Grossi guai per Hulk

Facciamo il punto sulla saga del supereroe verde, decisamente in difficoltà, tra il ricordo della pellicola di Ang Lee, un trailer non entusiasmante e soprattutto i contrasti con Edward Norton...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie



Ad essere scaramantici, verrebbe naturale parlare di maledizione. In realtà, per spiegare i problemi produttivi di un franchise potenzialmente ricchissimo comeHulk(considerando quanto è popolare questo supereroe, anche grazie ad una serie televisiva molto seguita negli anni settanta ed ottanta) forse bisognerebbe utilizzare termini come superficialità e mancanza di idee chiare.

Vediamo nell'ordine i problemi. L'incredibile Hulk aveva già uno scoglio enorme da superare, ossia il ricordo dell'adattamento del 2003 firmato da Ang Lee. Non era tanto il risultato economico totale a far parlare di disastro (la pellicola infatti raccolse 245 milioni nel mondo, a fronte di un budget di circa 130) quanto il crollo verticale subito dopo il primo weekend, un segnale indiscutibile che il pubblico aveva detestato la pellicola. Già di partenza, insomma, era difficile realizzare un nuovo episodio con questo ricordo e non a caso i produttori si sono affrettati a precisare che non si trattava di un sequel, ma di un nuovo inizio.

In effetti, che si fosse tornati ai blocchi di partenza, era chiaro fin dalla scelta del cast. Di conservare Eric Bana e Jennifer Connelly non si è pensato (d'altronde, non serviva e probabilmente sarebbe anche stato controproducente), ma si è puntato prima su Edward Norton e poi su Liv Tyler (che ha una 'chemistry' con il protagonista francamente non esaltante), Tim Roth e William Hurt. Scelta, la prima, molto interessante, ma foriera di guai, viste le difficoltà precedenti di alcuni film con questo attore. E' rimasto celebre il dissidio avuto con il regista di American History X Tony Kaye, che portò all'allontanamento di quest'ultimo dalla saletta di montaggio, dove Norton si preoccupò personalmente di mettere a posto il film. Ma anche per altre pellicole, come Il velo dipinto, si è parlato di grossi dissidi produttivi.

La cosa strana è che, dopo aver scelto un attore noto agli appassionati di pellicole d'autore, ma di certo non popolarissimo (il suo film più visto è stato The Italian Job, di cui comunque non era il protagonista principale), si sono rivolti ad un regista che ha solo una parola in mente: azione. Si trattava di Louis Leterrier, 'noto' fino ad ora per essersi occupato del fortunato film con Jason Statham The Transporter.

Insomma, le basi per qualche conflitto c'erano tutte, ma prima di arrivare a questo dobbiamo pensare ad un altro (piccolo, ma importante) fallimento: il trailer. Dire che non abbia convinto molto è un eufemismo. Di sicuro, non è piaciuto agli appassionati, ma non ha dato neanche l'impressione di convincere il pubblico generalista, a causa di scene d'azione non certo originali e momenti 'introspettivi' (si fa per dire) poco efficaci. Un trionfo, insomma.

E se tutto questo non bastasse, eccoci arrivare al problema maggiore. Infatti, Edward Norton ha avuto da ridire (ma no, che strano...) sulla pellicola che desideravano i produttori, che volevano un film di due ore più compatto e d'azione, mentre l'attore puntava maggiormente sull'introspezione psicologica, aggiungendo qualche decina di minuti in più. Forse, i produttori hanno pensato che Norton non si sarebbe comportato allo stesso modo in una pellicola da 150 milioni di dollari, ma evidentemente hanno fatto male i loro conti. E nonostante alcune dichiarazioni dell'attore più concilianti, sembra ormai certo che Norton non parteciperà alla promozione del film. Il che è (commercialmente parlando) un dramma e non solo perché non avere il protagonista che va ai talk show e ai junket è un grosso handicap. Infatti, è difficile convincere il pubblico (dopo tutto quello che ha 'passato' con la saga Hulk) che questo film è meritevole dei loro soldi, se lo stesso attore principale non lo ha amato. Peraltro, ci si chiede: se L'incredibile Hulk andasse bene al botteghino (cosa non semplice a questo punto) e si decidesse di dar vita ad un sequel, che fine farebbe Norton? Rimarrebbe in una saga che si è rifiutato di promuovere o andrebbe avanti nel suo impegno come Bruce Banner? Fermo restando che, a questo punto, l'impressione è che Norton possa ormai fare solo prodotti indipendenti, considerando che molti produttori avranno paura di sceglierlo per i loro film. Insomma, comunque la si metta, sembra proprio una situazione in cui perdono tutti...

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