Gravity Rush 2, un assaggio, un po’ insipido, del nuovo capitolo della serie - Hands-on

Kat e Raven stanno per tornare e per prepararci all’evento Sony Interactive Entertainment ha pubblicato sul PlayStation Store una demo di Gravity Rush 2. L’abbiamo testata a fondo per voi.

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


Condividi

Non è solo colpa di Nier: Automata, della stupefacente demo che ha esordito sul PSN un paio di giorni fa, se Gravity Rush 2, in questo suo primo incontro che potremmo definire pubblico e accessibile a chiunque, non ci ha particolarmente impressionati. La scelta di indirizzare questo spezzone delle ormai prossime avventure di Kat e Raven ad un pubblico neofita ha certamente un senso, soprattutto se si pensa che originariamente la saga ha debuttato sulla sfortunata PS Vita. Peccato che il videogiocatore navigato che alberga in noi, già perfettamente in grado di solcare i cieli modificando la gravità a proprio piacimento, si sia dovuto sorbire una scialba missione di tutorial, per quanto declinata in due strade differenti ed efficace nell’introdurre un paio di feature nuove di zecca che vogliono caratterizzare e distinguere questo sequel.

Avevamo lasciato Kat in uno dei finali più incomprensibili di ogni tempo, con la promessa che buona parte degli spunti narrativi, emersi in quello che aveva preso le sembianze di un capitolo introduttivo, sarebbero stati ripresi, sviluppati e spiegati in seguito. Al di là dello scontro finale con il più classico dei boss, al di là della messa in sicurezza di Hekseville per opera della sua improbabile eroina, da metà avventura si era inserita un’interessantissima sotto trama narrativa che tentava di fare luce sull’origine dei poteri della protagonista, nonché sulla sua misteriosa stirpe.

[caption id="attachment_166145" align="aligncenter" width="600"]Gravity Rush 2 screenshot Naturalmente l’utilizzo dei poteri di Kat implicherà il consumo progressivo di una specifica barra che si ricaricherà automaticamente, restando per una manciata di secondi a terra, o raccogliendo specifici power-up sparsi per l’ambientazione.[/caption]

Nulla di tutto ciò sembra minimamente interessare il nostro manipolo di personaggi che, nell’incipit della demo, a bordo di un battello fluttuante, sono in procinto di approdare in una città sospesa nel vuoto in cui venderanno il carico che stanno trasportando. Da avvenente salvatrice, ad avida commerciante? È questo che dobbiamo aspettarci dal ritorno di Kat? Neanche per sogno.

Giusto il tempo di mettere piede sulla terra ferma, se così possiamo chiamarla, che la nostra dovrà subito vedersela con i viscidi Nevi, creature che per certi versi ricordano gli Angeli di Evangelion, vista la presenza di un nucleo d’energia che andrà colpito ripetutamente per mandarli in frantumi e sventare così la minaccia.

Se per le unità appiedate una scarica di calci è più che sufficiente, quelli che fluttuano a pochi metri di altezza, andranno abbattuti sfruttando gli incredibili poteri dell’eroina. Chi ha dimestichezza con la serie ci impiegherà una manciata di secondi per sentirsi completamente a proprio agio, tra oggetti dello scenario da lanciare e calci volanti in ogni direzione, cambiando continuamente la gravità soggettiva di Kat.

Più complesso e delicato il primo contatto per i neofiti che faticheranno, e non poco, con la gestione della telecamera e il complesso lock-on di nemici che non resteranno certo immobili e impassibili, nell’attesa del vostro attacco.

"Più complesso e delicato il primo contatto per i neofiti che faticheranno, e non poco, con la gestione della telecamera e il complesso lock-on di nemici che non resteranno certo immobili e impassibili, nell’attesa del vostro attacco."

Non che la telecamera sia il massimo della reattività, beninteso, ma è tutta questione di adattamento, di abitudine, di allenamento. Serve un minimo di pazienza e più di un tentativo per scendere a compromessi con un combat system che sulle prime risulta confusionario, impreciso, disorientante. Del resto, avrete a che fare con un personaggio che, piuttosto che volare nel vero senso della parola, precipita senza sosta e al videogiocatore tocca il compito di ruotare di continuo la telecamera per cambiare la direzione della forza che controlla la gravità. Sulle prime, si interrompe con una certa regolarità il flusso di comandi, lasciando Kat in una stasi che spezza l’azione, il ritmo, il divertimento. Si riallinea impacciatamente la visuale mentre ci si chiede dove sia la terra e dove il cielo. Si perdono di vista i Nevi che nel mentre continuano imperterriti a consumare progressivamente la barra di salute dell’indifeso avatar.

Quasi, perché qualcosa si è intravisto. Ci riferiamo ovviamente al Lunar e al Jupiter Style, due stili di combattimento che potranno facilmente alternarsi tra loro, donando particolari abilità alla bella Kat.Sensato, dunque, scegliere di introdurre Gravity Rush 2 al grande pubblico con una missione introduttiva, ideale per prendere dimestichezza con i comandi, ma certamente poco affascinante sotto il profilo della spettacolarità, poco significativa in termini narrativi, quasi controproducente nel fornire una corretta prospettiva sulle reali potenzialità della produzione.

Con un rapido tocco al touch-pad, la protagonista diventa estremamente più leggera, potendo così effettuare attacchi volanti in serie, tecnica ideale per eliminare i Navi dotati di maggior mobilità che potrebbero altrimenti eludere le offensive dell’eroina. Al contrario, selezionando il Jupiter Style, la ragazza diventa estremamente pesante, caratteristica che gli permetterà di apportare devastanti attacchi a terra che coinvolgono tutti i nemici presenti in una certa area.

Nulla di così sconvolgente, in termini pratici, ma si tratta di un’ulteriore arma strategica che potrebbe in parte limitare uno dei principali difetti del predecessore: la ripetitività di gran parte dei combattimenti, causata, principalmente, dalla poca profondità del combat system.

[caption id="attachment_166146" align="aligncenter" width="600"]Gravity Rush 2 screenshot Nella parte finale della demo, siamo stati abbagliati dall’arrivo della splendida Raven, felice di dare manforte ad una Kat evidentemente sopraffatta dalla superiorità numerica del nemico.[/caption]

Prematuro sbilanciarsi sull’aspetto artistico di Gravity Rush 2, caratteristica che fece la fortuna del prequel. Dal poco che abbiamo visto, sembrerebbe che l’ambientazione vibri di tenui influenze sudamericane, con una palette di colori più varia, rispetto all’affascinante, incantevole e indimenticabile Hekseville, visibilmente più europea. Ci auguriamo vivamente che i musicisti al lavoro sul titolo, siano all’altezza delle aspettative, visto che la soundtrack del predecessore era semplicemente maestosa.

Difficile dare un giudizio articolato su Gravity Rush 2 dopo questo fugace assaggio. Ciò che sembra già certo è che questo sequel non tradirà la formula della serie, riproponendo lo stesso combat system e la stessa commistione tra combattimenti ed esplorazione in una mappa dalle discrete dimensioni da esplorare più o meno liberamente. Le premesse per fare bene, meglio del predecessore, ci sono tutte. Basterebbe una maggior varietà del bestiario nemico, qualche nuova tecnica offensiva in più e magari una trama che si prenda la briga di fare luce sui tanti misteri lasciati finora irrisolti. Tutti obiettivi assolutamente alla portata.

Continua a leggere su BadTaste