Google Stadia, l'avversario da battere non saranno le console, ma Twitch
Google ha svelato il proprio servizio di streaming videoludico, Stadia: il nostro parere su quanto è stato annunciato
Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".
I più anziani, gli amanti dei progetti dalle belle speranze, sentono parlare di gioco in streaming già da parecchi anni. Uno dei casi più eclatanti, per quanto l’uso di questo termine sia assolutamente iperbolico ed ingiustificato, è stato certamente OnLive, dispositivo con controller annesso che già nel 2010 tentò, fallendo miseramente, di rivoluzionare a modo suo l’industria. Inutile dire che i tempi, allora, erano assolutamente prematuri, né la società a cui il progetto faceva capo aveva potere e fondi sufficienti per mantenere le promesse fatte.
[caption id="attachment_194156" align="aligncenter" width="1000"] Il design del controller non ci ha estasiati, per usare un eufemismo, ma se dovesse comportarsi bene una volta sul campo, chiuderemo un occhio sul suo aspetto estetico[/caption]
Toccherà a Chrome e ai potenti server messi a disposizione da Google stessa fare il grosso del lavoro, macinando codice e permettendoci di godere appieno dei videogiochi contenuti nel catalogo di Stadia, nello splendore, ipotetico e tutto da dimostrare, del 4K a 60fps costanti, senza nemmeno rinunciare all’audio surround.
Non mancano, naturalmente, innumerevoli punti di domanda, questioni che andranno affrontate e risolte, criticità che al momento fanno sorgere il sospetto che Stadia possa tramutarsi nell’ennesimo Google+, l’ennesimo fallimento, tra i molteplici successi beninteso, destinati a pesare sul curriculum della casa di Android.
Eliminato il problema dell’hardware, molto dipenderà da due fattori: costo e supporto. Sul primo attualmente non sappiamo praticamente nulla. Yves Guillemot, CEO di Ubisoft, ha lasciato intendere che potrebbero rendersi disponibili abbonamenti dalle molteplici fasce di prezzo relazionate al catalogo disponibile e alle ore di connessione giornaliere fornite. Per quanto riguarda il supporto, non mancano già da ora publisher più o meno rinomati che hanno accolto con interesse l’invito a supportare la nascente Stadia. Inoltre, ben consapevole che la differenza, spesso e volentieri, la fanno le esclusive, Google ha ben pensato di dare vita ad uno studio interno, già a lavoro su progetti attualmente misteriosi, che potrebbero realmente segnare l’eventuale successo della piattaforma, soprattutto nei primi mesi dopo l’esordio.
Di dubbi in merito ce ne sono a bizzeffe. Eppure qualcosa, già da ora, sembra chiarissimo e incontrovertibile: Stadia non ha alcun bisogno di battere le console concorrenti. L’avversario che dovrà sovrastare, ancor prima che Game Pass e PlayStation Now, è Twitch, la TV dei videogiocatori di tutto il mondo, nonché palcoscenico prescelto dagli aspiranti utenti (professionisti e non) che vogliono diventare influencer, star, milionari al pari dei famosi Ninja e PewDiePie.
Come dicevamo in apertura, il controller presentato alla GDC è equipaggiato di due pulsanti che attiveranno altrettante feature che, più di altre, caratterizzeranno Stadia e ne influenzeranno la percezione del pubblico, nonché la politica economica di Google stessa e di chiunque deciderà di investirci.
Da una parte abbiamo la condivisione, istantanea e su tutti i principali social, della propria partita. Se il servizio sarà integrato in maniera tale da rendere il tutto davvero immediato e semplicissimo, anche per i meno avvezzi alle “dirette”, potrebbe trattarsi realmente di una carta vincente per Stadia, soprattutto per l’eventuale facilità con cui il sistema potrà adattarsi a device provvisti di telecamere integrate, come tablet, smartphone o notebook, ideali per sessioni di streaming senza troppe pretese.
[caption id="attachment_194157" align="aligncenter" width="1000"] Neanche il design del logo e il nome della piattaforma ci convincono appieno, ma poco importa. Basta che fuzioni[/caption]
L’altro tasto, ben più strategico nei progetti di Google, attiva invece l’Assistente, entità virtuale in grado di pescare dalla rete, leggasi YouTube, un video walkthrough, utile per tirare fuori dai guai l’utente rimasto bloccato di fronte ad un enigma che non sa risolvere o ad un nemico particolarmente arcigno.
Va da sé che questa piccola feature apre le porte ad immense ed infinite possibilità commerciali soprattutto per gli aspiranti Ninja del domani, del tutto interessati e desiderosi che il video proposto dall’Assistente sia proprio il suo. Persa la battaglia diretta per la piattaforma streaming d’eccellenza, insomma, Google potrebbe aver tirato fuori dal cilindro un’arma in grado di ribaltare le sorti del conflitto.
È presto per sbilanciarsi sul futuro di Stadia. Una cosa è certa: a modo suo, il servizio di Google è destinato a concorrere all’inevitabile evoluzione dei videogiochi, medium che si allontanerà sempre più dal concetto di console, per fondersi con quello di servizio.