Gears of War, dieci motivi per amare la serie

Manca poco all’esordio di Gears of War 4. Alcune buone ragioni che giustificano l’amore dei fan per la saga che fu di Epic Games

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Manca poco al ritorno sul bellissimo e micidiale pianeta Sera, al momento in cui imbracceremo nuovamente i nostri Lancer e ci fionderemo contro l’ennesima orda di mostri malintenzionati, decisi e risoluti a sterminare una volta per tutte il genere umano. Il gioco che vedrà protagonista il figlio dell’amatissimo Marcus Fenix, quel Gears of War 4 la cui recensione verrà prontamente pubblicata su queste pagine virtuali, ha molto da dimostrare e sulle sue spalle grava il peso di un’eredità non da poco, nonché il compito di proiettare dignitosamente il brand verso un nuovo ciclo, attraverso una serie di episodi con un diverso setting temporale, tematiche originali da sviluppare, personaggi in buona parte inediti.

Un cambio generazionale, dunque, una rivoluzione in tutto e per tutto che fa certamente paura e instilla timori nei fan di vecchia data, già scottati e scossi da Judgment, episodio bocciato praticamente all’unanimità, e dall’abbandono di Epic Games in qualità di sviluppatore della saga. The Coalition, software house subentrante e responsabile di questo nuovo episodio, ha molto da perdere e poco da guadagnare, tanto più che la saga si è sorretta su una cerchia piuttosto ristretta di capi saldi che, nonostante la cronica mancanza di novità, ha retto piuttosto bene per ben tre capitoli regolari.

Può essere utile, dunque, ricordare e ricordarci le ragioni e i motivi che ci hanno fatto innamorare così follemente e visceralmente di Gears of War. Da appassionati del brand, ne abbiamo trovati ben dieci, che ci siamo divertiti ad elencare in questo fotospeciale tutto da sfogliare.

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