Gomitata Atomica Volante: Come ho imparato a non preoccuparmi e ad amare Gerard Way

Jacopo Paliaga, sceneggiatore di Aqualung, ci parla di Gerard Way nella sua nuova rubrica targata BadComics.it: Gomitata Atomica Volante!

R2, R2, L1, R2, sinistra, giù, destra, su, sinistra, giù, destra, su.


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Fu l’anno in cui Tom “Tenaglia” Gurney mise al tappeto l’astrocalamaro di Rigel X-9.
Successe alle 9:38 di sera, dopo una gomitata atomica volante.

È così che inizia The Umbrella Academy.
Nella maniera migliore possibile. E finisce con un sandwich.

Gerard WayMi sembrava un titolo divertente per questa rubrica, dove ogni lunedì spazierò in maniera totalmente random tra cose che leggo, cose che faccio, interviste, consigli non richiesti e ricette per il pranzo di Natale. Doveroso, quindi, rompere il ghiaccio con un pezzo su Gerard Way, frontman degli (ex) My Chemical Romance con all’attivo tre miniserie e qualche one-shot.

Il banner della rubrica Gomitata Atomica Volante è stato confezionato con amore e pazienza dal mio BFF French Carlomagno: ti devo due menù Happy Meal al McDonald’s, Frank! Non chiedete, si fa pagare così.

In primavera, dall’annuncio della nuova Doom Patrol scritta da Way, ho letto in rete le peggio cose riguardo un musicista che scrive fumetti, probabilmente sparate a cervello spento dalle stesse persone che acquistano mezza dozzina di copie dello stesso fumetto, ma con una cover differente. Il mio obiettivo, con questo pezzo, è di farvi spendere quei quaranta bigliettoni scarsi - l’equivalente di dieci birre medie a un prezzo onesto - per recuperare i suoi fumetti e di convincervi a seguire il lancio dell’etichetta Young Animal questo settembre.

Un cantante sta ai fumetti come Britney Spears sta al cinema, o come Favij sta al cinema, o come Favij sta al doppiaggio, o Favij agli album di figurine, o Favij a qualsiasi cosa. O, meglio, è quello che state pensando se non avete mai letto The Umbrella Academy (ma se non avete mai letto The Umbrella Academy, cosa leggete?). Forse e è vero, forse no. Dipende. Per Gerard Way è decisamente un no.

The Umbrella AcademyBrevemente: 2007, Dark Horse, sei capitoli, 132 pagine, disegni di Gabriel Bá e colori di Dave Stewart, non proprio gente a caso. Senza alcuna spiegazione, senza sapere di essere incinte, quarantatré donne danno alla luce quarantatré bambini, poi abbandonati o dati in affidamento. Reginald Hargreaves, alias Il Monocolo, adotta sette di questi ragazzi con lo scopo di salvare il mondo.

The Umbrella Academy ha vinto un Eisner nel 2008 come miglior miniserie; ha avuto un seguito, The Umbrella Academy: Dallas, sempre nel 2008; è stata opzionata da Universal per l’adattamento su grande schermo, anche se al momento la property è virata verso la televisione. E questo è, in poche righe, l’esordio di Gerard Way nel Fumetto.

Verrebbe da dire che Gerard ha i suoi ganci, che Gerard ha le conoscenze, che c’è la Ka$ta, ma non c’è Ka$ta che tenga se la tua storia non è buona, se non hai nulla da dire, se non hai quel minimo di stile o se, peggio, non rispetti le scadenze perché sei sul palco con i capelli tinti d’argento/rosso/platino/nero a cantare Welcome to the Black Parade, con le ragazzine che ti lanciano mutandine pericolosamente strette e umide sul palco.

The Umbrella AcademyThe Umbrella Academy è stato proposto alla Dark Horse quando i My Chemical Romance stavano per esplodere con The Black Parade, tanto che la forte impronta di Way si ben distingue nei testi per i brani della band, quanto nei videoclip, quanto - ovviamente - nel fumetto, dove le cover di James Jean per gli spillati originali della serie sembrano uscire direttamente dai video tratti dallo stesso album. Pure le tematiche sono le stesse, in un girotondo di terrore per la morte, ironia macabra, famiglie a pezzi e destino infame.

