[GamesCom 2012] Provato - Army of Two: The Devil's Cartel

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Abbiamo provato Army of Two: the Devil's Cartel. Visceral riporta su console l'azione co-op...

Presentato quasi a sorpresa qualche settimana fa, il nuovo sequel di Army of Two è uno di quei classici titoli che si è sempre contenti di poter testare. Dopo aver passato giorni fra stand, prove, interviste e riunioni, poter prendere in mano il pad e dedicarsi alla violenza balistica più classica è quasi liberatorio.

Army of Two: The Devil’s Cartel non parte da premesse troppo elaborate, siamo una squadra di mercenari composta da due persone e abbiamo come obiettivo quello di distruggere un pericoloso cartello di signori della droga. Fine, niente sottotrame, niente problemi morali, fin da subito i buoni sono belli e forti, mentre i cattivi sono brutti, armati e decisi a farci passare dei brutti quarti d’ora. I ragazzi di Visceral (autori, fra gli altri, della trilogia di Dead Space) nel prendere in mano il brand avevano un lavoro impegnativo da fare. Da un lato i due AoT originali, pur con qualche intuizione carina a livello di gameplay soffrivano troppo un level design spesso non all’altezza, mentre la necessità di rilancio della saga richiedeva un’operazione di aggiornamento che solo uno studio blasonato poteva essere in grado di realizzare.

La prima cosa che balza all’occhio è l’uso del Frostbyte engine per muovere il gioco; grazie alle prodezze del motore di DICE (che vedremo presto all’opera anche in Medal of Honor: Warfighter), The Devil’s Cartel offre un ottimo livello di distruttibilità e interazione ambientale, rendendo i livelli un vero spettacolo per gli occhi, nonché un vero divertimento per chi ama seminare distruzione senza curarsi troppo delle conseguenze.

La demo che abbiamo potuto testare è una versione estesa di quella che EA ha mostrato durante la sua conferenza di apertura della GamesCom, con i nostri due protagonisti impegnati a ripulire un palazzo su cui dovrà atterrare l’elicottero che li porterà in salvo. Durante la prova abbiamo giocato insieme a un collega tedesco e, ovviamente, sono gli stessi sviluppatori a spingere molto la modalità cooperativa. Il single player è sempre possibile, tuttavia, pensare di giocare a The Devil’s Cartel da soli è come guidare un tandem senza secondo passeggero: si può fare, ma la fatica è doppia e il divertimento molto minore. La prima parte della demo consiste in un classico scenario al chiuso, con scale, corridoi e alcune hall più ampie in cui si fa più forte la necessità di collaborare con il proprio partner.
Durante gli scontri a fuoco, le dinamiche da TPS classico dominano, con coperture, granate e tutto il resto, tuttavia, l’estrema distruttibilità degli ambienti tende a premiare un approccio che sia il più aggressivo possibile, togliendoci via via ogni possibile riparo. Con l’incedere dei piani, però il tutto si fa piú interessante: un incendio, infatti, ci costringe a separarci dal nostro compagno, entrando così in una fase del gioco dove la collaborazione si fa davvero fondamentale: intrappolati a un livello più basso rispetto a quello dell’altro giocatore, abbiamo dovuto nasconderci sperando che il nostro collega ci garantisse abbastanza copertura per poter avanzare e trovare un modo per salire. Una volta superata questa sezione ci siamo trovati sul tetto e, anche qui, abbiamo dovuto scegliere chi dei due avrebbe finito l’opera di ripulitura a terra e chi, a bordo dell’elicottero appena giunto, avesse fornito supporto aereo dall’alto, distruggendo strutture e prendendosi cura dei nemici più coriacei, equipaggiati con lanciarazzi ed armature pesanti. In generale The Devil’s Cartel è piuttosto caciarone e non fa mistero della sua vocazione smaccatamente action, tuttavia la possibilità di finire vittime del fuoco amico (mancante nella demo, ma gli sviluppatori ci hanno assicurato che ci sarà nel gioco finale), richiede comunque al giocatore di tenere sempre alta la soglia dell’attenzione, senza tuttavia rinunciare a una buona dose di piombo, sangue e polvere da sparo.

In definitiva Army of Two: The Devil’s Cartel ci ha convinti, grazie alla sua semplicità e, soprattutto, per la sua essenza cooperativa, dove a venir premiati sono i giocatori che decidono di affrontare le sfide insieme anziché quelli che preferiscono le avventure solitarie. D’altronde, fin dai tempi di Metal Slug, la co - op è sempre stata una delle caratteristiche più amate in tutti gli action di successo e siamo molto contenti che Visceral abbia deciso di lavorare su un titolo che, finalmente, la riporta al centro della scena ludica moderna.

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