Fuori di testa, il film che fece cambiare cognome a Nicolas Cage

Fuori di testa è il primo film della carriera di Nicolas Cage, ma non chiudete mai gli occhi oppure rischiate di perdervelo

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Fuori di testa è il primo capitolo di un viaggio allucinante nella carriera di Nicolas Cage che abbiamo deciso di intraprendere mentre aspettiamo l’uscita di The Unbearable Weight of Massive Talent. Trovate tutti i capitoli dello speciale a questo link.

Il film.

Scritto da un debuttante Cameron Crowe e tratto da un suo libro di non fiction che era la cronaca di un anno vissuto sotto copertura in un liceo californiano, Fuori di testa è un prototipo, un archetipo, un modello al quale si sono ispirate decine e centinaia di teen comedy dagli anni Ottanta in avanti. È la quintessenza del genere, che unisce il lato dolcemente drammatico della crescita personale a quello più francamente comico generato dalle interazioni tra un gruppo di persone con gli ormoni impazziti e troppo poco buon senso per tenerli sotto controllo.

Il cast.

Il dettaglio più curioso di Fuori di testa è che il materiale promozionale, a partire dalle locandine del film, punta tantissimo su Sean Penn, che al tempo era appena al suo secondo film e che è protagonista di una delle tre sottotrame che compongono il lungometraggio. Il suo ruolo è relativamente minore: i veri protagonisti sono Brian Backer e Jennifer Jason Leigh, e le loro controparti “adulte” (nel senso che hanno un anno in più e dunque fungono da guide spirituali) Robert Romanus e Phoebe Cates. Tutta gente che grazie a Fuori di testa ha fatto carriera: lo stesso si può dire per molti altri nomi del cast, da Forest Whitaker a Eric Stoltz, passando ovviamente per Nicolas Cage.

Fuori di testa Phoebe

La regista.

Fuori di testa è il debutto anche per Amy Heckerling, che si specializzerà in commedie (adolescenziali e non): è sua per esempio la regia dei primi due capitoli della trilogia di Senti chi parla (il terzo lo produrrà e basta), ma anche Ragazze a Beverly Hills.

Di cosa parla.

Fuori di testa è un racconto corale che racconta la vita di un gruppo di adolescenti che frequentano lo stesso liceo e, soprattutto, lo stesso centro commerciale, cuore della loro socialità e della scoperta delle gioie del sesso. Il film segue in particolare tre sottotrame: Stacy (Jennifer Jason Leigh) è una quindicenne che vuole a tutti i costi perdere la verginità (non cliccate se siete in ufficio o davanti ai figli!) e magari anche trovare l’amore, e Mark (Brian Backer) è il geek che vuole conquistarla; Brad (Judge Reinhold), fratello maggiore di Stacy, non sa come scaricare la sua fidanzata, e intanto fa lavori umilianti per pagarsi la macchina; e infine c’è Jeff (Sean Penn), surfista fattone in perenne contrasto con il professore di storia Mr. Hand (Ray Walston). Le tre storie si intrecciano, si incontrano e si scontrano a formare un affresco tutto sommato realistico della vita di un gruppo di adolescenti dei primi anni Ottanta.

Brad

E Nicolas Cage che fa?

Sostanzialmente nulla. Provò innanzitutto a farsi dare il ruolo di Brad, ma a quanto pare i suoi provini furono troppo “strani”, e la parte andò a Judge Reinhold. Cage venne però tenuto a bordo comunque: è uno degli amici di Brad che lavora con lui al fast food, e si vede per un totale di due inquadrature. L’esperienza comunque lo segnò, come ha raccontato lui stesso: al tempo era ancora “Nicolas Coppola”, nipote di un tizio un po’ famoso, e per questa cosa venne bullizzato sul set di Fuori di testa (racconta per esempio, come vi abbiamo detto qua, che gli altri attori andavano fuori dalla sua roulotte per recitare ad alta voce battute di Apocalypse Now, che quantomeno è una forma originale di bullismo). La situazione si rivelò così sgradevole che il Nostro decise che da quel momento non si sarebbe chiamato più “Nicolas Coppola” ma “Nicolas Cage”, dando così origine al mito.

Scion Penn

Cage-o-meter: quanto Nicolas Cage c’è in questo film da 1 a 10?

0,5, dove lo 0 è la totale assenza di Cage (per esempio il Cage-o-meter di 2001 – Odissea nello spazio segna 0). In Fuori di testa c’è, ma dice un totale di tre parole e ha uno screentime che si misura in secondi.

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