God of War: Ragnarok e Gran Turismo 7 su PlayStation 4 la dicono lunga sul futuro delle console | Speciale

Nonostante le ormai superate rassicurazioni di Jim Ryan, CEO di PlayStation, God of War: Ragnarok debutterà anche su PS4, e adesso che succede?

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Che God of War: Ragnarok si sarebbe preso del tempo extra era quasi scontato. Del ritardo di Gran Turismo 7, invece, eravamo già stati informati qualche settimana addietro. Poco male insomma, non fosse per l’inaspettato e “sinistro” risvolto della notizia più cliccata della giornata di ieri, ovvero che i due titoli sopracitati, esattamente come Horizon Forbidden West, saranno cross-gen, pubblicati e giocabili, insomma, anche sull’ormai vetusta PlayStation 4.

Inevitabile un po’ di ironia, una spruzzata di sdegno, una copiosa pioggia di critiche e derisioni da più fronti, soprattutto se memori delle dichiarazioni di Jim Ryan, CEO di PlayStation, quando mesi fa affermava con fermezza quanto Sony rispettasse e credesse nell’alternanza tra le generazioni di console, al contrario del diretto concorrente Microsoft.

A ben, vedere, è il caso di dirlo, sembra la next-gen delle beffe. Da una parte, una console idealmente sospinta da decine di (neo)team interni che, tuttavia, al momento non può far altro che sperare che retrocompatibilità e Game Pass bastino per distrarre il proprio pubblico quel tanto che basta per giungere, sani e salvi, all’esordio di quella killer application, Halo Infinite, che ha tuttavia già deluso molte aspettative ai tempi del suo primo trailer di gameplay, a tal punto da essere stato rispedito ai box per qualche mese extra. Dall’altra, invece, c’è un publisher che dopo anni di esclusive, ostentate non senza un pizzico di spocchia, preda degli eventi e della contemporaneità, oggi come oggi è quasi costretta controvoglia a cederle agli utenti PC e chissà a chi altri.

God of War Ragnarok

Dopo aver speso cinquecento euro, dopo tutta la fatica fatta per assicurarsi una console, vista la penuria di scorte in qualsiasi angolo del globo, sentirsi presi in giro è comprensibile. Certo, bisognerebbe sempre evitare di diventare volgari ed eccessivi, vomitando sgraziatamente il proprio livore sul web per esempio, ma un piccolo sfogo, magari con la propria cerchia di amici videogiocatori, è assolutamente consentito.

Eppure, in queste news riguardanti Gran Turismo 7 e God of War: Ragnarok, nelle politiche adottate negli ultimi anni dai principali produttori di hardware, Microsoft in testa, c’è un sempre più evidente fil rouge che spiega e illustra cosa stia effettivamente accadendo al pianeta console, un ecosistema destinato a cambiare per sempre, per non dire che verrà eliminato (quasi) del tutto.

Di titoli cross-gen, beninteso, ce ne sono stati sin dagli albori dell’industria videoludica. Del resto, per publisher e software house, è sempre difficile rinunciare ad una buona fetta di vecchi utenti, dotati di hardware ormai datati, ma entusiasti all’idea di mettere le mani su nuove uscite.

Il problema, se così possiamo chiamarlo beninteso, in questa nuova generazione si chiama Xbox Series S. Cosa c’entra la piccola di casa Microsoft, vi starete chiedendo? Semplice: è la punta di un iceberg che conduce dritti, dritti verso la fine del concetto stesso di generazione, un viaggio, la cui destinazione finale si avvicina velocemente, che porterà l’utenza console a vivere la propria passione esattamente come la concepisce da sempre chi preferisce giocare su PC.

Lo abbiamo detto già in altre sedi, ma oggi più che mai l’hardware, più o meno casualmente in contemporanea ad un’autentica crisi globale nell’approvvigionamento di materie prime, perde sempre più importanza nei confronti del software.

Gran Turismo 7

Project XCloud, PlayStation Now, a suo modo Stadia, sono lì dimostrarlo. Anche le recenti conversioni dei vari Death Stranding e Horizon Zero Dawn per PC sono ottime prove di questo processo in atto. Così come lo è Xbox Series S, già pronta al gaming via cloud secondo Microsoft, che dovrebbe avviarsi a tutti gli effetti, guarda caso, quasi in contemporanea al debutto di vere e proprie killer application “next-gen” che, a questo punto, non arriveranno prima del 2022 (e non ce ne voglia Returnal che ha comunque messo in mostra i muscoli di PlayStation 5).

La sorella minore di Xbox Series X, difatti, non può e non vuole competere in termini di forza bruta, ma, anzi, attrarre proprio quel pubblico che oggi esulta festante alla notizia di God of War: Ragnarok e Gran Turismo 7 anche su PlayStation 4.

In questa massa informe di potenziali acquirenti si nascondono utenti che non vogliono spendere (nuovamente) un occhio della testa per una console, giocatori casuali poco interessati alle novità, indecisi che aspetterebbero all’infinito un price cut o il momento migliore per compiere il salto generazionale.

Massa informe che potrebbe essere attratta dalla prospettiva di una piattaforma economica, che promette comunque di essere all’altezza della situazione negli anni a venire, o, appunto, dal cloud gaming, dal pagare un abbonamento per accedere automaticamente, e senza troppi problemi, ad un catalogo sterminato di giochi con cui intrattenersi.

Una cosa è certa, il livello tecnologico è ormai tale che difficilmente hardware più performanti consentiranno agli sviluppatori di sperimentare chissà quali nuove tipologie di gameplay. Non è un caso, del resto, se gli esempi più brillanti di level design ultimamente sono offerti dalla scena indie, che non spinge mai l’acceleratore sulla grafica o su algoritmi particolarmente complessi.

Siamo ancora sconvolti da Cyberpunk 2077 in salsa PlayStation 4 e Xbox One e non c’è dubbio che Horizon Forbidden West e lo stesso God of War: Ragnarok sulla vecchia ammiraglia di Sony presenteranno un conto salatissimo sotto forma di compromessi da pagare (anche se la grafica di The Last of Us Parte II rappresenta ancora uno standard qualitativo imbattuto per certi versi).

Tuttavia è innegabile che bisogna iniziare ad abituarsi all’idea che il best place to play, slogan che ha accompagnato per lungo tempo il brand di PlayStation, non sarà più una rassicurante, ma anche esclusiva (in senso di esclusione) console.

Il mondo corre veloce verso una connessione totale e persistente tra device, applicazioni, hardware utili unicamente come interfaccia. E infondo, se ci pensiamo bene, che lo facciate su PlayStation 4 o PlayStation 5, alla fine l’importante è giocarselo God of War: Ragnarok. Con più o meno compromessi, ovviamente, ma quello dipenderà esclusivamente dal proprio interesse, dalla disponibilità economica di ciascuno di noi o, chissà, dalla qualità della linea internet.

Di sicuro le Xbox Series S, già nelle case di molti appassionati, stanno sogghignando di gusto, consapevoli che sarà anche causa loro se un giorno, per quanto Jim Ryan possa ingannevolmente dire il contrario, il concetto di generazione di console sarà totalmente superato. Il processo è già in atto, conta poco quindi indignarsi per questi (e molti altri) giochi cross-gen in arrivo.

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