Gli Anelli del Potere: lo Straniero è Gandalf? Tutti gli indizi che puntano al Grigio

Il mistero dello Straniero ne Gli Anelli del Potere sembra prossimo alla risoluzione e molte sono le tracce che alludono a Gandalf: rivediamole

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Fin dall’episodio di esordio della prima stagione, uno dei temi portanti de Gli Anelli del Potere è il mistero che circonda l’identità dello “Straniero”, la potente figura ‘caduta dal cielo’ e adottata temporaneamente dalla famiglia dei Pelopiedi. Oltre alla potenziale identità di Gandalf, altre ipotesi sono state messe e tolte dal piatto man mano che la storia procedeva: il toto-Straniero ha tirato in ballo i nomi di Sauron, Saruman, Radagast, Tom Bombadil, i due Istari blu e perfino l’ipotesi che si trattasse di un personaggio inedito, creato appositamente per la serie.

Gli eventi della seconda stagione hanno smentito alcune di queste ipotesi, mentre altre perdurano, e quella che prende più quota è ormai quella che vede in Gandalf la risposta al mistero. A conferma di questa ipotesi, riassumiamo tutti gli indizi che sono emersi fino ad ora.

Un Istar

Almeno su una cosa non ci sono dubbi: lo Straniero fa parte degli Istari. Lo affermavano gli incantatori oscuri che gli davano la caccia nel finale della stagione precedente (che però l’avevano scambiato per Sauron, quindi un minimo di dubbio sulle loro capacità cognitive ce lo concediamo!). Ma anche nel corso della seconda stagione altri personaggi confermano la sua appartenenza alla casta degli stregoni in questione. Questo quindi restringe il campo a cinque nomi, tra cui quello di Gandalf è il primo della lista. Ma ovviamente è solo l’inizio, c’è dell’altro.

Luci, Rune e Falene

Man mano che lo Straniero riacquista il controllo di sé e inizia a capire la portata dei suoi poteri, tali poteri si manifestano in modi che richiamano alcuni “marchi di fabbrica” dello Stregone grigio. Una delle prime cose che fa lo Straniero è tracciare sul legno una runa che richiama molto da vicino quella usata da Gandalf nelle sue avventure più ‘classiche’, la stessa che traccerà sulla porta di Bilbo per coinvolgerlo nel raduno dei nani  e che userà come “firma” negli eventi avvenuti dietro le quinte a Collevento.

Idem dicasi per le falene, elemento puramente cinematografico, ma che è diventato il simbolo del legame di Gandalf con le forze della natura sue alleate. In uno sfoggio non del tutto controllato, le falene mettono lo Straniero sulla giusta via mostrandogli la costellazione da cercare.

Infine, anche la luce bianca e splendente che lo Straniero manifesta in un paio di occasioni è molto simile a quella manifestata in varie occasioni della sua carriera cinematografica, come per esempio accorrendo al salvataggio di Faramir contro i Nazgul.

L’amicizia coi Pelopiedi e gli Sturoi

Un altro indizio che rema verso l’identità di Gandalf è la vicinanza e l’amicizia dello Straniero con i ‘paleo-Hobbit’ della Seconda Era, partendo prima coi Pelopiedi a cui ora si aggiungono gli Sturoi conosciuti nelle terre dell’est. Non è un indizio dirimente, ma è assai probabile che la serie tv voglia mostrarci la nascita di questo antico sodalizio tra Gandalf e i mezzuomini: unico tra i cinque Stregoni a non ignorare il piccolo popolo e anzi a riconoscerne le virtù nascoste e il potenziale ruolo decisivo nelle grandi vicende.

Un Uomo in Grigio

Superfluo a dirsi, ma il grigio si fa sottilmente strada in tutto ciò che circonda lo Straniero: dalla sua chioma alla sua barba, fino alle vesti che Nori e i Pelopiedi gli forniscono. Anche in questo caso, non è un elemento decisivo, ma è un piccolo passo che si aggiunge a quelli già citati.

Segui sempre il tuo naso”

L’indizio forse più esplicito è quello che arriva nel finale della prima stagione, quando lo Straniero “cita” il potenziale se stesso del futuro riciclando la famosa battuta rivolta a Merry nelle Miniere di Moria: quando sei nel dubbio, segui sempre il tuo naso.” Quasi una dichiarazione esplicita, che viene poi rinforzata da una circostanza analoga nella seconda stagione.

Vita e Morte

Lo Straniero trova un inaspettato e originale mentore in Tom Bombadil, che lo indirizza verso le tappe successive del suo cammino. Tom, come spesso accade, parla per enigmi o allusioni, ma una delle lezioni che impartisce al suo ‘discepolo’ è una variante di una delle massime più note e apprezzate di Gandalf, quella relativa al diritto o meno di decidere chi meriterebbe di vivere o di morire e di impartire la morte gratuitamente. Gli indizi continuano quindi a sommarsi!

Il Bastone

La strada che porta Gandalf nel Rhun lo porta anche a cercare un suo bastone. Una ‘quest’ che ancora deve compiersi, ma che sembra comunque tendere a un bastone di fattura ‘naturale’, ricavato dal ramo di un albero, a differenza di quelli di foggia più metallica e ricercata come quello di Saruman. Superfluo ricordare, naturalmente, che il bastone di Gandalf in versione grigia sarà esattamente un bastone di questo tipo.

“Grand-Elf”

E chiudiamo con quello che forse è l’indizio più lampante, quello che forse ambisce a dare un’origine al nome stesso dello stregone: poco dopo l’incontro con gli Sturoi, nel tentativo di definire l’identità del nuovo arrivato, i proto-Hobbit finiscono per dargli una definizione sui generis, “Grand-Elf”, il Grande Elfo. Lo Straniero ovviamente ha poco o nulla a che fare con gli elfi veri e propri, ma il ‘malinteso’ degli Sturoi dovrebbe essere facilmente riconducibile alla nascita del nome che tutti conosciamo e apprezziamo: da Grand-Elf a Gandalf... il passo è breve!

Il caso è dunque chiuso? Tutte le frecce paiono puntare in quella direzione, ma spesso quando questo accade, c’è anche la possibilità che gli autori vogliano ‘sovvertire le aspettative’. Indubbiamente, buona parte delle avventure e delle vicende dello Straniero troverebbero un maggiore senso e un fascino superiore se ‘riscritte’ attraverso la lente dell’identità di Gandalf. La risposta definitiva, speriamo, non tarderà ad arrivare!

 

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