[GamesCom 2012] Call of Duty: Black Ops 2 - Multiplayer reveal

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A Colonia, Activision e Treyarch hanno svelato in anteprima mondiale le caratteristiche del multiplayer del nuovo Call of Duty. Le nostre impressioni...

Call of Duty è come un buon vino. Chi compra una bottiglia di Chardonnay del ‘98 non cerca il brivido della novità o le facili - e spesso superficiali - emozioni che danno i vini novelli; così come il bianco vitigno di francia, Call of Duty è un prodotto maturo, che sa quel che conta e che vale, incapace di nascondersi dietro inutili lifting. Dopotutto, quando si è al top da dieci anni, che senso ha andare a inseguire gli altri?

  Come ogni anno, Activision ha organizzato per la stampa specializzata un evento dedicato a quello che, soprattutto negli ultimi anni, è diventato il vero fulcro di Call of Duty, ovvero il comparto multiplayer, cuore pulsante del gioco e passione irrefrenabile per milioni di giocatori in tutto il mondo. Per Black Ops 2, l’azienda di Santa Monica ha deciso di omaggiare l’Europa, scegliendo come location per la presentazione Colonia, proprio durante la Gamescom, un’orgoglio per tutti noi europei e un segno di come la kermesse tedesca abbia ormai raggiunto un peso internazionale non indifferente. Come già annunciato qualche mese fa (qui la nostra primissima anteprima), Black Ops II continua l’avventura degli agenti sotto copertura che avevamo imparato a conoscere nel primo gioco, questa volta però costruendo attorno all’azione un’avventura più complessa che spazierà fra gli anni ‘80 e il futuro prossimo, ovvero il 2025, anno in cui, secondo Treyarch, le forze armate di tutto il mondo faranno un uso larghissimo di droni e la tecnologia (insieme alla meccatronica) sarà fondamentale per vincere le battaglie.Sullo sfondo di un conflitto fra USA e Cina scatenato dalla volontà di controllare i ricchissimi giacimenti di terre rare presenti in Asia centrale, dovremo sopravvivere alla guerra e, al tempo stesso, capire chi davvero voglia fare l’interesse dell’umanità e chi, invece, rischia di condannarla alla distruzione.Ovviamente il comparto narrativo, dal punto di vista del multiplayer ci interessa abbastanza poco, tuttavia questa introduzione serve a far capire perché Mark Lamia e i suoi collaboratori abbiano deciso di ambientare l’intera campagna multigiocatore nel 2025, permettendo ai giocatori di affrontare una sfida bellica 2.0, una sorta di what if che, oltre a fare benissimo il suo lavoro dal punto di vista ludico, lancia alcune inquietanti domande sul futuro della guerra moderna. Multiplayer: immagini GamesCom 2012 David Vonderhaar, responsabile dello sviluppo multiplayer di Black Ops II, ha voluto sottolineare un concetto in particolare: 
In Black Ops II un secondo è una vita... vogliamo un gioco spinto ai limiti, con un’azione continua e senza pause...
 Ed effettivamente, da quello che abbiamo potuto vedere, Black Ops II fa un’operazione molto intelligente, ovvero anziché aggiungere ulteriore complessità, taglia in maniera decisa tutto quello che ingessava un decennio di sviluppo, segando i rami morti e tentando di far fiorire le idee migliori. Il sistema delle classi, infatti, è stato rivoltato completamente, utilizzando un sistema molto più semplice ma, al tempo stesso, foriero di nuove possibilità. Per ogni classe, infatti, potremo allocare al massimo dieci “punti”, ogni singola arma, potenziamento, perk o caratteristica ne costerà uno, senza vincoli. Vogliamo eliminare la nostra arma secondaria? Possiamo farlo; pensiamo che le granate siano inutili? Sostituiamole con un mirino in più per il nostro mitra. Le possibilità sono infinite e, siamo pronti a scommetterci, ben presto la rete sarà invasa da customizzazioni complesse e imprevedibili. Con la stessa logica, i nuovi streak abbandonano i maniera defintiva le caratteristiche di “iperpotenziamento” che avevano nei giochi precedenti (vi ricordate i cani? Qui tornano, ma in maniera differente) e diventano una ricompensa per le azioni di supporto che facciamo in aiuto della nostra squadra; il 2025, poi, offre una buona serie di gadget tecnologici con cui sbizzarrirci, dalle torrette a microonde capaci, se ben piazzate di cuocere (nel vero senso della parola) i nemici, a droni di ogni forma, funzione e dimensione che potremo sia lasciar controllare all’IA che gestire direttamente. Treyarch sta lavorando duro affinché Black Ops 2 superi uno dei più grandi problemi che affliggono il gaming online, ovvero la curva di apprendimento rapidissima che costringe chi non ha tantissimo tempo a disposizione a scontrarsi con utenti a volte fin troppo abili. Come ha giustamente detto Vonderhaar
Il gioco è molto divertente quando vinci e quando le partite sono combattute... ci si può divertire anche perdendo, però se si perde sempre diventa frustrante..
 Per questo motivo Black Ops 2 integrerà un sistema di “Leghe” per cui l’algoritmo di matchmaking, dopo alcune partite, calcolerà il nostro livello come giocatori e cercherà, per quanto possibile, di farci scontrare con altri utenti al nostro livello. Man mano che vinceremo potremo scalare le classifiche e, in questo modo, avere a che fare con avversari sempre più forti. Sulla carta il sistema è molto interessante, tuttavia dovremo vedere al lancio come si comporterà con i grandi numeri e gli inevitabili problemi tecnici che, per forza di cose, Treyarch dovrà affrontare.  

