di mezzo e a devastare la mente dei veri responsabili dei suoi trionfi, cosa che lo mette quasi alla stregua di un serial killer, e decisamente meritevole di un posto in questa classifica.

Peter Minus

Come nel caso dei Dursley, la meschinità non pregiudica la cattiveria e il più infido dei Malandrini si porta addosso colpe (o meriti, a seconda dei punti di vista), eclatanti. Nell’antefatto della saga è il suo tradimento a provocare la morte di James e Lily Potter, Sirius Black sconta ad Azkaban una pena che sarebbe dovuta spettare a lui, e nel corso dell’ultima Guerra dei Maghi Minus ha un ruolo cruciale nel provocare il ritorno definitivo di Lord Voldemort, aggiungendoci in sovrappiù la tragica morte di Cedrig Diggory. Viene amaramente da pensare che la vigliaccheria e il doppiogiochismo di Peter Minus abbiano fatto più danni di molti dei peggiori Mangiamorte. Minus è un altro villain che ritrova un barlume di redenzione in punto di morte, ma il suo “autostrangolamento” lo accogliamo più come un atto tardivo di giustizia che non come atto di compassione nei confronti del personaggio, gravato da troppe malefatte. Ci consoliamo pensando che dieci anni passati in forma di topo presso i Weasley non devono essere stati piacevoli.

Draco Malfoy

Ci sono certi tratti del giovane Malfoy che sono imperdonabili: snob, presuntuoso, razzista, bullo e provocatore… ma ha anche dei difetti! Draco è un altro personaggio che può vantare di un discreto seguito grazie all’ottima interpretazione dell’attore Tom Felton, ma è innegabile che sia dotato di almeno una piccola dose di carisma personale. Il sarcasmo con cui ‘blasta’ a ripetizione il trio ci regala alcune delle battute più feroci della saga, e quando si giunge al dunque, dietro la facciata aggressiva e megalomane affiorano debolezze e dubbi che finiscono per allontanarlo dalla strada dell’assassino per scelta e intrappolarlo in una gabbia apparentemente senza via d’uscita, debole in un mondo di criminali forti e spietati. E anche il Potteriano più convinto dovrà ammettere che le assegnazioni arbitrarie di punti alla Coppa delle Case gridano vendetta. Per forza poi ti viene voglia di uccidere il preside.

Lucius Malfoy

L’entrata in scena di Malfoy padre è quella dei villain di grande effetto: carismatico, gelido, elegante, controllato, con un look sofisticato fino all’ostentazione che “parla” del personaggio meglio delle sue parole, al punto che nel momento in cui lui e Voldemort si ritrovano faccia a faccia, viene qualche dubbio su chi dei due incarni meglio l’ideale del Signore Oscuro. Purtroppo da quel momento in poi la strada di Malfoy è tutta in discesa: all’apparenza non seguono i fatti e la progressiva caduta in disgrazia del nobile purosangue sfocia in una figura consumata e travolta dagli eventi che poco ha da dire e da fare nelle fasi finali della guerra. Il fatto che riesca a sgusciare via insieme alla famiglia all’ultimo minuto e a scampare ancora una volta alle ripercussioni della sua affiliazione è, tutto sommato, il risultato migliore che poteva sperare di ottenere.

Bellatrix Lestrange

“Ce n’è uno in tutte le famiglie.” O in tutte le saghe, potremmo dire. La scheggia impazzita, la pecora (più) nera, l’elemento incontrollabile, quello da cui puoi aspettarti di tutto e che riesce comunque a sorprenderti, un pericolo tanto per i suoi nemici quanto per i suoi alleati. Helena Bonham Carter affonda i denti con gusto in un ruolo che le permette di scatenarsi fino in fondo e il bagliore di follia negli occhi di Bellatrix che accompagna ogni sua entrata in scena ci fa stare sulle spine e ci fa temere di tutto. Bellatrix ha anche un ragguardevole computo delle vittime di cui vantarsi, prima tra tutte la tragica dipartita di Sirius Black proprio nel momento in cui il riabilitato prigioniero di Azkaban si stava riaffacciando alla vita. Sono molti i villain di Harry Potter che rivelano un lato più umano, dei dubbi o qualche lato nascosto che li rende più umani. Bellatrix Lestrange è fieramente al di fuori di questa schiera, scellerata fino in fondo.

