Gears of War 4: le gioie del multiplayer

Nonostante una campagna sottotono, Gears of War 4 stupisce e incanta grazie al multiplayer che riporta la saga ai fasti d’un tempo

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Siamo stati piuttosto chiari e perentori nella nostra recensione di Gears of War 4: il single player ci è piaciuto poco, così distante dalle tinte oscure e pessimistiche del primo capitolo, tutt’altro che ravvivato da sezioni esaltanti e degne di nota. Ciò che è peggio, JD non si è dimostrato all’altezza, insipido eroe di un’avventura modesta in tutti i sensi, costretta in uno scenario relativamente contenuto e avaro di ambientazioni ammalianti.

Eppure qualcosa di buono, nell’esordio di The Coalition alle redini del brand, c’è. Qualcosina nella campagna, frutto delle geniali intuizioni di gameplay di Epic Games, ereditate di sana pianta; tantissimo nel multiplayer, che, saggiamente, guarda al passato, non senza un pizzico di coraggio nell’apportare lievi modifiche. Modifiche tutte azzeccate, a ben vedere, che concorrono al regalarci la miglior esperienza online sino a qui registrata dall’intera saga.

Cominciamo dunque a scoprire i motivi di un tale successo, iniziando proprio dalle nuove armi, per lo più diretta conseguenza dell’introduzione della fazione dei Debees, gli automi di cui il COG si serve per mantenere l’ordine nelle sue città fortificate. L’Overkill è una sorta di fucile a pompa che rilascia due colpi per volta, uno quando si preme il trigger, l’altro quando lo si rilascia. Efficacissimo sulla corta distanza, soprattutto nella modalità Orda vi salverà la pelle in più di un’occasione. L’Enforcer è un piccolo mitragliatore che fa della cadenza di fuoco la sua ragione d’esistere. Poco preciso è comunque l’ideale per fornire fuoco di soppressione. L’Embar è un fucile di precisione molto particolare. È potentissimo, ma il colpo va caricato e rilasciato con il giusto tempismo. Il Dropshot, invece, lancia delle mine terra-aria la cui deflagrazione è decisa dall’utente stesso, tramite la pressione del tasto deputato al compito.

[caption id="attachment_161672" align="aligncenter" width="600"]Gears of War 4 screenshot Praticamente impossibile riscontrare un qualsiasi problema tecnico durante le partite a Gears of War 4. Il matchmaking è fulmineo, il lag assolutamente sconosciuto.[/caption]

Al nutrito numero di new entry, si aggiungono ovviamente i cari e vecchi Lancer, Gnasher, Hammerburst, Boltok e compagnia bella, che vanno a comporre un arsenale quanto mai ampio e variegato.

Da questo punto di vista The Coalition ha compiuto un lavoro di addizione e riproposizione degno di ogni lode. Il bilanciamento è pressoché perfetto, dal momento che nessun’arma è migliore di un’altra a prescindere. Sarà l’andamento della battaglia, la conformità della mappa e l’abilità del videogiocatore a decretare quale sia il miglior strumento di morte da impugnare in quel preciso momento.

Anche le modalità di gioco sono un saggio mix di graditi ritorni e piacevoli novità. L’Orda ruota attorno al Fabbricatore, un aggeggio che al prezzo di un certo quantitativo di energia, estraibile dai nemici caduti nel round di turno, può creare torrette difensive, stazioni di ricarica per i fucili e armi di ogni genere. Difenderlo dagli attacchi nemici, posizionarlo laddove è facilmente raggiungibile in qualsiasi momento, è un ulteriore tassello strategico da considerare quando si sta architettando la propria tattica offensiva.

