Ghost of Tsushima Director’s Cut, una scusa più che buona per tornare a vestire i panni di Jin | Speciale

Ghost of Tsushima Director’s Cut porta in dote, su PlayStation 5, un comparto grafico migliorato, il pieno supporto al DualSense e qualcosa di più

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Ghost of Tsushima Director’s Cut è l’ennesima prova dell’inaspettato successo della creatura di Sucker Punch, titolo che dopo roboanti promesse, all’epoca del suo annuncio, si caricò di sinistri timori quando il progetto perse per strada parte delle feature promesse.

Se il dualismo tra la via del samurai e l’utilizzo di tecniche ninja è una nota quasi a margine della trama che fa da sfondo alle carneficine perpetrate da Jin Sakai, quando invece avrebbe dovuto rappresentare la spina dorsale dell’esperienza stessa, la produzione Sony ha saputo farsi amare in altri modi, pur mostrando il fianco a diverse critiche, frutto di uno sviluppo evidentemente altalenante su certi frangenti.

Un po’ come accadde con Days Gone e Marvel’s Spider-Man, come sappiamo bene fu il cuore, il mood del gioco a prevalere su ogni sbavatura e difetto, regalando all’originale Ghost of Tsushima una popolarità insperata, con decine di premi ricevuti dalla critica e milioni di copie vendute ai fan di ogni parte del globo.

Come dicevamo, questa versione riveduta e corretta è l’inevitabile conseguenza di quel successo, di quel clamore mediatico che si è protratto fino ad oggi, sino all’esordio della next-gen.

Ghost of Tsushima Director’s Cut screenshot

Laddove in casa Microsoft si preferisce che sia lo stesso hardware ad adeguare definizione e frame-rate, come ormai noto Sony gioca la carta della riproposizione, economici DLC, quando non vere e proprie versioni stand-alone, che migliorano e potenziano giochi del passato.

Ghost of Tsushima Director’s Cut, lo lascia intuire il titolo stesso, non si limita al semplice potenziamento grafico, di cui comunque parleremo a brevissimo, ma introduce un capitolo inedito nell’avventura di Jin, ambientato nel corso del secondo atto, in un’isoletta a largo di Tsushima.

Se di questo contenuto extra dedicheremo un articolo ad hoc, che pubblicheremo tra qualche giorno, vale la pena concentrarsi sui piccoli e grandi cambiamenti che questa versione introduce.

"Soprattutto per chi si è goduto le gesta di Jin su una PlayStation 4 classica, il passaggio alla next-gen è stupefacente"Soprattutto per chi si è goduto le gesta di Jin su una PlayStation 4 classica, il passaggio alla next-gen è stupefacenteL’upgrade più evidente, accennato poco sopra, non può che essere quello grafico. Soprattutto per chi si è goduto le gesta di Jin su una PlayStation 4 classica, il passaggio alla next-gen è stupefacente. La prima cosa che si apprezza, già durante la battaglia sulla spiaggia che apre l’avventura, sono gli effetti luce che rendono ancor più affascinanti i panorami dell’isola di Tsushima. Soprattutto quando vi ritroverete a correre in un bosco al tramonto, con la luce del sole morente filtrata attraverso le foglie e i rami, resterete (nuovamente) abbagliati innumerevoli volte e richiamerete quasi di continuo la modalità foto, ovviamente presente e pronta a farvi perdere diverso tempo a caccia dello scatto perfetto.

Mentre densità poligonale e animazioni non hanno subito modifiche, nonostante alcune espressioni dei visi dei protagonisti avrebbero certamente necessitato e meritato una ritoccatina, definizione a 4K e frame-rate granitico garantiscono uno spettacolo visivo davvero convincente. Non esistessero giochi come Returnal, dove il gap rispetto a qualsiasi produzione PlayStation 4 è evidente, si potrebbe anche ritenere Ghost of Tsushima Director’s Cut un gioco next-gen a tutti gli effetti.

Tra le novità di questa edizione va annoverato anche il pieno supporto al DualSense. Se i trigger adattivi non vengono sfruttati più del dovuto, ci saremmo aspettati una maggior resistenza durante l’utilizzo dell’arco, la vibrazione è davvero capace di restituire feedback tattili al limite del credibile. Non solo ogni passo di Jin è accompagnato da un diverso tipo di vibrazione, che cambia a seconda del terreno che si sta calpestando, ma nelle cut-scene ogni movimento di spada è sottolineato da una sorta di oscillazione, difficile da descrivere a parole, che attraversa il pad, da parte a parte, nello stesso senso in cui è indirizzato il fendente. Piccolezze, verrebbe da dire, che tuttavia rendono ancora più appassionante e coinvolgente l’azione su schermo.

L’ultima new entry che merita un occhio di riguardo è certamente il lock-on, croce e delizia di Ghost of Tsushima Director’s Cut. Richiesto a gran voce da schiere di fan attonite per la sua assenza nella versione originale del gioco, alla prova dei fatti si è dimostrata una feature che mal si amalgama al combat system del gioco.

Ghost of Tsushima Director’s Cut screenshot

Di sicuro non siamo di fronte ad un sistema perfetto, perché tende a selezionare il nemico più lontano con troppa facilità e l’attivazione tramite croce direzionale ne rende macchinoso l’utilizzo, ma è innegabile che per la velocità e rapidità di movimenti richiesta in ogni scontro, il lock-on si sposi piuttosto male con il gameplay. Complice una telecamera che tende a stringere troppo alle spalle di Jin si perdono i riferimenti e rende impossibile tenere d’occhio i nemici che circondano l’avatar.

Il lock-on, fortunatamente disattivabile in qualsiasi momento, non è insomma un plus particolarmente efficace. Utile in alcune situazioni, quando cioè affronterete pochi nemici, nelle fasi più concitate è consigliabile farne a meno.

In definitiva, tralasciando il capitolo extra aggiunto all’avventura, Ghost of Tsushima Director’s Cut è una piacevolissima riedizione che, soprattutto sull’aspetto grafico, riesce a restituire il meglio possibile dalla creatura di Sucker Punch. Di certo grafica migliore, supporto al DualSense e introduzione del lock-on non bastano a giustificare un nuovo acquisto, soprattutto se avete già accumulato ore e ore di gioco su PlayStation 4. Tuttavia, grazie alla possibilità di importare facilmente il salvataggio della vecchia versione, tramite USB o sfruttando il cloud, unita al fatto che bastano venti euro per effettuare l’upgrade, potreste anche decidere di riprendere o completare l’avventura su PlayStation 5 con tutti i vantaggi del caso.

Di sicuro, anche senza considerare la nuova missione proposta, ci troviamo di fronte ad una riedizione realizzata con tutti i crismi del caso.

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