[GamesCom 2012] Provato - DmC: Devil May Cry

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Provata la nuova demo del reboot di Devil May Cry firmato Ninja Theory

Dante è stata una delle grandi icone ludiche della passata generazione. Nonstante gli alti e bassi della quadrilogia originale, il personaggio creato da Shinji Mikami, con i suoi capelli bianchi e lo spolverino rosso ha praticamente inventato un genere - i cosidetti stylish action - e contribuito in maniera sostanziale al successo di Playstation 2.Oggi, dopo un quarto capitolo discutibile e qualche anno di silenzio, finalmente, si avvicina la data di lancio del reboot firmato Ninja Theory e Capcom, durante la Gamescom ci ha permesso di testare una versione estesa della demo dell’E3 con, in aggiunta, una parte del livello mostrato durante la conferenza stampa tenutasi prima dell’inizio della fiera.  Pad alla mano, si nota subito come Tameen Antoniades e i suoi collaboratori abbiamo deciso di prendersi più di una libertà: Dante è un ragazzino dai capelli neri, sempre dotato di molto sarcasmo, ma decisamente lontano dal trentenne istrionico con cui eravamo abituati ad avere a che fare. I Ninja Theory, com’è noto, sono infatti ripartiti da zero, annullando l’intero universo precedente e costruendo un nuovo Devil May Cry fondandosi su premesse estetiche e ludiche di ispirazione più occidentale che orientale. Il livello che abbiamo testato si colloca circa a metà del gioco e geograficamente, rappresenta una zona molto vicina ai centri del potere demoniaco che dominano Limbo City, il nostro obiettivo è quello di sconfiggere una delle entità oscure più potenti che - per controllare meglio il popolo - veste i panni di un anchorman televisivo, andando ogni giorno in TV a raccontare bugie su Dante e sugli altri ribelli.Già da questi presupposti si nota subito la mano classica dei Ninja Theory, con una trama che, spesso e volentieri tocca temi di grande attualità, a volte di spiccata satira nei confronti del mondo moderno. Così come in Enslaved il finale del gioco rivelava un’interessante riflessione sul futuro di un’umanità talmente connessa da non rendersi neppure più conto dei propri ricordi, qui Dante diventa una sorta di ribelle anarcoide che, prima ancora di combattere i demoni, lotta contro una forma di potere oppressivo, arricchitosi sulle spalle di una cittadinanza che, ormai, non ha più neppure i mezzi per farsi un’idea propria, figuriamoci per opporsi.Digressioni metanarrative a parte, DmC, dal punto di vista prettamente ludico convince, Ninja Theory sa costruire gli scenari in maniera sempre spettacolare, mentre gli scontri con i nemici per quanto coreografici riservano ancora qualche perplessità. Il control scheme del gioco, che prevede l’uso combinato di due tasti frontali per usare la spada e le pistole, unito ai dorsali destro e sinistro, non è semplicissimo da padroneggiare e, soprattutto i primi minuti, risulta abbastanza straniante; DmC tuttavia, ripaga i momenti di trial and error, con un sistema di combo e attacchi molto profondo e appagante, che sprona il giocatore a tentare mosse sempre più complesse in modo tale da accumulare moltiplicatori e punti.  Purtroppo la demo si interrompe immediatamente prima del boss fight che ci era stato mostrato durante la conferenza, dunque non abbiamo potuto affrontare lo scontro con il demone/giornalista che, grazie al continuo passaggio fra la realtà virtuale dello studio e i filmati del telegiornale, ci aveva molto impressionati per varietà e innovazione stilistica.   Questo nuovo Devil May Cry, in ogni caso, si conferma come uno dei titoli Capcom più interessanti e non vediamo l’ora, il prossimo Gennaio, di poter scrivere una review approfondita. Ninja Theory si è presa sulle spalle un compito ingrato, non solo si trova a dover lavorare con una delle IP più amate dagli appassionati di tutto il mondo ma paga anche lo scotto di essere uno studio occidentale a confrontarsi con un gigante del gaming nipponico. Tuttavia, se i ragazzi inglesi sapranno smussare alcuni dei difetti che affliggevano i loro titoli precedenti (come l’eccessiva importanza della componente tecnico/narrativa rispetto a quella puramente ludica), DmC potrebbe essere davvero un esaltante nuovo inizio per una saga che, in ogni caso, ha fatto la storia del gaming. 
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