Versus, dal canto suo, si frammenta in un numero di modalità piuttosto varie. C’è ovviamente il Deathmatch a Squadre, Re della Collina, il vecchio Esecuzione, Zona di Guerra in cui ogni giocatore ha una sola vita per turno. Ce ne sono altre, alcune inedite, ancora più stuzzicanti. Guardiano costringe a concentrarsi sul leader avversario, l’unico in grado di permettere il respawn ai propri alleati caduti per difenderlo. Corsa agli Armamenti, davvero frenetico e divertentissimo, mette a disposizione di entrambi gli schieramenti la stessa arma, che cambia, sino al completamento dell’intero arsenale disponibile, ogni tre uccisioni. Dodgeball, infine, concede il respawn solo a patto che un nostro alleato abbia eliminato un nemico, meccanica che dà vita a battaglie tesissime, spesso piuttosto prolungate per quanto decise da intensi scontri a fuoco.

Quanto a modalità di gioco, The Coalition si è mossa benissimo, riuscendo nel difficile compito di declinare la guerra di trincea, classica di ogni Gears of War, in tante salse, ognuna caratterizzata, e quindi determinata, da un diverso approccio strategico. Il classico Deathmatch a Squadre, per esempio, premia il gioco di squadra, le manovre corali che portano al fiancheggiamento, quando non all’accerchiamento. Corsa agli Armamenti, di contro, lascia più spazio all’iniziativa personale. Dodgeball, invece, amplifica a dismisura il lento avanzamento dello squadrone, rendendo ogni passo incerto, estremamente più ragionato che in altre occasioni.

Tutte queste piccole e grandi novità sono ovviamente esaltate dalle mappe, dieci in tutto, che per una precisa scelta di design si presentano nel pieno rispetto della simmetria. Questa feature, se da una parte appiattisce la varietà delle location, dall’altra costituisce l’ennesimo elemento di controllo che garantisce il perfetto bilanciamento. Inutile comunque girarci intorno: la perfezione di Ingorgo è tale, che anche in Gears of War 4 è senza alcun dubbio lo scenario migliore di tutti.

[caption id="attachment_161673" align="aligncenter" width="600"]Gears of War 4 screenshot Online il comparto grafico rinuncia a buona parte degli effetti speciali e ai modelli poligonali estremamente dettagliati. Il tutto per garantire lo splendore dei 60 fps fissi.[/caption]

Non bisogna dimenticarsi, inoltre, del sistema di carte che donano, di volta in volta, di modalità in modalità, particolari bonus, in termini di esperienza acquisita, in base all’obiettivo prescelto da completare entro il termine della partita. Si va dal numero di esecuzioni con un certo tipo di armi, sino al raggiungimento di un punteggio minimo prestabilito. Un extra che non aggiunge nulla di veramente nuovo al genere, ma che abbiamo apprezzato per l’ulteriore grado di sfida che è capace di innescare, soprattutto nei videogiocatori più smaliziati.

Proprio a proposito dei maghi del pad, The Coalition, con Gears of War 4, ha deciso di puntare forte sull’e-Sport. Non mancano infatti le partite classificate, con tanto di sistema di ranking che inserisce i giocatori in leghe decretate dai risultati ottenuti nelle varie partite. Non è finita qui. Come potete constatare collegandovi al sito ufficiale attraverso cui è gestita l’intera competizione, il vero centro della battaglia sarà rappresentato dal Pro Circuit, coordinato direttamente dall’MLG e dal GFINITY (organizzazioni di e-Sport professionistico), in cui sarà possibile partecipare a tornei, in singolo o a squadre, con tanto di montepremi (in soldi reali) in palio.

Sebbene permanga il sentore che il grosso del lavoro l’abbia compiuto Epic Games quando ha sviluppato il capostipite della saga, è innegabile che The Coalition abbia fatto tesoro della lezione impartita. Ne è una prova tangibile il multiplayer di Gears of War 4, certamente conservativo e rispettoso del canone, ma ugualmente (e forse proprio per questo) esaltante, divertente, bilanciatissimo.

Da questo punto di vista, non esiste niente di meglio per quanto riguarda gli sparatutto in terza persona, tanto più pensando all’apertura della produzione verso l’e-Sport, un ambito che è destinato a diventare preponderante dei giochi del domani.

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