Con La Forma Dell'Acqua Del Toro disegna un mondo opposto a quello di Christopher Nolan
La Forma dell'Acqua mostra come due registi che tengono molto al comportamento opportuno da tenere hanno maniere completamente diverse di immaginare bene e male
Particolarmente in La Forma Dell’Acqua il concetto di “decenza” (in originale decency, che è un termine il cui significato è più ampio del nostro e abbraccia anche l'idea di “per bene” e “brav’uomo”) è tirato fuori più volte e sempre dal villain, l’agente della CIA interpretato da Michael Shannon. I protagonisti positivi invece non la nominano mai. Nel film infatti non si negozia il concetto di decenza, non ci sono visioni diverse di cosa essa sia, ma una parte la cerca, la brama, la auspica e soffre se non la raggiunge, l’altra invece non la considera.
Di conseguenza i due cineasti sono opposti anche nella maniera in cui lavorano sui protagonisti positivi. Mentre per Nolan sono sempre individui eccezionali, sia che si tratti di esseri umani in vista, molto ricchi o molto importanti o di grande successo, sia che si tratti di persone sconosciute, non sono mai uomini o donne comuni. Invece Del Toro è proprio con i nessuno che ama identificarsi. La Forma DellAcqua è quasi didascalico nel dirlo, perché al centro degli eventi ci sono dei personaggi marginali in tutto: le donne delle pulizie negli anni ‘50, una nera e una muta, la minoranza fatta personaggio. Marginali nella vita e nel cinema, perché sono le comparse di qualsiasi altro film ambientato in un’area segreta del governo, quelli che gli altri cineasti pure considerano marginali e mettono nello sfondo. Qualcuno di marginale e mai raccontato nel cinema scelto per rappresentare qualcuno di marginale nella vita
Tuttavia in questa paura terribile per il concetto di ordine e di decenza, Del Toro forse intercetta meglio di Nolan il nostro mondo e quello che vediamo intorno a noi, ovvero le prese di posizione peggiori e più liberticide, giustificate in nome della decenza e dell’ordine, alimentate dalla paura del caos e dello sconosciuto. Così una donna muta che si innamora di un mostro e che non lo fa platonicamente, ma sessualmente, trasporta la poesia classica di un ideale lontano e favolistico (la bella e la bestia) nel regno dell’indecenza (il sesso, la penetrazione, la masturbazione, l’estasi dei corpi) e nel disturbante per causare una reazione negli spettatori, smuoverli e mostrare quanto quel che vediamo sia lontano da noi e in un certo senso difficile da immaginare per sé, eppure romantico e dignitoso.