Fuori di testa, rivisto oggi

Fuori di testa non è solo il perfetto prototipo della commedia adolescenziale, è anche un film progressista

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Questo articolo fa parte della rubrica Rivisti oggi

Avevamo già scritto qualcosa su Fuori di testa qui, nell’ambito della nostra esplorazione della filmografia di Nic Cage – che qui fece il suo debutto quando ancora si faceva chiamare “Nicolas Coppola”, che è poi il suo nome di battesimo. Non torneremo quindi sugli argomenti che abbiamo già trattato in quel pezzo: la trama del film, il cast di future star che al tempo erano ancora illustri sconosciuti, la regista Amy Heckerling che grazie al film prese la rincorsa per una carriera dedicata alle commedie (romantiche e non). Visto il tema della rubrica ci interessa invece concentrarci su altro: in particolare, il fatto che, nonostante la critica al tempo l’avesse bollato come “volgare” e “umiliante per i personaggi femminili”, Fuori di testa è in realtà un film incredibilmente progressista, e che spicca come la proverbiale mosca sul muro in mezzo alle commedie sexy di quegli anni.

Fuori di testa, la sessualità femminile...

Fuori di testa, facciamo un rapido riassunto nel caso non ve lo ricordaste, è un film corale, come capita spesso alle commedie adolescenziali. Segue almeno tre sottotrame diverse, più o meno equamente divise tra personaggi maschili e femminili: c’è chi vuole mollare la sua fidanzata per arrivare single all’ultimo anno di liceo, chi è sempre fatto (Sean Penn) e litiga costantemente con il suo professore, e c’è una quindicenne (interpretata da una ventenne Jennifer Jason Leigh) che vuole perdere la verginità perché invidia il fatto che le sue amiche più grandi abbiano già fatto quell’esperienza. Ed è proprio quest’ultima che ci interessa.

Pur essendo stato scritto da un uomo (Cameron Crowe), che per un anno si infiltrò in un vero liceo per studiare la vita e il linguaggio degli adolescenti e avere materiale di prima mano per raccontare la sua esperienza, Fuori di testa è diretto da una donna – e si vede. Dove nella maggior parte delle commedie sexy, anni Ottanta e non solo, i personaggi femminili sono tendenzialmente oggettificati o comunque trattati come bersaglio e oggetto del desiderio dei protagonisti, Stacy è dotata di quella che viene definita agency. È lei che decide che vuole scoprire le gioie del sesso, è lei che controlla le sue esperienze ed è lei che guarda ai maschi con occhi bramosi. Non è una cosa da poco per un film uscito nel 1982, ed è incredibile che la critica all’epoca abbia fatto fatica ad accorgersene.

Questo non significa ovviamente che tutti i personaggi femminili siano caratterizzati in questo modo: Phoebe Cates, per esempio, è più vicina alla classica donna-oggetto che esiste per soddisfare le fantasie dei maschi che la circondano, pur mantenendo una sua personalità e una sua capacità decisionale. Ma a Jennifer Jason Leigh viene data la possibilità di essere un vero personaggio, con lo stesso peso e la stessa dignità riservate alle sue controparti maschili.

... e l’aborto

In questo senso, la sequenza dell’aborto è clamorosamente avanti: quando finalmente Stacy riesce a ottenere quello che vuole, scopre che non è tutto rose e fiori. Viene ignorata e abbandonata dal maschio che è riuscita a conquistare, e scopre di essere incinta. È qui che Fuori di testa si dimostra più che una semplice commedia sexy con gli adolescenti, prendendo una netta posizione che oggi definiremmo pro-choice – una scelta che peraltro, secondo Cameron Crowe, oggi sarebbe “estremamente controversa”. Non siamo del tutto d’accordo con quest’idea, anzi: semmai è sorprendente che un film degli anni Ottanta riesca a mettere in scena una situazione del genere senza esasperarla, ma presentandola come un normale evento nella vita di una ragazza adolescente. Non piacevole, certo, né auspicabile, ma qualcosa che succede e con il quale può capitare di dover fare i conti. “La vita va così”, secondo Amy Heckerling: il fatto che Fuori di testa racconti questo episodio senza giudicarlo, anzi con piglio quasi cronachistico, è uno dei motivi per cui il film spicca ancora oggi nel panorama del genere.

D’altra parte stiamo parlando di un film coraggioso da moltissimi punti di vista: inizialmente venne addirittura catalogato con il temuto X-rating, perché nella scena di sesso che coinvolge Stacy e Mike si vedeva, nel montaggio iniziale, il pene di lui – qualcosa di inaccettabile per la Hollywood di allora, per la quale la nudità coincideva esclusivamente con quella femminile. L’inquadratura venne tagliata, ma il tentativo di infrangere anche questa barriera rimane, ed è uno dei tanti motivi per cui Fuori di testa è molto di più che una commediola sexy adolescenziale.

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