[GamesCom 2012] Provato - Hitman: Absolution

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Eliminazioni silenziose alla Gamescom 2012

Alla Gamescom recentemente conclusasi a Colonia, Hitman: Absolution ha occupato uno spazio di tutto rispetto, al punto che lo stand riservatogli nell’area consumer prevedeva tempi di attesa di diverse ore per il pubblico desideroso di mettere le mani sul titolo. Il livello oggetto della nostra prova era lo stesso presentato durante lo scorso E3, con l’Agente 47 incaricato di uccidere un bersaglio tra le strade di Hong Kong.

Come già esplicitato da diversi video rilasciati negli ultimi mesi, la caratteristica saliente della missione (e, più in generale, del gameplay che caratterizza la produzione) è la possibilità per il giocatore di trovare da solo la propria strada. Si potrà decidere di buttarsi a capofitto nella mischia ad armi spianate, oppure trovare uno dei molti modi “silenziosi” di eliminare il soggetto designato. La seconda ipotesi, oltre ad essere l’unica in grado di garantire adeguate ricompense per l’incarico, richiede sempre una rapida esplorazione preliminare della location, indispensabile per farsi un’idea degli espedienti disponibili. Si va dalla possibilità di manomettere macchinari, circuiti elettrici, telecamere e altri dispositivi, sino allo stordire comuni cittadini per indossarne gli abiti, o ancora piazzare esplosivi in determinati punti. Tutto questo potrà facilmente sfuggire se si dovesse dedicare poca cura alla fase di pianificazione.

Quest’ultima, naturalmente, non è del tutto rilassata. Non appena l’Agente 47 mette piede nell’affollato mercatino di Hong Kong, prende il via una catena di eventi che vedrà un determinato personaggio, vestito con abiti che potrebbero tornare molto utili al giocatore, attraversare la piazza in un dato momento, mentre anche il boss si sposta dalla zona centrale verso altre location. Muoversi troppo lentamente durante la perlustrazione dei dintorni significherà dunque perdere diverse interessanti possibilità.Per quanto questa meccanica sia interessante, e soprattutto riesca a generare una notevole tensione nel giocatore, un rischio c’è: viene infatti da pensare che, a meno di disporre un intuito eccezionale e di un po’ di fortuna, il primo attraversamento di un livello sconosciuto potrebbe non bastare a scovare i modi migliori per eliminare un nemico, portando a ricaricare un salvataggio precedente non appena raccolte sufficienti informazioni. Il cosiddetto, e di questi tempi famigerato, trial and error. Questa minaccia per la fluidità dell’incedere può essere sventata in un solo modo, ossia un level design perfettamente bilanciato, per far sì che i vari espedienti non siano né troppo visibili, né troppo nascosti, e dare così l’illusione al giocatore di essersi “guadagnato” la sua uccisione silenziosa.

Probabilmente ben consci di questo potenziale problema, gli sviluppatori hanno aggiunto delle brevi sequenze filmate ad inizio livello, le quali mostrano molto velocemente alcuni potenziali espedienti per il successo.Considerata tuttavia la buona estensione dei livelli, ricordarsi dove questi ultimi si trovano non sarà facile. In altre parole, un buon senso dell’orientamento “virtuale” rappresenta un’ottima spinta iniziale. Dato che noi, come il buon Marcus Brody, “ci perdiamo anche nel nostro museo” (cit.), siamo stati costretti ad aggirarci per diverso tempo prima di poter sfruttare efficacemente i consigli iniziali.

Durante la nostra ora circa di hands on abbiamo cercato di mettere a dura prova l’intelligenza artificiale nemica (nello specifico, la polizia di Hong Kong), cambiando bruscamente gli approcci. Il risultato è buono, anche se l’impossibilità di conoscere il livello di difficoltà al quale stavamo giocando rende più complicato esprimere giudizi, anche solo preliminari. Di certo, far scattare un allarme complicherà non poco la vita del giocatore, ma quasi mai al punto da arrivare immediatamente al game over. Le risorse dell’Agente 47 non sono certo poche, e le stesse ambientazioni offrono molti modi per sparire agli occhi degli inseguitori il tempo sufficiente per stordire qualche terrorizzato passante, cambiarsi d’abito e ricominciare ad aggirarsi non visti. Abbiamo notato tuttavia con piacere che, ogni volta che si riesce con successo a sfuggire ad un allarme, la distanza a cui occorre tenersi dalla polizia per non essere riconosciuti aumenta, rendendo via via la missione sempre più difficile.

Qualora si dovesse scegliere un approccio più diretto (leggi, pistole spianate e panico in strada), le routine della polizia mostrano invece qualche cedimento. Più volte abbiamo notato avversari poco inclini ad usare le moltissime coperture, al punto da tentare attacchi frontali – e fatali – al protagonista. Chiaramente, alzando il livello di difficoltà la resistenza dell’Agente 47 al fuoco nemico diventa davvero irrisoria, rendendo chiaro come le sparatorie prolungate non costituiscono certo il punto saliente della produzione.

Un ulteriore strumento al servizio dell’assassino è il suo istinto, rappresentato da una sovraimpressione che permette al giocatore di individuare immediatamente tutti gli elementi interattivi dello scenario, oltre alle ronde e alla direzione dello sguardo dei singoli avversari. Compiendo interazioni ambientali efficaci ed evitando l’individuazione, si andrà inoltre a caricare un’apposita barra, la quale permetterà in un secondo momento di attivare un rallentamento del tempo ed effettuare eliminazioni automatiche (che ricordano da vicino il mark&shoot di Splinter Cell: Conviction).

Un’ora di prova ci è a malapena bastata per scalfire la superficie delle moltissime possibilità offerte dal livello, facendo ben sperare per l’offerta complessiva del gioco. Dal punto di vista tecnico, risulta evidente come la versione Xbox 360 arranchi un po’ nel gestire le dinamiche della folla e i molti elementi interattivi dello scenario, con una qualità grafica complessivamente sacrificata. Su PC invece, il risultato è nettamente più pulito, soprattutto con gli effetti DX11 attivati.

Peccato non aver potuto provare qualcosa di inedito, ciononostante Hitman: Absolution è una delle produzioni più interessanti in uscita sotto Natale. In coppia con Dishonored, molto probabilmente farà la felicità di tutti gli appassionati di eliminazioni silenziose e teatrali.

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