Final Fantasy VII Remake, cosa ci aspettiamo da Square Enix all'E3 2019
Final Fantasy VII Remake dovrebbe finalmente svelarsi nella conferenza pre E3 2019 di Square Enix, le nostre aspettative e qualche ipotesi
Partiamo dalla struttura episodica. La scelta è rischiosa, tra le mani Square Enix ha una bomba pronta a esplodere, carica di critiche pesantissime: sbagliare significherà tanto, Tetsuya Nomura, al suo ennesimo banco di prova, dovrà dimostrare non poca competenza nella direzione. Tra l'altro è sicuramente un gesto d'affetto, quello dell'ex character designer, che proprio con il settimo capitolo era riuscito ad avere maggior spazio di quanto gli avesse donato fino a quel momento Hironobu Sakaguchi: ripartire da lì, con quello che è stato anche il suo Final Fantasy, è un lavoro complesso, ostico. Non c'è nulla da condannare, tutt'altro: c'è piuttosto da incuriosirsi per questa scelta, ci si potrebbe aspettare una serie di cliffangher che possano tenere col fiato sospeso la narrazione, ma al riguardo c'è un grosso problema, che moltissimi giocatori la storia la conoscono già. Almeno quelli più maturi della generazione attuale, i più giovani potrebbero invece vivere con particolare intensità determinati, storici momenti. Per venire incontro a una generazione che viaggia a una rapidità inaudita e che ha una soglia dell'attenzione sempre più bassa un approccio che spezzetti la vicenda e la somministri col contagocce potrebbe essere quello giusto.
Vediamola anche dal punto di vista della produzione a tutto tondo: realizzare episodi separati permetterà a Nomura e Yoshinori Kitase, producer della saga e del titolo, di soffermarsi maggiormente sui dettagli, sul non dover necessariamente comprimere quanto accaduto più di vent'anni fa. Il remake, tra l'altro, ci permetterà di avere un'esperienza completamente diversa dal punto di vista del gameplay, che potrebbe anche aumentare la durata dell'intera avventura, che si assestava sulle quaranta ore. Non quanto ci si aspetterebbe da un JRPG moderno, insomma, se pensiamo, tanto per rimanere in casa, a un Final Fantasy XV che per il platino richiedeva circa il doppio delle ore. I vari episodi potrebbero permettere a Square Enix di approfondire quelle tematiche raccontate nella Compilation di Final Fantasy VII, per scoprire magari le origini di Vincent Valentine, speculando sulle teorie riguardo la possibile parentela con Sephiroth, o reincontrare Genesis, l'antagonista realizzato su immagine e somiglianza della rockstar giapponese Gackt. Ci sono tanti elementi che potrebbero meritare maggior spazio nell'opera principale, a partire dal rapporto tra Cloud e Zack, senza dimenticare Yuffie, personaggio secondario nel gioco originale ma importante in Advent Children.
[caption id="attachment_196318" align="aligncenter" width="1600"] Ci aspettiamo maggiori dettagli anche sul sistema di combattimento[/caption]
Ciò che maggiormente incuriosisce, però, è la natura della world map. I Final Fantasy classsici facevano dell'esplorazione al di fuori delle città uno dei momenti più concitati e appassionanti, anche se la frequenza degli scontri casuali rappresentava un'ansia perenne, che al solo ricordo scatena un sentimento di nostalgia mista a sconforto per le ore trascorse a vedere il nostro cammino interrotto dalla comparsa dell'ennesimo mostriciattolo da combattere. Ci aspettiamo che lasciata Midgard, la città principale del gioco, Square Enix ci spalanchi un mondo completamente nuovo, pronto per essere esplorato, cavalcando chocobo o bordo dell'aeronave di Cid. La speranza è che per farlo non si debba attendere un secondo episodio, che quindi potrebbe cominciare subito dopo gli avvenimenti di Midgar, che invece sarebbe il teatro del primo.
C'è tanto da scoprire e tanto ancora da capire, ma intanto ci auguriamo che potremo sfoderare la Buster Sword già quest'anno, che venga finalmente rivelata la data di uscita del primo episodio: magari nel corso del prossimo autunno, per rilanciare una saga che ha bisogno di ripartire dal passato per costruire il futuro.