Galleon, colare a picco ma con stile - Giochi d'archivio #3

Un videogioco di pirati uscito forse fuori tempo massimo per l'epoca: Galleon

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Da grande sarò un pirata!”. Da bambino non gridavo altro. E quindi sono salito sull’unica nave in grado di realizzare questo sogno, quella in rotta verso Monkey Island. Quando si parla di pirati e videogiochi è praticamente impossibile non citare l’epopea di Guybrush Threpwood e dei suoi duelli a colpi di insulti. L’arcipelago videoludico ha però ospitato diverse incarnazioni della figura del pirata e nel 2004, molto tempo prima di vedere il Jolly Roger svettare sulla copertina di Assassin’s Creed IV, c’era Galleon: un action-adventure piratesco rimasto per troppi anni ormeggiato nel porto dell’inconsapevolezza.

La storia dietro la produzione del gioco è travagliata e piena di sfortuna: al timone del progetto c’era Toby Gard, ideatore di quella Lara Croft che ha cambiato profondamente l’industria videoludica. Nel 1998 Gard lascia gli studios di Tomb Raider per fondare Confounding Factor, con l’idea di realizzare un gioco in grado di rivoluzionare il sistema di controllo degli action game in terza persona. “A essere onesto, ho sbagliato praticamente tutto” dice Gard in uno speciale dedicato al gioco sulla rivista Videogiochi, “volevo un team piccolo per tenere tutto il più semplice possibile, ma è diventato chiaro sin da subito che avremmo avuto bisogno di più persone e una vera struttura manageriale” (Videogiochi n. 006 marzo/aprile 2004). Una lunga serie di scelte sbagliate portano Galleon a slittare di anno in anno finché finalmente nel 2004 il gioco non sbarca su Xbox. Il risultato è un action-adventure fuori dagli schemi che vede il Capitano Rhama impegnato nella ricerca di un artefatto perduto tra le onde dei sette mari.

[caption id="attachment_172119" align="aligncenter" width="524"]Galleon screenshot Rhama ha l'aspetto del classico pirata avventuroso[/caption]

Il gameplay è focalizzato su esplorazione ed enigmi. Con avvenenti bellezze a fare da comprimarie e un sistema di comando intuitivo e sperimentale che affida sia i movimenti del protagonista che quelli della telecamera al solo analogico sinistro. Un action diverso da quelli visti fino a quel momento e per certi versi innovativo, ma decisamente fuori tempo massimo. Affrontare l’oceano videoludico dell’epoca è stato un disastro per il gioco. Galleon risultava vecchio ancora prima di essere pubblicato. E pur essendo partito con una serie di aspetti ludici e idee interessanti, era ormai superato dagli standard di quegli anni che vedevano il panorama action dominato dal Principe di Persia.

"Galleon è prima di tutto una storia di pirati. Non i pirati veri, sia chiaro, ma quelli legati all’epoca romantica della pirateria"

Al di là dell’aspetto tecnico, Galleon è prima di tutto una storia di pirati. Non i pirati veri, sia chiaro, ma quelli legati all’epoca romantica della pirateria. Quei pirati traditori che hanno preso vita sulle pagine di Stevenson o che temono il ticchettio di una sveglia ingoiata da un coccodrillo. Quelli che sfidano l’oceano alla ricerca di tesori sommersi. O quelli che oggi sfuggono alla morte, legando un paio di tartarughe con capelli e peli del corpo. Una schiera di balordi con casacche chiazzate di rum e gambe di legno: se amate la pirateria, non farete fatica a trovare un posto in questo universo anche per Rhama.

[caption id="attachment_172120" align="aligncenter" width="524"]Galleon screenshot I personaggi sono realizzati con uno stile grafico distintivo[/caption]

Galleon è ormai un vecchio relitto sommerso, che riposa sul fondale dei titoli Xbox. Ho frugato nel fondo dell'Archivio Videoludico e l’ho recuperato. Non l’avevo mai giocato prima e devo dire la verità, mi sono divertito. Forse, per apprezzarlo davvero, bisognava giocarci lontano da tutta l’aspettativa e dalle recensioni che l'hanno affondato.

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