Nella postfazione di La Suite dell’Apocalisse, titolo del primo volume di The Umbrella Academy, l’editor Scott Allie racconta di come Gerard avesse trascorso un’intera settimana a Portland chiuso al Benson Hotel a scrivere il primo capitolo del fumetto, e di come avesse continuato a inviare materiale da ogni parte del mondo, preso dal tour di The Black Parade, completo di 133 date in un anno, senza contare ospitate e fuori programma per un album andato incredibilmente bene.

The Umbrella Academy, copertina di James Jean

Questo per dire che, no, Gerard Way non è il Favij che fa cinema, anzi, mi recido una falange in stile Johnny Depp solo per averli messi nello stesso paragrafo. Due volte. Gerard è il bambino che passa i pomeriggi a disegnare sdraiato sul pavimento. È il fanboy che ha trovato in Grant Morrison un maestro e un amico. È uno che i fumetti li legge, li conosce, li ama e vuole farli. Vuole farli talmente tanto che la DC Comics ha da poco deciso di affidargli un’etichetta indipendente, Young Animal, a mio parere l’evento fumettistico d’oltreoceano più interessante di questo autunno.

Perché imparerete a non preoccuparvi e ad amare Gerard Way?

- Perché è meticoloso, è preciso, cura i dettagli e non lascia niente al caso.

- Perché è un fan come e più di voi, con un’ottima consapevolezza del mercato.

- Perché ha un forte gusto per lo strano che è lo specchio della sua persona.

- Perché sa cosa volete leggere e sono le stesse cose che lui vuole raccontarvi.

- Perché è cresciuto con la Doom Patrol di Grant Morrison, e adesso se la scrive.

L’idea della DC Comics di affidare a Way la gestione di quattro testate mensili va a braccetto con la rinascita che, a mio parere, la major sta vivendo negli ultimi mesi. Young Animal segna il ritorno della sperimentazione e dell’azzardo per la casa editrice che creò la Vertigo con gli stessi intenti, ovvero ritagliarsi una fetta di mercato alternativa, una mezza via tra il mainstream e l’indie, producendo fumetti più adulti e controversi, liberi di affrontare tematiche scomode rispetto alle storie dei tizi con mutande sopra le calzamaglie. E Way incarna tutti questi aspetti.

My Chemical Romance: Na Na Na

Se nell’ultimo decennio avete vagato per un deserto infinito, portando con voi solo mezzo limone, un coltello e un lettore MP3 con il meglio della musica italiana degli anni Sessanta, se volete farvi un’idea dello stile di Gerard Way ma siete pigri, o comprensibilmente non vi fidate di me, date uno sguardo ai videoclip di Na Na Na [Na Na Na Na Na Na Na Na Na] e SING, realizzati con la collaborazione di Grant Morrison (sì, lo stesso Morrison che ha scritto la run della Doom Patrol e che ha ispirato Gerard per The Umbrella Academy, titolo che Way si appresta a rilanciare tra quindici giorni, vedete come tutto torna?), con lo scozzese nei panni di Korse, carismatico pelatone e nemesi dei Killoys, gli alter ego dei My Chemical Romance.

The True Lives of the Fabolous Killjoys #5, copertina di Gabriel BáIl frontmantista (un triste mash-up tra frontman e fumettista, scusate) ha diretto in prima persona i due videoclip, con entrambi i brani tratti dal concept album Danger Days: The True Lives Of The Fabolous Killjoys, dal quale ha realizzato una miniserie per Dark Horse, co-scritta assieme Shaun Simon e disegnata da Becky Cloonan, che conclude le vicende di Korse, della BL/ind., dei Draculoidi, della Ragazza e dei Killjoys, narrate nei due video Na Na Na e SING.

Tirando un po’ le somme, a me, più che un musicista che scrive fumetti, sembra il profilo di un fumettista che suona, e adesso dovreste essere arrivati al punto in cui state imparando a non preoccuparvi e ad amare Gerard Way.

Se così non fosse, vi lascio qualche link utile a recuperare i volumi di cui ho parlato sopra:

The Umbrella Academy: La Suite dell’Apocalisse
The Umbrella Academy: Dallas
I Favolosi Killjoys
Doom Patrol
Cave Carson Has a Cybernetic Eye

Di Way, della sua Doom Patrol, dell’etichetta Young Animal (e dei prossimi due volumi di The Umbrella Academy) tornerò a parlarne molto presto. Nel frattempo, keep running.

Doom Patrol

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