[GDC 2012] Il ritorno della tecnologia

Condividi

Il nostro commento alla chiusura della GDC 2012

La GDC non è mai un evento facile da leggere, gli annunci, anche grandi sono sempre ammantati da un certo understatement, quasi come per dire “ehi, abbiamo creato questa cosa fantastica ma alla fine, fra professionisti, non ci stupiamo più”. Senza i riflettori dell’E3 e gli eccessi consumer della GamesCom, la kermesse di San Francisco permette riflessioni più pensate e porta in superficie alcuni andamenti carsici dell’industry molto interessanti e complessi.
Questo 2012 si appresta ad essere l’anno della consacrazione definitiva del gaming indie. La GDC ha infatti certificato oltre all’enorme energia creativa che arriva dagli sviluppatori indipendenti, la gigantesca crescita del mercato potenziale di questo tipo di giochi. Senza bisogno di citare Notch e il caso Minecraft, oggi quello che era un mercato molto di nicchia sta acquisendo sempre più i connotati di una terza via potenziale nello sviluppo dei videogiochi, lontana sia dagli eccessi delle produzioni ad alto budget che dalle semplificazioni (a volte eccessive) dei giochi casual. Se a questo aumento del pubblico aggiungiamo anche l’annuncio di parte di un autore come Peter Molyneaux che ha deciso - in maniera quasi improvvisa - di lasciare Microsoft e Lionhead per dedicarsi a una nuova start up indipendente, si capisce come il fenomeno abbia ormai smesso di essere qualcosa di eccentrico e stia prendendo sempre più la forma di un settore a se stante del mare magnum del gaming.
Il secondo dato che ha animato le conversazioni fra i corridoi del Moscone Center e sulla blogosfera riguarda il futuro di Valve. L’azienda di Gabe Newell (che, proprio in questi giorni, è entrato ufficialmente nella lista dei miliardari stilata da Forbes) si sta sempre più imponendo come un vero e proprio ariete da battaglia, capace di scardinare l’oligopolio hardware software costituito da Microsoft/Sony/Nintendo da un lato ed EA/Activision dall’altro. Mentre continuano a rincorrersi i rumour su un eventuale “Steambox”, ovvero una console (o più probabilmente un PC modificato) prodotta direttamente da Valve, lo store online dei fondatori di Half Life continua a mietere un successo dietro l’altro e ormai è un punto di riferimento imprescindibile per chiunque giochi su PC. L’idea che una piattaforma di questo tipo arrivi anche nel mercato console potrebbe aprire scenari molto interessanti, soprattutto perché i giochi Valve (il futuro, speriamo, Half Life 3) da soli sono perfettamente in grado di spostare migliaia di acquirenti verso la macchina che - potenzialmente - potrebbe fornirli in esclusiva.
La GDC tuttavia non ha offerto alcuna conferma da questo fronte e Valve, come sempre, si è chiusa nel più stretto riserbo, riviando eventuali commenti a un futuro abbastanza remoto.

Nessuna informazione neppure da parte delle altre case produttrici di hardware che continuano, Nintendo esclusa, a tenere le loro carte completamente celate. Nessuna nuova console ha fatto capolino fra gli stand e nessun executive delle tre aziende ha voluto rilasciare dichiarazioni, preferendo concentrarsi sulle line up software per il prossimo 2012/2013. Qualche soddisfazione in più l’abbiamo avuta dal fronte meramente tecnologico: Quantic Dream ha saputo stupire con la sua “Kara”, mostrando come l’asticella dell’eccellenza tecnica su Playstation 3 possa essere ancora alzata, mentre Epic ha concesso a pochissimi eletti di vedere una brevissima dimostrazione dell’Unreal Engine 4. Anche DICE ha parlato del futuro di Frostbyte, confermando come ormai lo consideri la piattaforma standard per lo sviluppo di tutti i suoi giochi futuri.
Queste preview ci hanno permesso di buttare lo sguardo al di là della siepe, capendo, almeno in linea di massima, quale sia il livello tecnico che dovremo aspettarci dalla next gen, tuttavia rimangono moltissime incognite. Al di là della potenza di calcolo necessaria per far girare i nuovi motori grafici, le console dovranno essere soprattutto in grado di offrire un ambiente di sviluppo efficiente e non troppo costoso, per evitare casi come quelli di Skyrim o Mass Effect 3 su Playstation 3.
In definitiva la chiusura di questa Games Developer Conference ci lascia con tante speranze per il futuro ma poche prove concrete, l’E3 sarà l’occasione giusta per capire quanto le varie aziende e i publisher siano “pronti per il futuro”. Nel frattempo, mentre il carrozzone mediatico dell’industry videoludica si allontana sulla Route 101, San Francisco si riposa e ci dà appuntamento al prossimo anno.

Continua a leggere su BadTaste