Oltre le gambe c'è di più - Lifetime e la tv delle donne

Torniamo a occuparci dell’affollatissima fauna dei basic cable channel, e lo facciamo con Lifetime, la tv delle donne

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Television for women

Torniamo a occuparci dell’affollatissima fauna dei basic cable channel, ovvero dei canali presenti nel pacchetto base dell’abbonamento al via cavo, e lo facciamo con la tv delle donne. Non che esista una sola televisione delle donne, visto che il pubblico femminile è il pubblico di riferimento principale del mezzo televisivo in genere, ma esistono certi canali che sono più “femminili” di altri. Uno di questi è proprio Lifetime, nata con un unico intento: intrattenere le donne. O almeno un certo tipo di donne, un tipo non così giovane.

Lifetime compie i suoi primi passi nel 1984 quando la Hearst Corporation, Capital Cities/ABC (poi Disney) e Viacom decidono di unire le forze per lanciare un network dedicato esclusivamente alle donne. Il canale non riscuote da subito un grande successo, per quello bisogna aspettare il consolidamento di talk show come Attitude, il primo in USA a essere condotto da due donne, e l’acquisto delle repliche di serie importanti come Moonlighting e L.A. Law. Così Lifetime si inserisce nel ciclo giornaliero di visione domestica femminile, soprattutto nella programmazione diurna rivolta alle casalinghe.
All’inizio degli anni ’90 però Lifetime prova a rilanciarsi all’interno del mercato e si impegna in quelli che saranno i suoi  prodotti più seguiti e distintivi: i Lifetime Movies, film basati su storie vere di donne, famose o meno, spesso drammatici e ispirati all’attualità. La produzione dei film tv diventa un marchio di fabbrica per Lifetime, tanto che nel 1998 viene lanciato un canale gemello, Lifetime Movie Network, dedicato esclusivamente alla loro trasmissione.

Con l’inglobamento di Capital Cities/ABC in Disney e l’addio di Viacom, i co-proprietari di Lifetime diventano Disney e Hearst Corporation, gli stessi del canale gemello A&E. Proprio come A&E il network si rifà il trucco buttandosi nella produzione di serie televisive e reality, soprattutto reality. Il prodotto di maggior richiamo è Project Runway, una reality competition in cui aspiranti stilisti si danno battaglia sotto lo sguardo di Heidi Plum e degli altri giudici.
Per quanto riguarda quel che ci interessa, ovvero le scripted series, nel 2001 Lifetime porta a casa il primo grande successo con The Division, procedurale tutto al femminile che vede il debutto in televisione di Jon Hamm, presto icona degli anni 2000 in Mad Men grazie al suo Don Draper.
L’altro grande successo del canale arriva nel 2007 con Army Wives, serie incentrata su un gruppo di donne e mogli di soldati partiti per il fronte. Il grande seguito di pubblico di Army Wives aprirebbe a Lifetime scenari nuovi per l’ampliamento dell’offerta seriale, che però il canale decide di non intraprendere limitando lo sviluppo di serie tv e sfruttando al meglio le repliche di un’infinità di vecchie e nuove hit (The Nanny, Frasier, Grey’s Anatomy, How I Met Your Mother, ecc), i reality e i talk show diurni.
Purtroppo la poca serialità prodotta non si rivela granché memorabile, se non per qualche parentesi garbata, come Drop Dead Diva e Devious Maids. In generale le serie tv di Lifetime si caratterizzano per la loro natura innocua e zuccherosa, con qualche eccezione un po’ piccante (in The Client List una massaggiatrice interpretata da Jennifer Love Hewitt non si limitava a massaggiare le spalle, diciamo) comunque di vita breve.

Lifetime è un canale accogliente, confortevole, così sicuro del suo pubblico ormai fidelizzato da non sentire il bisogno di correre ai ripari e produrre serie che possano in qualche modo far discutere o attirare in qualche modo l’attenzione. Una vita tranquilla. C’è a chi piace.

Capolavori da recuperare: ...

Cult di sempre: Army Wives, Drop Dead Diva, The Client List

In onda da tenere d’occhio: Devious Maids, Witches of the East End

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