Grande giornata al Lido, tra The Town e Zebraman 2

Venezia 67, Giorno 8 - Dopo aver proposto l'ottimo The Town, la Mostra ci regala il fantastico Zebraman 2 di Takashi Miike. Ma anche il pessimo Beyond, con una sopravvalutata Noomi Rapace...

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Rubrica a cura di ColinMckenzie

Un'ottima giornata al Festival di Venezia, che dopo aver sfornato il grande The Town, sorprende con il nuovo film di Takashi Miike. Peccato per Beyond...

  • Zebraman 2
    Non avevo amato il primo capitolo di Zebraman, quindi sono arrivato alla proiezione di questo non aspettandomi molto e pensando che probabilmente sarei scappato dopo mezz'ora.
    Sbagliavo. E di brutto. Perchè Zebraman 2 è un fottuto capolavoro. L'inizio è delirante, con una sorta di videoclip di una simil Lady Gaga giapponese che è esaltata da questo supereroe, mentre sono in corso sparatorie virulente.
    E che dire dello Zebra time, in cui tutti possono commettere crimini (ovviamente pazzeschi e insensati). Per non parlare del film nel film su Zebraman, due minuti fantastici, che confermano (come altre scene) la grande ironia di questo autore.
    Alcuni particolari fanno capire che su questo film Miike ha dato il massimo. Per esempio, non ci sono praticamente momenti morti/inutili, come ogni tanto gli capita in altre opere. E dallo straordinario lavoro sulle scenografie, soprattutto quelle in cui compare Zebra Queen, si comprende che siamo di fronte a una delle sue vette artistiche.
    Ancora meglio il fatto che Miike riesca a reggere benissimo i momenti sensibili e malinconici, nonostante il tasso di violenza della pellicola non sia certo basso. In attesa del film di Miike presentato in concorso, il regista ci ha già regalato una grandissima pellicola. E non posso fare a meno di sperare in un double bill da sbavo: Machete e Zebraman 2...

  • Beyond
    Sarebbe un bell'elemento da thriller l'inizio di Beyond, nuovo film di Pernilla August con la stella della trilogia di Millennium Noomi Rapace.
    Una famigliola felice viene scossa da una telefonata, a cui risponde la protagonista. All'altro capo del telefono c'è la madre, ma capiamo subito che qualcosa non va. Perche'? Lo scopriremo nel corso dei novanta minuti della pellicola.
    Beyond è la classica pellicola autoriale in cui c'è tutto quello che rende 'artistico' un film. I flashback che ci mostrano la protagonista da piccola? Certo. Un'infanzia difficile (e ricattatoria nei confronti dello spettatore)? Sicuro. Un eccesso di effetti didascalici, magari sottolineati da un pezzo di musica classica al pianoforte? Ovvio.
    Tutto molto fastidioso (cinematograficamente parlando) e falso.
    Una pellicola che dimostra la mia impressione su Noomi Rapace, che trovo un interprete sopravvalutata. Vedremo nei prossimi film se ho ragione o se ho preso un granchio, ma temo che si confonda la forza del personaggio di Lisbeth Salander con quello di questa attrice...

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