[GamesCom 2012] Provato: Dishonored

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La prova diretta dello stealth firmato Arkane e Bethesda

Il nuovo titolo di Bethesda e Arkane Studios è uno di quelli che ti affascinano sin dal primo sguardo, e non è un caso che con la matita in mano ci sia nientemeno che Viktor Antonov, il creatore della City 17 di Half Life 2.

Avventura dark e steampunk ambientata in una simil Londra, apparentemente cristallizzata in un perenne decadimento post-industraile, Dishonored ha come protagonista Corvo (non si tratta di una traduzione, il nome è il medesimo anche in lingua originale, solo che pronunciato all'inglese suona più cool), ex guardia dell'Imperatrice del regno. Ingiustamente accusato del suo assassinio, il protagonista non ci pensa due volte a mettere in atto un diabolico piano di vendetta contro i cospiratori, i quali hanno messo la capitale Dunwall e tutto il reame in ginocchio, con i cittadini ridotti a morire di stenti e di peste per strada, mentre i ricchi si danno a feste burlesque nelle sontuose ville. Aiutato da una misteriosa entità sovrannaturale, Corvo guadagna una serie di eccezionali poteri, e comincia la sua lunga missione per le strade della città.

A più riprese, durante questa prova e altre presentazioni viste in passato, ci siamo trovati a ripensare a Thief, cui in qualche modo Dishonored si ispira, con quel suo modo di lasciare al giocatore una libertà totale su come arrivare alla propria vittima, con quella sua ricchezza di dettagli che rendono ogni livello un microcosmo.

La struttura di Dishonored è, peraltro, abbastanza ermetica. La trama si snoda lungo una serie di missioni – leggi: assassinii – che Corvo deve compiere per giungere alla sua personalissima vendetta. Che poi assassinii proprio non sono, dato che il modo di procedere senza mai sporcare la lama di sangue c’è, ma su questo torneremo più avanti.

All’inizio di ogni nuova missione, il giocatore si troverà ad esplorare l’area circostante l’edificio in cui si trova la successiva vittima, solitamente due o tre vie della città costantemente battute dalle pattuglie nemiche. Da qui in avanti, arrivare all’eliminazione (o alla soluzione alternativa) del bersaglio sarà un esercizio di fantasia tutto nelle mani del giocatore, che, se per caso si sentisse prudere le mani, potrebbe anche gettare alle ortiche pianificazione e raffinate tattiche stealth, sfondare la porta urlando (metaforicamente, è ovvio) e mettere a ferro e fuoco l’intero edificio. Ci abbiamo provato, vi assicuriamo che si può fare, ma non è per nulla facile sopravvivere all’intento.

Tolto di mezzo questo problema, passiamo ad analizzare il gameplay se giocato secondo i “canoni”, ossia cercando di farsi notare il meno possibile. Il livello da noi provato durante il tour dello stand Bethesda presso la Gamescom rappresentava un proseguimento della missione già presentata durante l’E3, dove l’obbiettivo di Corvo è uccidere una tale Lady Boyle durante una festa in maschera nella sua gigantesca casa vittoriana.

Peccato che, dopo aver attraversato la porta d’ingresso in uno dei cinque o sei modi possibili (senza contare la sfondata urlante), scopriamo che di Lady Boyle ce ne sono ben tre, che sono gemelle, e che tutte e tre sono mascherate, trattandosi di una festa di quel tipo un po’ così. Uccidere la persona sbagliata significherebbe fallire la missione all’istante, dunque la cosa migliore da fare è aggirarsi per l’enorme magione e ascoltare i dialoghi dei bizzarri personaggi intenti a far baldoria (spesso ricchi di dettagli molto utili ai fini della missione, qualche volta in maniera forzata, ma fortunatamente non ai livelli di: “se volessi uccidere il padrone di casa, userei quell’incudine sospesa sopra il suo cuscino, ammicco ammicco…”).

Nel frattempo, si prende familiarità con due dei poteri soprannaturali più utili tra quelli a disposizione di Corvo: la Dark Vision, una sovraimpressione che permette non solo di vedere attraverso le pareti, ma anche di conoscere le posizioni di chiunque, la direzione dei rispettivi sguardi e persino eventuali oggetti di valore celati, e il Blink, un teletrasporto che permette di trasferirsi in un istante a qualche metro di distanza. Usati bene, questi due strumenti permettono di muoversi in qualunque ambiente eludendo la sorveglianza, la quale peraltro potrà anche essere sfoltita, eliminando silenziosamente qualche guardia isolata e occultandone il cadavere. L’unico limite imposto all’utilizzo di questi poteri è la riserva di mana, la quale si può rimpinguare con apposite pozioni (lo stesso vale anche per la salute), e un determinato tipo di guardia, in possesso di un odioso dispositivo in grado di annullare i poteri magici di Corvo.

Il tempo tiranno non ci ha permesso di esplorare tutte le possibilità offerte dal livello, ma abbiamo avuto comunque modo di ultimare la missioni diverse volte, due di queste concludendo con un’eliminazione, l’ultima invece sfruttando l’unica (forse) alternativa non violenta.

Dishonored, inutile ribadirlo, ci ha impressionato molto. C’è lo stile grafico unico, c’è una contestualizzazione fortissima che fa esplodere il mondo immaginario di Dunwall, c’è uno storytelling affascinante e trasversale, che evita di proposito le cut scene e preferisce lasciare che l’ambiente circostante si infili sotto la pelle del giocatore, c’è un livello di difficoltà di tutto rispetto, c’è il piacere di rigiocarsi la stessa missione più volte, solo per il gusto di completarla alla perfezione, o magari scatenare l’inferno di proposito.E in quest’ultimo caso c’è anche da scoprire un combat system interessante, che permette di alternare i poteri offensivi di Corvo (ratti carnivori che sorgono dal terreno e una bella spinta cinetica) con il suo bizzarro arsenale, che va dalla pistola alla balestra con dardi intercambiabili (degni di nota quelli incendiari). Mentre quanto sopra si avvicenda nella mano sinistra del personaggio, nella destra c’è sempre stretto il pugnale, con il quale si possono parare i fendenti nemici e distribuirne altrettanti in cambio. Il tutto, mentre si blinka qua e là, si rallenta il tempo e si danza in mezzo agli ignari nemici, a patto che non spunti fuori quello con la strana fisarmonica annulla-poteri, che irrimediabilmente preannuncia un imminente game over.

Ci sono i tutti i se e i ma del caso (che si riducono principalmente a: i livelli saranno tutti così vari e bilanciati? E saranno abbastanza da permettere al gioco di durare il giusto?), ma nulla ci leva dalla testa che Dishonored sia uno dei titoli più promettenti in uscita questo autunno, per la precisione il 12 ottobre. Fino ad allora, non perdetelo di vista, seguendo con noi tutte le novità.

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