Game On 2.0 apre a Roma, giocare qualsiasi cabinato e console mai prodotta, tutto insieme

La mostra britannica Game On 2.0 arriva a Roma, fino a giugno, propone 100 videogame tra console e cabinati in uno spazio che consente di giocarli

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Non si può capire nulla dei videogiochi, della loro storia, dei loro meriti, delle loro innovazioni e dei cambiamenti che hanno portato nel loro settore e nella società, se non li si gioca. Il problema di moltissimi musei del videogame è che non c’è molto giocare ma più che altro informazioni da leggere, bozzetti da guardare, video da ammirare.

Non è un problema di Game On 2.0, la mostra britannica realizzata dal Barbica Center che arriva a Roma (Spazio Tirso in via Tirso 14) dal 3 marzo fino al 6 giugno, con la collaborazione del museo romano dei videogame Vigamus, e mette a disposizione di tutti i suoi avventori almeno 100 videogame da giocare nelle loro console originali ma soprattutto nei loro cabinati originali. La mostra è aperta tutti i giorni dalle 10 alle 22 e il consiglio è di andarci in orari poco convenzionali per poter provare tutto senza code, con calma e senza limiti. Perché è un’occasione unica che sarebbe molto ingenuo perdere.

Game On è infatti uno showcase di “sistemi di gioco” domestici e non. Si va da Pong (con i controlli a rotella originali!) fino a Nintendo Switch. Ma se le console domestiche sono ben note agli appassionati e costituiscono più che altro un dolce ricordo, sono i cabinati da sala giochi a costituire la vera scoperta. Tutti ne abbiamo giocati, nessuno li ha giocati tutti di tutte le fogge e tipologie. Ma al Game On è possibile recuperare. Scartando qualsiasi banalità Game On mette in mostra gli scatoloni di plastica più peculiari per ogni gioco, non quelli adattati o generici, ma quelli pensati proprio per quel gioco là. Dai classici con sei pulsanti per Street Fighter II a quelli con manubrio da astronave per il primo videogame di Guerre Stellari con grafica vettoriale, dai pulsantoni di Track & Field al volante di Daytona USA. Rotelle, asticelle, blocchi, volanti e poi ancora simulatori, Realtà Virtuale di ieri e oggi. Ogni innovazione, stranezza o prodotto originale c’è.

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[caption id="attachment_169613" align="aligncenter" width="600"]Game On Credit: Raffaella Midiri Game On 2.0[/caption]

La parola “museo” chiaramente è sbagliata in questo caso, ma in mancanza di alternative migliori tocca usare questa. Perché Game On è un vero piccolo hub di ricerca che non capita tutti i giorni. Chiunque desideri seriamente saperne di più sulla videoludica ha qui la sua unica possibilità di giocare ciò di cui solitamente si legge e realmente capire quel che altrimenti potrebbe sapere solo da opinioni altrui. Come funzionava il videogame di Tron? Quanto erano giocabili i classici Space Invaders nel loro cabinato originale? Come funzionava Virtua Fighter 2 rispetto a Street Fighter II, quanto pesavano, come erano al tatto ecc. ecc. Qualunque ricercatore, critico, giornalista, game designer, esperto o anche solo vero appassionato non dovrebbe farsela sfuggire per nessuna ragione, perché raramente avrà ancora la possibilità di colmare così tante lacune tutte insieme.

Non è pensabile credere di poter capire i videogiochi senza averli esperiti in prima persona e soprattutto nella modalità in cui sono stati commercializzati originariamente. Se molti di noi sono costretti all’emulazione in mancanza di alternative valide, al Game On invece non manca nemmeno uno dei titoli che hanno segnato la storia videoludica, una tale varietà di modalità di gioco, di marche, controlli, joypad (ma quanto era duro quello classico della Atari senza ventose??) da saturare la curiosità.

Soprattutto l’esperienza, tutta insieme, tutta compressa di questi stili diversi, idee diverse di gioco, epoche diverse e pensieri differenti, pressati in un luogo grande ma comunque limitato, dona anche una consapevolezza più clamorosa ai più curiosi. Tutta la storia della videoludica attraverso gli oggetti di plastica e i software immateriali che l’hanno determinata, giocabile tutta insieme. Un sogno.

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