[Games Com 2012] Provato - Resident Evil 6

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Capcom ci fa testare il nuovo capitolo del più famoso survival horror di tutti i tempi...

Resident Evil 5, inutile nasconderlo, non è stato amato da tutto il pubblico, e anche la critica meno militante si è trovata davanti ad alcuni errori di design ed estetici impossibili da ignorare. La saga horror di Capcom, dopo l’abbandono di Shinji Mikami, fatica a trovare una sua direzione e, in aggiunta a questo, si trova a dover competere in un settore dove i survival horror classici sono stati quasi spazzati via dallo strapotere dei TPS.

  Resident Evil 6, mostrato in versione giocabile qui a Colonia, racchiude in sè tutte le contraddizioni di una serie che, da quasi dieci anni, naviga a vista e cerca, a volte pure sforzandosi troppo, di ritrovare i gusti di un grande pubblico sempre più difficile da ammaliare. Nella demo che abbiamo potuto testare la direzione intrapresa da Capcom sembra chiara, a fronte di un ritorno alle ambientazioni cittadine classiche della serie. Resident Evil 6 paga il suo tributo al gaming moderno continuando sulla strada action già battuta dal suo diretto predecessore. Il nostro protagonista (Leon, Chris, Jake saranno disponibili da subito, mentre per Ada Wong dovremo finire il gioco almeno una volta prima di sbloccare il personaggio) può infatti usare due armi da fuoco contemporaneamente e, nel caso in cui le munizioni finissero troppo presto, gli sviluppatori hanno introdotto anche una serie di mosse melee utilizzabili qualora gli incontri con gli zombie dovessero farsi troppo ravvicinati. La prima cosa che si nota una volta presa confidenza con i comandi è che, nonostante il setting sia di nuovo Racoon City, i designer hanno deciso di sostituire la tensione horror tipica della serie con un’azione molto più serrata, dove gli zombie arrivano a frotte e spesso c’è pochissimo tempo per riflettere ed esplorare le varie location che visitiamo. La paura, intesa come senso di repulsione per l’ignoto, quella che nei primi tre giochi della serie ci faceva sobbalzare entrando in ogni nuova stanza ha lasciato il posto all’adrenalina del campo di battaglia.  Una demo da poche decine di minuti come quella che abbiamo testato non può (e non deve) far trarre giudizi sul gioco nel suo complesso, tuttavia possiamo essere abbastanza certi che la via intrapresa da Resident Evil 6 sarà in linea con quella del quinto episodio più che segnare un ritorno allo stile della trilogia uscita su Playstation. Conoscendo l’abilità di Capcom e l’importanza del brand, tuttavia, siamo certi che l’azienda saprà fare tesoro delle esperienza passate ed equilibrare l’intero comparto ludico al meglio, tuttavia, per ora, la matrice da cui il gioco arriva è palese e - è inutile nascondersi dietro a un dito - non è detto che gli appassionati saranno disposti ad accettare un’altra accellerazione sul versante action. Resident Evil 6 sta giocando una partita ambiziosa e per certi versi necessaria, il brand ha un bisogno assoluto di modernizzarsi, tuttavia deve essere capace di non perdere le sue caratteristiche distintive.  Dal punto di vista tecnico, Resident Evil 6 è robusto come il suo predecessore, i modelli poligonali dei personaggi sono ottimamente caratterizzati e le location, nonostante le dimensioni non proprio generose, offrono il giusto setting per un titolo horror che si rispetti. Grazie alla possibilità di interpretare quattro diversi personaggi, inoltre, il gioco presenta una certa varietà scenica, con livelli che spaziano da una Raccon City ormai in rovina, alle montagne di Aspen fino a una remota regione cinese dove l’ennesima variante del virus T rischia di far scoppiare una pandemia globale. Resident Evil 6 arriverà su Xbox 360 e Playstation 3 il prossimo 2 ottobre, vi invitiamo dunque a continuare a seguirci su queste pagine per i prossimi approfondimenti e la recensione.
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