Gran Turismo, le origini del simulatore di guida più famoso di sempre

In occasione dell'uscita del film di Gran Turismo, scopriamo insieme le origini del franchise videoludico sviluppato da Polyphony Digital

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Mancano ormai pochi giorni all’uscita di Gran Turismo - La storia di un sogno impossibile, film diretto da Neill Blomkamp (District 9) basato sul celeberrimo franchise videoludico sviluppato da Polyphony Digital. A rendere questa pellicola ancora più interessante, però, è il fatto che non sia un mero tentativo di adattare il videogioco a un altro medium, bensì un’opera tratta da una storia vera legata a doppio nodo con il simulatore di guida pubblicato su PlayStation. Una scelta già di per sé brillante, che differenzia questo film da tutti gli altri tentativi di trasportare universi videoludici all’interno del lessico cinematografico.

Come spesso accade quando una trasposizione raggiunge le sale dei cinema di tutto il mondo, è molto interessante indagare per scoprire quali sono le origini dell’IP utilizzata. Facciamo quindi un salto indietro nel tempo e dimentichiamoci di HDR, schermi 4K, controller senza fili e visori per la realtà virtuale. Chiudiamo gli occhi e ricordiamoci dei televisori a tubo catodico, del suono di avvio della prima PlayStation e dei pad con il cavo che ci costringevano a non allontanarci troppo dalla TV. Torniamo indietro al 1997, anno di uscita del primo, storico, Gran Turismo.

LE ORIGINI DEL MITO

Gran Turismo: The Real Driving Simulator esce in Giappone nel 1997, raggiungendo gli Stati Uniti e l’Europa solamente l’anno dopo. Sviluppato da Polyphony Digital sotto l’attenta supervisione di Kazunori Yamauchi, il primo capitolo di GT approda sul mercato con la forza di un uragano. A colpire subito è la mastodontica componente tecnica, che permette un’accurata riproduzione delle auto, con tanto di superfici riflettenti che sembrano simulare il metallo dei veicoli reali. Veicoli che, per la prima volta, non appartengono solamente alle tipiche auto sportive, ma che comprendono anche vetture più comuni, in grado di immergere ancora di più il giocatore all'interno dell’universo di Gran Turismo. Tutta questa meraviglia visiva passa poi sotto l’occhio attento dei Replay, realizzati come se si trattasse di una reale gara da seguire in televisione, con tanto di inquadrature differenti.

Inutile dire che gli appassionati di auto impazzirono. Tutti parlavano della serie targata Polyphony Digital. Tutti volevano provare con mano l’ebrezza di guidare una macchina a 150 km/h, evitando tutti gli inevitabili rischi di compiere quel gesto nel mondo reale. Ecco che quindi Gran Turismo diventa rapidamente un’opera imperdibile. Un’opera che ha permesso al primo capitolo della serie di divenire il gioco più venduto in assoluto sulla prima PlayStation, raggiungendo le 11 milioni di copie vendute. Un successo senza pari, che consacra GT nell’Olimpo dei videogiochi.

PAD ALLA MANO

Come noi videogiocatori sappiamo ormai bene, per quanto la grafica sia importante non è certo l’unico elemento da prendere in considerazione quando si parla di un prodotto videoludico. Gran Turismo, infatti, non è solamente una meraviglia per gli occhi, ma è anche un piacere pad alla mano. Un’affermazione vera da più punti di vista. GT, nel 1997, è infatti il gioco con il comportamento più realistico delle vetture in pista. Ogni auto vanta caratteristiche differenti, che possono a loro volta venir modificate intervenendo direttamente nella componentistica dell’auto. Un risultato senza pari, che ha puntato i riflettori sulla parola “Simulator” del sottotitolo, alla base di tutto il progetto.

Al di là del puro gameplay, anche un altro elemento sorprende tutti i giocatori della seconda metà degli anni Novanta: il DualShock. Gran Turismo è infatti il primo gioco a utilizzare il nuovo pad di Sony, facendo scoprire al mondo intero la bellezza delle levette analogiche e una vibrazione funzionale in base al tracciato. Andare fuori strada durante una corsa diventa quindi un’esperienza nettamente più complessa che in passato. Ora la colpa può essere del tracciato, dell’auto o delle impostazioni e il tutto viene valorizzato da una percezione tattile trasmessa dallo strumento che teniamo in mano. Insomma: Gran Turismo ha cambiato il modo di percepire i giochi di guida e, dal 1997, nulla sarà più come prima.

UN FRANCHISE IN COSTANTE ESPANSIONE

Sono ormai passati più di 25 anni dall’uscita del primo capitolo della saga targata Polyphony. 25 anni durante i quali la software house nipponica non è certo rimasta con le mani in mano, dando vita a diversi capitoli del franchise e anche a qualche spin-off. Vi basti pensare che Gran Turismo 7 è uscito nel 2022 su PlayStation 4 e PlayStation 5, ottenendo persino una versione per PlayStation VR 2, trasformando in realtà ciò che in passato poteva essere considerato un sogno. Un sogno come quello realizzato da Jann Mardenborough, protagonista del film in uscita il 20 settembre e che non vi riveliamo per non rovinarvi l’esperienza in sala.

Nonostante l’età anagrafica del capostipite della serie, Gran Turismo: The Real Driving Simulator è rimasto nel cuore di tutti i giocatori degli anni Novanta. Un punto fermo nell’evoluzione dei simulatori di guida. E voi avete mai giocato al primo Gran Turismo?

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