Voldemort

Il Signore Oscuro per eccellenza non ha bisogno di presentazioni. Tom Marvolo Riddle incarna il male con tale convinzione che dell’aspetto umano del personaggio resta poco o nulla: Colui Che Non Deve Essere Nominato diventa quasi un’entità, un simbolo, un concetto: un po’ come il Sauron della Terra di Mezzo, è il fulcro remoto e imperscrutabile che irradia la sua nefasta influenza su tutto e tutti. Ralph Fiennes fa un ottimo lavoro nell’interpretarlo come una forza innaturale scatenata e inarrestabile. Interessanti anche quei momenti in cui ne sottolinea le nevrosi e l’instabilità, nel tentativo forse di renderlo più umano e rapportabile, ma in ultima analisi il lato umano di Voldemort non va oltre la piccola carcassa tremebonda e rannicchiata che compare a Harry nella sua visione finale. Con la sua dipartita, proprio come nel caso del suo predecessore Tolkieniano, si dissolve un’ombra che incombeva su tutto il mondo magico e un’intera nazione può ritrovare la luce.

Dolores Umbridge

A sorpresa, ma forse non più di tanto, la crudele insegnante che sovverte lo stato delle cose a Hogwarts trasformando la scuola in un incubo ruba il primo posto alla nemesi per eccellenza. Ma forse non dovremmo stupirci più di tanto: là dove quello di Voldemort è un male concettuale, simbolico, universale, ma forse più astratto, la perfidia della Umbridge è tangibile, urticante e fin troppo reale, acuita ancora di più dalla facciata di finta benevolenza e dalle parole e dall’aspetto mielato con cui la terribile neo-preside avviluppa le sue malefatte. Quasi nessuno di noi ha avuto a che fare con un Voldemort, ma tutti, a scuola, sul lavoro o altrove, prima o poi, ci siamo imbattuti in una Dolores Umbridge e nei suoi ‘ehm ehm’ che preannunciavano decisioni e atti riprovevoli. Anche in questo caso, applausi a non finire a Imelda Staunton, che ha incarnato alla perfezione il personaggio, e alla mente della Rowling, che tra gattini, vocine suadenti e completini rosa ha creato l’incarnazione perfetta dell’incubo di tutti gli studenti.

Fuori Concorso: Severus Piton

Ovviamente, Piton ci mette in crisi, e lui probabilmente sarebbe fiero di farlo. Perfino nelle schiere degli appassionati non c’è unanimità: c’è chi lo ritiene un eroe tra i più stoici e nobili, disposto a sacrificare tutto in nome della causa, e chi lo ritiene comunque un individuo maligno, oscuro e irredimibile, a prescindere dalle sue scelte finali. Cosa che lo metterebbe indubbiamente ai vertici di questa classifica, ma il fatto è che l’uno è imprescindibile dall’altro: lo studente timido, introverso e vessato che si innamora segretamente di Lily Potter non può esistere senza il Mangiamorte conclamato pronto a macchiarsi degli atti peggiori per entrare nelle grazie del Signore Oscuro e viceversa. In un mondo dove eroi e malvagi sono divisi piuttosto nettamente, Severus Piton resta perennemente in bilico tra i due schieramenti, e nel farlo si consegna alla storia come uno dei personaggi più umani, imperfetti, tragici, ammirevoli e deprecabili. Col senno di poi, nessuno al di fuori di Alan Rickman avrebbe potuto rendergli giustizia a dovere.

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