Gomitata Atomica Volante: Black Mirror e il fumetto, quando lo schermo riflette il futuro

Oggi Jacopo Paliaga ci parla di fumetti e Black Mirror, il serial ideato da Charlie Brooker che sta per fare il suo ritorno...

R2, R2, L1, R2, sinistra, giù, destra, su, sinistra, giù, destra, su.


Condividi

Tecnologia. Ossessione. Oppressione. Perversione. Pericolo. Angoscia.

Poche parole per descrivere Black Mirror, serial televisivo britannico che il 21 ottobre riempirà nuovamente i nostri schermi con una terza stagione.

L’intera produzione di Charlie Brooker, in una serie di racconti autoconclusivi che mettono lo spettatore a contatto con la propria idea di futuro (o di presente), con le paure e il riflesso di se stesso nello specchio nero del titolo - lo stesso specchio attraverso cui state leggendo queste righe - utilizza la fantascienza per leggere il mondo in cui viviamo e vivremo.

Dal coinvolgimento deDylan Dog 341, copertina di Angelo Stanolle masse alla critica sociale che ne fa da fondamenta, Black Mirror, tra simboli e metafore, punta a indicarci la corda sulla quale stiamo camminando, una corda che attraversa un precipizio e che dobbiamo fare attenzione a non usurare per poterci camminare sopra più e più volte, fino al primo errore fatale che spezzerà la fune e ci farà cadere nel baratro di cui racconta la serie.

Ecco: nella mia testa, quel primo errore fatale ha le fattezze di Wile E. Coyote, che con un paio di forbici giganti A.C.M.E. se ne sta lì, ignorante come pochi, pronto a farci cadere. A noi, che corriamo sempre più velocemente da una tecnologia all’altra, come Beep Beep strafatto di cocaina, e non ci preoccupiamo d’inciampare e scivolare nel burrone per atterrare in una nuvoletta di fumo, perché pensiamo di cavarcela con tutte le ossa intatte, come nei cartoni animati.

Black Mirror guarda lì, a metà della discesa, quando non ci siamo ancora schiantati, ma manca poco, veramente poco.

Di riferimenti alla tecnologia e al nostro modo di farne uso, alla dipendenza e alle sue conseguenze spesso inquietanti, ne sono pieni anche i fumetti. Un certo modo di percepire la realtà viene affidato dagli autori ai propri personaggi, al setting delle storie o a messaggi più o meno velati da trasmettere.

(Non ho intenzione di spararvi in fronte un elenco di esempi, anzi, sì, dai.)

Nel nuovo corso di Dylan Dog, la nuova nemesi dell’indagatore dell’incubo - tra le altre cose - produce un modello di smartphone, il Ghost 9000.

Golem, copertina di LRNZL’androide Cell, in Dragon Ball, organizza lo scontro per la salvezza del mondo in diretta televisiva, con conseguente isteria di massa (e una buona parte di distorsione della realtà che ne consegue, da identificarsi in Mr. Satan).

Il mondo di Golem di LRNZ è tecnologia pura, dove il sogno è digitale.

Il Principe Robot IV di Saga ha un televisore al posto della testa, e i suoi pensieri sono filtrati per immagini attraverso uno schermo. Tremendo e senz’anima.

L’androide Visione s’innamora dell’umana Scarlet. I circuiti abbracciano la carne.

L’intelligenza artificiale Ultron prende coscienza e sviluppa un morboso rapporto padre-figlio con Hank Pym.

E a proposito di Marvel, buona parte delle svolte più importanti nelle storyline della Casa delle Idee, da dieci anni a questa parte, hanno preso il via da azioni registrate e mandate in onda sugli schermi neri.

Civil War: la strage di Stamford viene ripresa in diretta televisiva per il reality show dei New Warriors, e dà il via agli eventi che ormai tutti conosciamo più che bene. Sempre nella stessa miniserie, Peter Parker si rivela pubblicamente, buttandosi in pasto ai media.

Civil War #1, anteprima 01Secret Invasion: ritroviamo il punto di svolta del futuro Dark Reign in Norman Osborn che headshotta la regina degli Skrull ripreso dalle telecamere.

Assedio comincia con il piano architettato da Normie, ovvero con Volstagg bastonato nel bel mezzo di una partita di football piena di kiss-cam.

Il passato di Bucky dato in pasto ai telegiornali, che lo condurranno a una morte (obbligatoria quanto fittizia) in Fear Itself.

AvX, con il mondo che rimane a guardare le azioni dei Cinque della Fenice attraverso gli schermi, cosa che causerà la successiva isteria anti-mutante.

È chiaro che Black Mirror parla del futuro prossimo come di un aspetto inquietante e spesso pericoloso, estremizzato in ogni sua sfaccettatura, e che nei fumetti (così come negli altri media, dal cinema alla televisione, dalla letteratura al videogioco) si tratti lo stesso argomento anche con accenti più morbidi e soluzioni meno drastiche, spesso indispensabili e benevole.

La particolarità degli esempi fumettistici citati è la molteplicità di sguardi e osservazioni sull’argomento, decisamente (spesso) meno tragiche e invadenti delle storie ipotizzate da Brooker, ma sempre portatrici di metafore più o meno attuali, più o meno probabili, più o meno riuscite.

Gli schermi fanno parte della vita di chi le storie le pensa e le scrive, di chi le legge o le osserva.

E adesso smettetela di leggere. Aspettate che lo schermo diventi nero. Specchiatevi al suo interno.

Siege

SPECIALE BLACK MIRROR – LEGGI ANCHE:

GOMITATA ATOMICA VOLANTE:

Continua a leggere su BadTaste