[GamesCom 2012] Provato - One Piece: Pirate Warriors

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Provata a Colonia la nuova avventura di Rufy, Nami e del resto della ciurma della Going Merry...

One Piece è uno di quei classici anime/manga che, trasformati in videogames riescono a mantenere intatto tutto il loro fascino narrativo ed estetico. Pirate Warrios, nuovo tie in videoludico della saga, si costruisce proprio su questa ottima base e, qui a Colonia, abbiamo avuto modo di mettere le mani su un codice pressoché completo del titolo, provando ben quattro diversi livelli.

  One Piece: Pirate Warriors è un beat em up a scorrimento che mischia alcuni elementi di Dinasty Warriors con quelli più classici della tradizione action nipponica. Nei panni di Rufy e della sua ciurma dovremo, dunque, sconfiggere continue ondate di nemici sempre più forti usando, come da tradizione, i poteri speciali che ogni protagonista possiede; Rufy potrà allungare le braccia a dismisura e gonfiarsi per rispedire al mittente bombe e sassate, Zoro userà le sue affilatissime spade, mentre Sanji dispenserà sani calcioni a tutti. L’avventura principale coprirà l’intero arco narattivo dell’anime dagli inizi fino alle ultime puntate uscite in giappone, permettendoci però di interpretare il solo protagonista principale. Per poter vivere le avventure dei vari comprimari dovremo dedicarci a una modalità apposita, chiamata Another Log che, per l’occasione, integrerà molte storyline inedite assenti nel fumetto ma approvate dal canone ufficiale.  Dal punto di vista del gameplay, Pirate Warriors offre, come s’è detto, molta azione e combattimenti frenetici, tuttavia gli sviluppatori hanno pensato bene di inframezzare l’azione più intensa con alcuni livelli “riflessivi”, in cui, anziché menare le mani, dobbiamo portare a termine obiettivi diversi. In una delle demo disponibili, per esempio, nei panni di Rufy, avevamo il compito di trasportare Nami, gravemente malata, in un ospedale. La missione era interamente a tempo (cinque minuti) e, per riuscire a superarla, è stato necessario dosare bene gli spostamenti con la nostra protagonista in spalla e quelli in cui Rufy doveva avanzare da solo per attivare ponti, porte e via discorrendo. Questa alternanza nell’offerta ludica permette a Pirate Warriors di proporsi come un’esperienza piuttosto completa che saprà soddisfare sia chi cerca l’azione pura sia chi desidera un gioco che sappia anche farsi apprezzare per le sue dinamiche platform/puzzle non banali.  Tecnicamente i ragazzi di Omega Force hanno fatto il loro dovere, il gioco, interamente in cel shading, riesce a catturare appieno l’estetica dell’anime originale e le ambientazioni, per quanto poco ampie, fanno il loro dovere. In sede di recensione, com’è ovvio, potremo valutare meglio il lavoro complessivo, dato che il rischio di scadere nella ripetitività è sempre piuttosto alto per prodotti di questo tipo.In ogni caso, con l’uscita europea del gioco fissata per il prossimo novembre, avremo presto occasione di dare uno sguardo più approfondito a quella che, di primo acchito, sembra essere la migliore trasposizione delle avventure di Rufy e soci mai arrivata su console.
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