Ghost of Tsushima Director's Cut, la nuova avventura è più di un semplice DLC | Speciale

L’isola di Iki, introdotta in Ghost of Tsushima Director’s Cut, ha ben poco da invidiare all’ambientazione principale del gioco Sony

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Dopo esserci concentrati sulle novità più tecniche nell’articolo dedicato pubblicato qualche giorno addietro, torniamo nuovamente a parlarvi di Ghost of Tsushima Director’s Cut, versione riveduta e opportunamente potenziata della produzione Sony che poco più di un anno fa seppe fare la gioia e la felicità di tanti utenti PlayStation 4.

Sbarcato sulla nuova ammiraglia nipponica, la creatura di Sucker Punch ha confermato tutte le sue peculiarità. Nonostante qualche cronico difetto, legato per lo più ad una non perfetta gestione della telecamera, défaillance solo tenuamente miticata dall’introduzione del lock-on, è innegabile che su PlayStation 5 l’open-world dia il meglio di sé, forte del 4K e dei 60fps che rendono ancor più giustizia ad un comparto artistico ispiratissimo, capace di dipingere scorci e panorami pazzeschi.

Come anticipato altrove, tuttavia, la portata principale di Ghost of Tsushima Director’s Cut è rappresentata dalla nuova isola, Iki, teatro di un’inedita serie di missioni che richiederanno l’intervento del buon Jin Sakai per essere completate.

Ghost of Tsushima Director’s Cut screenshot

Senza girarci troppo intorno, possiamo affermare e confermare con estrema soddisfazione che questa aggiunta, questa avventura extra, è a tutti gli effetti una vera e propria espansione, appendice che insinuandosi idealmente tra un atto e l’altro della main quest, regala dalle quindici alle venti ore in più di longevità.

Per quanto le premesse narrative non siano particolarmente intricate, questa epopea riesce a infondere ancor più profondità psicologica al protagonista, preoccupandosi al contempo di mettere una pezza ad un paio di buchi di sceneggiatura palesati dal plot originale.

Mentre la Tribù dell’Aquila è intenta a razziare, depredare e trucidare la popolazione autoctona dell’isola, al buon Jin toccherà combatterla, vivendo al contempo un paio di interessanti flashback che forniranno sorprendenti ed interessanti dettagli al videogiocatore sui traumi e i drammi patiti dal samurai in giovane età.

Nonostante manchino comprimari capaci di bucare lo schermo, dialoghi ora intrisi di filosofia, ora più scanzonati, vi condurranno piacevolmente sino alla rocambolesca e briosa conclusione, picco di una sceneggiatura che ha certamente fatto tesoro dei feedback ricevuti dai fan dall’esordio del gioco ad oggi.

"Se possibile, l’isola di Iki è persino più selvaggia e seducente di Tsushima"Se in termini narrativi le cose funzionano più che degnamente, Ghost of Tsushima Director’s Cut si riconferma autentico campione nel saper immergere il videogiocatore in uno scenario ricco di suggestioni e ambientazioni in cui sfoderare le proprie abilità fotografiche grazie all’apposita modalità, facilmente attivabile in qualsiasi momento. Se possibile, l’isola di Iki è persino più selvaggia e seducente di Tsushima. Distese di felci e rampicanti inghiottono antichi accampamenti e navi arenate. Rocce taglienti tratteggiano imponenti strapiombi sull’oceano che, agitato e scuro, sembra rispondere alle urla di disperazione degli indigeni oppressi. Delicate albe infrangono caldi raggi solari sulle chiome di alberi centenari che, piegate dal vento, circondano Jin con una piacevole pioggia di foglie gialle.

Ghost of Tsushima Director's Cut

Se avete amato l’originale soprattutto per gli scorci che sapeva regalare, non resterete delusi dal tour di Iki, assolutamente all’altezza delle aspettative, nonostante le dimensioni più contenute dell’area geografica calpestabile.

La minor estensione, tuttavia, non fa rima con pochi contenuti e punti d’interesse. Se possibile, la densità di luoghi da esplorare è aumentata, al punto che è impossibile dedicarsi ad una missione senza essere distratti da un tempietto da scovare, da un collezionabile da recuperare, da un insediamento di arcieri, desiderosi di testare le vostre capacità.

Come nell’originale, anche in questa espansione Ghost of Tsushima Director’s Cut si conferma un’esperienza stimolante, avvincente, appassionante. Se le missioni principali, al di là della storia in sé e per sé, non offrono chissà che spunti in termini di level design, l’isola di Iki è una fucina di anfratti, accampamenti da liberare, luoghi generosi di potenziamenti di ogni tipo. Per quanto breve possa essere la vostra partita, riuscirete sempre a godere della di sensazione di aver compiuto un passo in più verso il completamento totale dell’avventura.

Se del lock-on ve ne abbiamo già parlato, feature utile, ma non implementata nel migliore dei modi, i combattimenti si arricchiscono di nemici generalmente meglio equipaggiati e di una nuova unità, lo sciamano, capace di potenziare le truppe nemiche con la sua cantilena. Nonostante la sostanza sia rimasta fondamentalmente immutata, l’evidente innalzamento della difficoltà vi costringerà a dare il meglio di voi e a dare fondo ad un combat system che, grazie ad un paio di mosse aggiuntive in più, come la carica a cavallo, offre davvero innumerevoli possibilità ai videogiocatori più smaliziati.

Ghost of Tsushima Director’s Cut, al di là delle migliorie grafiche, è davvero la miglior versione possibile di uno dei giochi più apprezzati dal pubblico in tempi recenti. Su PlayStation 5, oltre alla meraviglia grafica, abbiamo potuto appassionarci ad un’avventura extra longeva, ispirata, ben scritta.

Ci saremmo aspettati un lock-on meglio implementato e non manca qualche buco di sceneggiatura, ma sia che siate neofiti, sia che avevate nostalgia del buon Jin Sakai, è sicuramente arrivato il momento di affilare (nuovamente) la katana.

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