Harrison Ford: "acting the action" da Indiana Jones a Blade Runner 2049
È probabilmente il più grande attore di sempre dentro l'azione. Non stiamo parlando né di Bruce Lee né di Jean-Claude Van Damme, bensì del solo e unico Harrison Ford
Un modello.
Divenne già una scultura, in carbonite, a 38 anni per Star Wars - Episodio V - L'Impero Colpisce Ancora quando il suo Han Solo fu pietrificato da Darth Vader.
Harrison Ford è stato un punto di riferimento a livello recitativo nel corso del '900 e non solo.
Voi riderete visto che, a differenza dei vicini d'età Michael Douglas e Anthony Hopkins (giusto per citarne due) non è mai arrivato all'Oscar avvicinandosi alla statuetta solo nel 1986 grazie a Witness di Peter Weir.
Quando digitiamo che Harrison Ford è stato un punto di riferimento per i suoi colleghi ci riferiamo alla sua arte ovvero il cosiddetto acting the action quella bizzarra capacità, tra una controfigura e l'altra, di tirare fuori il meglio di sé come interprete durante sofferte sequenze di azione, sia che gli lussassero una ad una le dita di una mano (Rutger Hauer in Blade Runner), sia che cercasse disperatamente di assumere un antidoto durante una scazzottata nella Shangai del 1935 (Indiana Jones e Il Tempio Maledetto), oppure che si dimenasse per i tetti di Parigi tra tacchi rotti, calze smagliate e penzolamenti nel vuoto in compagnia di Emmanuelle Seigner in Frantic (1988) di Roman Polanski. Siamo tutti cresciuti con gli strabuzzamenti d'occhi di Harrison Ford durante scene in cui soffriva, prendeva le botte, si rotolava per terra, ammazzava sbrigativamente con la pistola un esibizionista in scimitarra (quel momento de I Predatori Dell'Arca Perduta è stato una delle punte di diamante della sua collaborazione con Steven Spielberg e vero momento di culto degli '80) oppure, altra scena di sublime interazione fisico-psicologica, cercava teneramente l'approvazione del "papà" Sean Connery durante quel delirante inseguimento con i nazisti in sidecar al centro di Indiana Jones e L'Ultima Crociata (1989).
Da Steve Coogan a Chris Pratt a Benedict Cumberbatch (il quale lo citò esplicitamente come ispirazione per il suo passaggio all'azione per Doctor Strange), tutti hanno riconosciuto l'eccezionalità dell'interazione in camera dello sforzo fisico a Mr. Ford e lo hanno fatto in questi ultimi anni o durante un'intervista o parlando di come si deve interpretare correttamente una scena d'azione.
Per la generazione dei nati nei '70 dello scorso secolo Ford era quel padre cool che sparava, viaggiava, afferrava sommergibili in corsa (momento assurdo de I Predatori Dell'Arca Perduta) e prendeva a cazzotti i carri armati (sforzo estenuante in Indiana Jones e L'Ultima Crociata).
Era virile, era ironico, era ferito ma mai domo, era stravolto dalla fatica di essere eroe. Era pieno di croste e cicatrici.
Le donne non potevano fare a meno di un uomo così distruttibile.
Grazie alla sua arte (perché questa è una vera e propria arte) anche l'action movie più parossistico assumeva una sua paradossale credibilità. Vogliamo esagerare? Harrison Ford è stato il Marlon Brando dell'azione.
Inseriva sempre un pizzico di umanità in più, un'emozione che non ti aspettavi, all'acrobazia di turno.
Sapete bene che l’ex boy scout di Chicago non ama le interviste, guarda sospettoso pure il fan che gli chiede l’autografo (perché per lui è incomprensibile che un essere umano si possa appassionare così tanto al cinema), pilota gli elicotteri e nel 2010 arriva per la prima volta al Comic-Con di San Diego con l'aria di chi va a trovare dei malati di mente con cui però oggi bisogna avere a che fare per forza perché sono i dominatori del mondo.
Han & Rick
Legnoso e piuttosto distaccato ne Il Risveglio Della Forza. Una prova da 6+ ad essere generosi con la scena finale del confronto sul ponte con Adam Driver salvata dal fatto che, probabilmente, non vedeva sinceramente l'ora di lasciare la saga lucasiana per sempre (aveva già chiesto in passato al buon George di far uccidere Han Solo; questo dovrebbe darvi l'idea di come non sia stato mai in connessione con quei miliardi di fan che non considerano Han... solo un grande personaggio ma addirittura un amico, parente o guru motivazionale).
E Rick Deckard? Qui il gioco cambia completamente. Ford ci ha stupito. Non sappiamo cosa sia successo (anzi sì: ma non possiamo lanciarci in speculazioni altrimenti sarebbe spoiler) ma Ford è assai più pimpante in Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve anche se quella t-shirt grigia presente già nel trailer fa tanto thriller qualunque alla Firewall - Accesso Negato (2006; un film bruttino del periodo né troppo vecchio per essere mirabile né più il giovane di una volta). Rispetto all'episodio di Star Wars numero VII di due anni fa, il suo ruolo ci sembra più importante (e centrale nella storia attraverso l'escamotage alla Rapporto Confidenziale di Orson Welles) e mille volte più sentito da lui come attore.
Risolta la "pratica" Han Solo nuove sfide attendono ancora il Marlon Brando dell'azione nel futuro, sperando che i registi riescano sempre di più a scalfirlo dal punto di vista emotivo e a stuzzicarlo dal punto di vista intellettuale.
Non è facile ma per uno come Harrison Ford... potrebbe valerne veramente la pena.