Fus e biglietti, qual è la situazione?

Ancora tagli al Fondo unico per lo spettacolo, mentre in alcuni cinema aumenta il prezzo dell'ingresso ben prima dell'entrata in vigore della tassa governativa. Ecco quello che sta succedendo...

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Rubrica a cura di Colinmckenzie

Non c'è dubbio che in questi ultimi due mesi il ministro (quasi ex) Sandro Bondi sia diventato una sorta di personaggio teatrale. Il problema è capire se abbia un ruolo tragico o comico, ma forse entrambe le cose. L'ultimo caso è legato a un ulteriore taglio al Fus, il Fondo unico per lo spettacolo, che ha visto bloccati altri 27 milioni, dopo una notevole riduzione già subita in precedenza.

"Siamo sgomenti e interdetti", ha detto Bondi, ma francamente non si capisce la sua sorpresa. Se un ministro dice che lascerà il suo incarico e già adesso da mesi si vede poco in ufficio, come segnalato dal Corriere della Sera, è difficile pensare che possa ancora contare qualcosa. Ed è ovvio che se il ministro dell'economia vuole fare tagli in qualche settore, scegliere quello diretto (si fa per dire) dal ministro più debole esistente risulta una decisione naturale.

Va detto che le proteste come sempre rischiano di finire nel pacchiano, mentre si urla all'ennesima morte dell'arte e della cultura (piagnisteo che viene sbandierato a ogni taglio: ma allora non sarebbe dovuto già essere tutto morto da un pezzo?). Tuttavia, è ovvio che la gestione della cultura lascia molto perplessi e che ormai sta diventando un bersaglio facile, senza preoccuparsi delle conseguenze future. La speranza è che Bondi si sbrighi a lasciare il posto a qualcuno che ha voglia di impegnarsi maggiormente, perché questa situazione di stasi è insopportabile.

Discorso diverso per quanto riguarda l'aumento del prezzo dei biglietti. Secondo quanto deciso in sede di votazione, la tassa di un euro partirà dal primo luglio. Questo significa che dobbiamo dare per scontato l'aumento? In realtà no, perché quasi tutte le realtà che ruotano al mondo del cinema si sono rese conto dell'assurdità di gravare solo sugli esercenti, senza coinvolgere anche le altre parti in causa. Non è quindi escluso che si riesca prima di quella scadenza a trovare soluzioni più ragionevoli e condivise. Va però segnalato il caso di diversi cinema che hanno aumentato il prezzo del biglietto di recente. A questo proposito, il presidente dell'Anec Paolo Protti ha fatto sapere che:

La grande maggioranza dei cinema italiani non ha operato aumenti sul prezzo del biglietto nel 2011. A quanto ci risulta, sono le sale aderenti a Circuito Cinema, e comunque non tutte, ad avere applicato un incremento del biglietto che però, nel loro caso, era fermo da più tempo rispetto ad altre realtà. Tra l’altro gli aumenti hanno riguardato il prezzo dei biglietti interi e non i ridotti e le promozioni. In questa fase comunque, come Associazione, suggeriamo di non applicare aumenti, ma ovviamente il nostro può essere soltanto un suggerimento in quanto il prezzo è un fattore di libero mercato e non  amministrato”.

Forse (almeno da quello che sento) il quadro di aumenti non è così limitato, ma anche così rimane una mossa decisamente sbagliata da parte degli esercenti. Nel momento in cui si accusa il governo di mettere le mani nelle tasche degli italiani, farlo autonomamente e in anticipo non mi sembra una bella mossa. Anzi, ha tutta l'aria di una furbata all'italiana, di quelle che alla fine si ritorcono contro i furbetti di turno. Speriamo almeno che i cinema che hanno aumentato l'ingresso non ripetano l'operazione dal primo luglio. Sarebbe una scelta molto discutibile...

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