Gomorra molto apprezzato a Cannes
Il film di Matteo Garrone, tratto dal romanzo di Roberto Saviano, è piaciuto molto quando è stato presentato al Festival francese, in particolare dai critici locali, ma anche da quelli americani...
Rubrica a cura di ColinMckenzie
Le Monde sostiene che "la sceneggiatura espone con grande precisione i meccanismi di dominio, di corruzione e di decomposizione (perché l'unica cosa che minaccia questo sistema sono le guerre tra clan), tanto che Gomorra ne è una dimostrazione brillante. E' un film formidabile. Garrone gira in maniera molto fluida, non nasconde nulla della violenza, ma rifiuta tutti gli stereotipi che il cinema ha associato al crimine organizzato dai tempi di Scarface di Howard Hawks.
Per Liberation si tratta "dell'anti Scorsese e dell'anti Coppola. Non rende più un mito la mafia" e lo consiglia soprattutto a chi ama il cinema di Francesco Rosi. "Alle otto e trenta di mattina, è una doccia fredda, secco ed implacabile".
Positiva (anche se meno esaltante) la recensione di Variety. "Utilizzando uno stile documentaristico che ipnotizza lo spettatore e che evita consapevolmente di rendere affascinante l'orrore, Garrone coglie alcuni episodi dal testo rivelatorio, costruendo un crescendo di violenza raggelante sfruttando solo i fatti". Nella recensione, tuttavia, Jay Weissberg segnala anche come non sia semplice seguire la storia senza aver letto il libro.
Per quanto riguarda l'Hollywood Reporter, "il film è potente, essenziale e con un cast spettacolare (composto principalmente da non professionisti), Gomorra va al di là della violenza gratuita e anche della sensibilità hollywoodiana nel tratteggiare la realtà quotidiana dei soldati semplici del crimine organizzato". Il giornalista si sbilancia anche in un pronostico beneaugurante, sostenendo che "Gomorra è uno dei pochi film drammatici ad essere usciti in Italia negli ultimi anni che ha la possibilità di andare bene nei cinema, almeno in Europa e nei festival mondiali. Negli Stati Uniti, dovrebbe essere visto dal pubblico d'essai più ampio possibile, che cerca un film sulla mafia con un cervello". Speriamo abbia ragione...