Gli Artigiani del Fumetto: Bill Messner-Loebs, l'inaffondabile

Fabio Volino vi parla di uno sceneggiatore bravo quanto sfortunato Bill Messner-Loebs

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Il mondo del Fumetto, non bisogna mai dimenticarlo, è legato anche al lavoro che può dare a tante persone. Solo che, come spesso accade nella dura realtà, del tutto diversa da quella dei fumetti, non è possibile accontentare tutti, e si può vivere un momento di gloria, di breve o lunga durata, prima di precipitare nell’oblio. O peggio. Senza tuttavia mai perdere lungo la via la propria dignità.

Questa è la storia di William Messner-Loebs.

GLI ARTIGIANI DEL FUMETTO

Journey #26, copertina

William Francis Loebs Jr. nasce in Michigan nel 1949. Sfortunatamente. la sua nascita è accompagnata anche da un tumore maligno, che costringe i dottori ad amputargli il braccio destro quando è ancora un neonato.

Da bambino, essendo il padre coinvolto nei programmi di ricerca spaziale, si sposta tra l’Alabama, il New Orleans e la Florida, prima di tornare in Michigan e diplomarsi al college in disegno e scrittura.

Il futuro sceneggiatore, infatti, non si è fatto abbattere dalla tragedia che lo ha colpito in tenera età e, dopo aver imparato a scrivere e disegnare con la sola mano sinistra, pubblica le sue prime storie nel circuito underground, poco dopo la metà degli anni ’80, sceneggiando e disegnando alcuni racconti brevi che compaiono in appendice a Cerebus, di Dave Sim.

La casa editrice di riferimento, la Aardvark-Vanaheim, gli dà fiducia e nel 1983 gli affida una testata regolare, da lui scritta e disegnata: Journey: The Adventures of Wolverine MacAlistaire, una serie che narra di un pioniere in azione nel Michigan del XIX Secolo. Dopo quattordici uscite, la testata viene rilevata dalla Fantagraphics, che la pubblica fino al numero #27, del 1986, seguita l'anno dopo da una miniserie di due numeri, Journey: Wardrums.

Per questi due titoli, l’editor di riferimento è Nadine Messner, la quale sposa William. Dopo il matrimonio, i due decidono di prendere il doppio cognome, e da quel momento in poi lo sceneggiatore firmerà sempre le sue opere come William Messner-Loebs.

I buoni riscontri ottenuti nel circuito indipendente portano lo scrittore all’attenzione della DC Comics, la quale, nel 1988, gli affida la testata di Flash, a partire dal numero #15. Messner-Loebs ne scrive un lungo ciclo, fino al sessantunesimo albo, del 1992, creando tra le altre cose il personaggio di Linda Park. Per quanto apprezzata, però, la sua run viene ampiamente surclassata dai successivi cicli scritti da Mark Waid e Geoff Johns.

Flash #38, copertina di Greg La Rocque

Sempre nel 1992, a Messner-Loebs viene affidata la serie Wonder Woman, a partire dal numero #63. Insieme all’artista Mike Deodato Jr., lo sceneggiatore ne scrive un lungo ciclo fino al centesimo albo, del 1995, introducendo il personaggio di Artemide.

Nel 1993, Messner-Loebs collabora con Sam Kieth ai testi della serie Image The Maxx, con protagonista una super eroe senzatetto, dalla quale viene tratta una serie animata prodotta da MTV. Messner-Loebs la sceneggia fino al numero #23, prima che Kieth ne divenga autore completo.

Messner-Loebs continua a lavorare come sceneggiatore in maniera più o meno continua per la DC Comics sino al 1999, scrivendo cicli di HawkmanImpulse e alcune miniserie Vertigo; inoltre, nel 1996 scrive anche un breve ciclo di Thor per la Marvel. Dopodiché inizia a faticare a ottenere nuovi incarichi.

Grazie soprattutto agli introiti derivanti dai diritti della serie animata di The Maxx, tuttavia, Messner-Loebs e sua moglie riescono a comprare casa, ma negli anni successivi lo sceneggiatore deve sborsare ingenti somme di denaro per alcune cure sanitarie non coperte dall'assicurazione, sia per sua madre, che alla fine perde la vita, che per sua moglie. Nadine, infatti, è stata vittima di un'aggressione, molti anni prima, che le ha procurato una frattura al cranio causa di emicranie e vertigini, le quali necessitano di costanti attenzioni mediche.