PROVA DIRETTA

Pad alla mano Black Ops II non tradisce il feeling classico di ogni Call of Duty e i veterani, una volta esplorate le nuove opzioni per la personalizzazione della classe, non avranno nessuna difficoltà a gettarsi nella mischia. Durante il playtest abbiamo potuto testare quattro mappe, ognuna con caratteristiche particolari: Cargo, ambientata nel porto di Singapore, costringe i giocatori a muoversi in strettissimi corridoi di container, con sopra la testa delle enormi gru che spostano le lamiere modificando senza soluzione di continuità lo scenario; Yemen, la classica città mediorientale in cui sperimentare il CQC più spinto; Aftermath, dove la devastazione causata da un bombardamento ha modificato in maniera radicale la struttura cittadina di Los Angeles; Turbine, una centrale eolica in pieno deserto dove, fra tubature, sabbia e rocce, i giocatori sono messi alla prova in un ambiente che offfre poche coperture e molte strutture da esplorare e usare come punti di vantaggio. Tutte e quattro le mappe hanno un’impostazione piuttosto tradizionale e, come è lecito aspettarsi da Call of Duty, sono strutturate in modo tale da lasciare la giocatore quanta più libertà d’azione possibile, senza ma sostituirsi al videoplayer come centro del gameplay. Dal punto di vista tecnico il motore grafico di Black Ops II ci è parso molto solido, senza rallentamenti o problemi di sorta, un ottimo risultato per una build di gioco che, con tutta probabilità, è stata chiusa qualche settimana fa e, dunque, ha ancora alcuni mesi di rifinitura davanti.  Chiudiamo l’articolo con una nota che in Italia potrebbe non suscitare troppo interesse ma che, oltreoceano, sta già diventando una delle tematiche di punta del futuro: l’ingresso di CoD nel mondo degli eSport. Non è un mistero che Activision tenti, da ormai qualche anno, di accreditarsi anche in questo (crescente) settore della nostra industry e, a quanto pare, con questo gioco il publisher non ha intenzione di fare mezzo passo indietro. Black Ops II, al momento dell’uscita, integrerà infatti un sistema completo di backoffice e front end per la gestione, l’upload e lo streaming in diretta dei match, permettendo addirittura l’uso di una regia che - proprio come avviene nel calcio o nel basket - ha a disposizione un pannello di controllo per decidere quali telecamere usare, cosa mostrare in sovraimpressione e come gestire le telecronache. Il sistema sarà del tutto operativo nei prossimi mesi, vedremo come funzionerà e se saprà dare uno scossone alla scena professionistica, a volte fin troppo ripiegata su se stessa e sul suo pubblico storico. Call of Duty: Black Ops II arriverà su Xbox 360, PC e Playstation 3 il prossimo 13 Novembre e, per riprendere la metafora vinicola dell’inizio, l’attesa non fa che migliorare il sapore.
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