gamescom 2018, giorno 3: altri pranzi fugaci, banane assassine e l’arrivo del pubblico a Colonia
La terza puntata del diario dalla gamescom 2018
Tuttavia, andando con ordine, la mattinata è iniziata ad un orario decente (nonostante l’evento della sera precedente). Il primo appuntamento è stato con Remnant: From The Ashes, il nuovo shoote cooperativo dagli sviluppatori di Darksiders III, per cui ero partito con nessuna aspettativa (e quelle che c’erano di sicuro non erano buone), ma invece la presentazione con relativa prova mi ha lasciato incuriosito. Niente di che, ma non da dimenticare.
A seguire grande trepidazione per il gioco non annunciato di Ubisoft, che poteva essere qualsiasi cosa ma invece si è rivelato essere The Settlers. Senza nulla togliere alla storica serie di strategici del publisher francofono, ma l’incontro hands-off da trenta minuti mi ha tolto qualsiasi voglia di introdurre dell’hype dentro di me.
Verso fine giornata ho partecipato ad una breve intervista di gruppo riguardo Diablo III: Eternal Collection su Nintendo Switch, come unico giornalista italiano nel mio slot. Segmento della durata di canonici 30 minuti totali, con giusto meno di dieci minuti complessivi condotti dai ragazzi di Blizzard Entertainment, e i restanti dedicati ad un silenzio imbarazzante da parte dei miei colleghi. Ho dovuto rompere il ghiaccio io, nella speranza di fare da testa di ponte ai miei colleghi, ritrovandomi invece a tempestare di domande più o meno consone e sensate pur di non far passare 30 minuti di silenzio.
[caption id="attachment_188680" align="aligncenter" width="1282"] Tenete d'occhio My Friend Pedro[/caption]
La giornata è finita con Devolver Digital, che come sempre ha videogiochi per cui vale la pena fare tutta questa fatica. Se Metal Wolf Chaos XD è pur sempre il porting di un gioco uscito 14 anni fa su Xbox solo in Giappone, con tutto quello che ne consegue, My Friend Pedro è, per un usare un termine incredibilmente professionale e professionistico, una figata senza appello. Per citare il publisher stesso: “è un violento balletto che parla di amicizia, immaginazione, ed un uomo che lotta per annientare chiunque nel suo cammino per ordine di una banana senziente”. Ed è davvero così. Spettacolo, game of the show finora.
La giornata si chiude in un locale tipico in zona Duomo, a mangiare accostamenti improbabili di mela cotta, puré di patate, pudding di carne affumicata, ed un buon quantitativo di birra kolsch. Domani (oggi, ndr) è l’ultimo giorno, dopodiché si torna in Italia, lontani dai giochini ma anche dal cibo che rischia di compromettere svariati mesi di vita.