Alla fine, Messner-Loebs non è più in grado di pagare le rate del mutuo: i suoi creditori e la banca si riappropria dell’abitazione, sfrattandolo. La data in cui lo sfratto diventa esecutivo sembra quasi un pessimo scherzo del destino: 11 settembre 2001.

Wonder Woman: The Contest, copertina di Mike Deodato Jr.

Messner-Loebs si ritrova senza casa e senza lavoro in un giorno solo, poiché ormai non riceve da tempo nuove proposte da Marvel, DC Comics o altre case editrici. Inoltre, a peggiorare le cose, né a lui né a sua moglie viene garantito un assegno di sostentamento.

Alcuni artisti e lettori vanno in suo soccorso e, tramite proventi ricavati da aste di beneficenza, donazioni spontanee e l’eredità della madre defunta, i due coniugi riescono a trovare nel 2002 una casa mobile dove andare ad abitare.

Anche in questo caso, i problemi non tardano ad arrivare. La casa si rivela infatti piena di muffa, che il precedente proprietario della casa non intende eliminare. Ma Messner-Loebs pochi mesi dopo non deve più preoccuparsene perché… la casa viene rubata!

Nadine, per via dei suoi problemi di salute, ha difficoltà a trovare un impiego stabile, e la stessa cosa accade a Bill, il quale trova solo lavori a tempo determinato come impiegato di una biblioteca o fattorino delle pizze. Che in questa sua difficoltà ci sia anche il disagio da parte dei vari datori di lavoro nell’assumere un uomo privo di un braccio è praticamente certo.

Con i proventi di questi impieghi saltuari, quando possono, i due coniugi si sistemano in un hotel, ma poco tempo dopo iniziano a frequentare con regolarità un centro per anziani, dove si occupano di assistere gli ospiti della struttura, la quale in cambio offre loro vitto e alloggio. Messner-Loebs disegna anche qualche caricatura ottenendo un grande successo.

A partire dal 2006, lo scrittore riesce infine a ottenere nuovi incarichi sia dalla DC Comics che da altre case editrici, tra cui la IDW che ristampa la serie Journey. Messner-Loebs discute con quest’ultima di un possibile seguito, che tuttavia non si concretizza. Dopo il 2011, Messner-Loebs viene di nuovo messo da parte.

The Maxx #1, copertina di Sam Kieth

Nel 2006, grazie a questi nuovi introiti, lo sceneggiatore riesce a comprare  una nuova casa mobile a Green Oak, dove vive per anni insieme a sua moglie; inizia inoltre a frequentare la chiesa metodista di Brighton, dove trova assistenza e la possibilità di qualche lavoro saltuario. Il destino, però, ha ancora in serbo per lui un’amara sorpresa.

Nel 2017, dopo aver ricevuto il Bill Finger Award per la sua carriera di sceneggiatore e aver visto il proprio nome comparire nei credits del film Wonder Woman, con Gal Gadot, Messner-Loebs scopre che vi è una pesante fuga di gas nella sua abitazione. Quando i pompieri giungono sul posto, dichiarano che la casa è ormai inagibile e non vi si può più abitare. I due coniugi si ritrovano per la terza volta dunque senza un tetto sopra le loro teste.

Messner-Loebs in questi ultimi mesi, a quasi settant’anni di età, è costretto a dormire nella sua auto, lavora part-time come rappresentante per una ditta di pane e dolciumi e, quando può, effettua le pulizie in una chiesa del Michigan, andando al contempo su e giù per lo stato con il suo mezzo di trasporto, laddove ci sia anche solo la minima possibilità di avere un impiego.

Si potrebbe pensare che un uomo così, che ha ricevuto così tanti, metaforici schiaffi dalla vita sia una persona amareggiata, piena di rabbia nei confronti del mondo. Eppure, non è così, e questa sua frase esemplifica il suo pensiero al riguardo.

Sono ancora qui. Al caldo e al sicuro. L’auto continua ad andare. Dopo un po’ impari che essere sempre arrabbiato, amareggiato o continuare a chiederti "perché a me?" ti fa solo stare peggio. È meglio ridere.

Bill Messner-Loebs

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