Gli Artigiani del Fumetto: Daniel G. Chichester, caduto dal paradiso insieme a Daredevil
Fabio Volino vi parla di Daniel G. Chichester, scrittore di una lunga run su Daredevil negli anni Novanta
Questa è la storia di D.G. Chichester.
GLI ARTIGIANI DEL FUMETTO
Arnold Drake, creatore dei Guardiani della Galassia e della Doom Patrol
C.C. Beck, l'artista che fece volare Shazam! più in alto di Superman
Daniel G. Chichester nasce in Connecticut nel 1964. Sin da quando impara a leggere, i fumetti divengono dei compagni fedeli, fino a quando a tredici anni smette di leggerli.
Chichester non ottiene questo impiego a causa di una raccomandazione verso un'altra persona, ma il colloquio di lavoro colpisce comunque in maniera positiva alcuni responsabili della Marvel, permettendogli di ottenere un incarico come Assistant Editor presso l'ufficio di Jim Shooter. La paga è inferiore rispetto a quella da dattilografo, ma le difficoltà economiche in cui versa lo studente non gli consentono altre scelte.
Dopo cinque mesi, Chichester abbandona l'incarico e torna a frequentare le lezioni all'università, ma poco tempo dopo riceve una chiamata telefonica da parte di Mary Jo Duffy, la quale gli offre un posto come Assistant Editor nella divisione Epic Comics. A Chichester, che sta per concludere gli studi, non dispiace avere un lavoro sicuro in attesa di prospettive migliori, e accetta.
Nel 1987, Chichester – a seguito dell'abbandono della Duffy – viene promosso a editor, ma capisce ben presto che il salario derivante può non essere sufficiente e, contando sulle proprie abilità come scrittore, inizia a cercare incarichi da freelance. Coadiuvato in un primo momento da Margaret Clark, dopo un paio di fill-in e qualche serie dalla breve vita della linea Epic, Chichester ottiene il primo incarico importante nel 1990, sceneggiando svariati numeri della serie Nick Fury, Agent of S.H.I.E.L.D.
In quello stesso anno, mentre si trova presso l'abitazione dei suoi genitori per il Giorno del Ringraziamento, Chichester riceve una chiamata telefonica da Steve Buccellato, il quale lo informa che Ann Nocenti sta per abbandonare le redini di Daredevil. Determinato a sceneggiare questa serie, lo scrittore manda alcune bozze e idee all'editor Ralph Macchio, il quale è rimasto impressionato in maniera favorevole dal suo lavoro sulla serie di Nick Fury, e gli affida dunque l'incarico. Il primo numero di Daredevil sceneggiato da Chichester è il 292°, del maggio 1991.
Dopo un paio di episodi di rodaggio, Chichester, coadiuvato da Lee Weeks alla parte grafica, inizia a scrivere la saga che nel numero #300 porta alla caduta di Kingpin e al suo allontanamento da New York.
Ora sulla cresta dell'onda, Chichester riceve altri incarichi quali Nightstalkers, serie inserita nella linea editoriale dei Midnight Sons, e Terror Inc., basato su un personaggio della linea Epic – Shreck – che Chichester ha ideato. La serie tuttavia pare quasi osteggiata dalla Marvel, visti i suoi contenuti ritenuti troppo forti per un titolo mainstream, e la mancanza di un’adeguata promozione portano alla sua chiusura anticipata con il numero #13.
Una mancata promozione da parte della Casa delle Idee che si riflette anche su Daredevil e che Chichester ritiene sconsiderata, data l'importanza e la storicità del personaggio. Nel tentativo di far puntare i riflettori sulla serie, lo scrittore concepisce, a partire dal numero #319 dell'agosto 1993, le saghe Fall from Grace e Tree of Knowledge, le quali vedono Matt Murdock adottare un nuovo costume e, dietro suggerimento di Ralph Macchio, il ritorno di Elektra.
Chichester raggiunge l’obiettivo prefisso: la serie torna sotto i riflettori. Ma non nel modo che sperava. Molte sono le critiche a queste due saghe, e persino Frank Miller in persona si lamenta per il ritorno sulla scena del personaggio di Elektra, da lui ideata ed "eliminata" durante il suo ciclo. Dopo il numero #332, Chichester si prende un breve periodo di pausa dalla serie, iniziando a pianificare nuovi storyarc per il suo ritorno. Ma il destino ha in serbo piani diversi.
Verso la fine del 1994 vi è un rimpasto editoriale ai vertici della Marvel: Tom DeFalco viene allontanato dalla posizione di Editor-in-Chief e al suo posto vengono nominati cinque editor, ognuno di loro incaricato di coordinare una differente famiglia di testate.
Daredevil ricade nella linea Marvel Edge, venendo affidata a Bobbie Chase. Senza più Macchio a supportarlo, Chichester perde subito l'incarico di sceneggiatore. Solo che nessuno glielo comunica e lui finisce dunque di scrivere una nuova saga.
Marie Javins, infine, lo mette a parte della cosa, e, in segno di protesta, Chichester chiede e ottiene che i suoi ultimi numeri siano pubblicati con lo pseudonimo di Alan Smithee (nome che viene utilizzato quando un regista desidera che il proprio nome non sia associato a un film da lui diretto, una reminiscenza degli studi universitari).
Dopo questa cocente delusione, Chichester continua la propria attività di scrittore freelance presso altre case editrici, in particolare Dark Horse e Acclaim Comics. Ha la possibilità di scrivere un nuovo albo di Daredevil nel 1997, tramite il crossover Daredevil/Batman: Eye for an Eye. La storia gli viene proposta da Ralph Macchio e Denny O'Neil, e con essa Chichester ritrova il disegnatore di Fall From Grace, Scott McDaniel.
Chichester continua a collaborare poi in maniera sporadica per la Marvel, scrivendo una storia di Spider-Man per l’allora nascente linea dei cybercomic e, in una sorta di insolito canto del cigno, il numero #380 di Daredevil, l'ultimo prima che la serie entri nella linea Marvel Knights. Infine, questa serie ha ottenuto la promozione che lo sceneggiatore tanto desiderava, ma non sarà lui a gestire questa nuova fase.
Chichester abbandona il mondo dei fumetti nel 1999 per iniziare a collaborare con l'agenzia di comunicazione Ogilvy, in un primo momento come direttore creativo. Con il passare degli anni, l'ex sceneggiatore diventa una figura di riferimento di questa società e attualmente ricopre il ruolo di Chief Experience Officer.
Sì, Dan Chichester è stato forse vittima di un mondo che alla fine ha deciso di non accettarlo tra le proprie fila, ma è riuscito in ogni caso a trovare un suo posto nel piccolo, grande schema delle cose. E a essere ancora oggi ricordato per una storyline che scatenò le ire di Frank Miller in persona.